PURGATORIO & CAPITALE

Esso fu lo sbocco delle elucubrazioni dei teologi dell’epoca post-medievale,che sentivano, sull’onda dei mutamenti psicosociali dell’epoca, che le speculazioni sull’implacabile ira di Dio proprie del Medioevo non erano più sostenibili.
Fu l’ideologia della borghesia commerciale che si andava affermando in quell’epoca a essere fondamentale per il ripensamento del concetto di ira di Dio: il Rinascimento, con l’invenzione del purgatorio, segna un definitivo passaggio dal dualismo netto antico-medievale (dannazione versus beatitudine,ma anche, a livello più generale, mondo versus al di là) a una visione del mondo che ha al centro la storia.

In tal senso il Purgatorio rappresenta la trasposizione nella psicosemantica divina delle spinte psico-economico-sociali a una rivalutazione dello storico in quanto tale: il mondo purgatoriale è l’unico che, nell’ambito della trascendenza cristiana, mostri un movimento, un dispiegarsi di mobilità sociale: esattamente ciò che l’ascendente borghesia commerciale e mercantile vedeva al culmine dei propri interessi economici

CRISTO SENZA RESURREZIONE

“[…] se esiste un peccato contro la vita non è forse il disperarsene quanto lo sperare in un’altra vita, e sottrarsi all’implacabile grandezza di questa. […] Perchè la speranza, al contrario di quel che si crede, equivale alla rassegnazione”.
Camus

“La speranza è un’induzione che da ciò che *non è* ricava che ciò che *non accade* accadrà. […] La speranza è in proporzione diretta dell’infelicità. Si spera tanto più quantopiù si è sfortunati”.
Rensi

Analoga è l’ipocrisia dello storicismo hegeliano che nel suo cinismo politico e nella sua divinizzazione della storia puzza di vecchia teodicea in nome di un avvenire che, si crede, sarà dialetticamente/messianicamente altrettanto glorioso.

La morale dell’*homo absurdus* è invece la scelta della perseveranza contro lo scoramento e la rassegnazione.

PURGATORIO & CAPITALEultima modifica: 2020-05-19T02:44:24+02:00da allan11
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