LORIS & ANDERS

Insieme al volume I traccia una storia del rapporto uomo-mondo, ed e’ la storia del pensiero occidentale e dell’ontologia che si mondanizza in antropologia, con l’avvento del nichilismo come esito finale del pensiero filosofico e la rimozione del mondo “vero”, con l’affermarsi della tecnica come mondo artificiale in cui l'”homo creator” si auto-imprigiona. E’ la storia che dall’uomo senza mondo si conclude nel mondo senza uomo; ascesa e declino del mito di Prometeo, in un affresco dal respiro e dallo spessore filosofico non meno ampio della storia dell’oblio dell’essere di Heidegger, ma in una prospettiva capovolta rispetto a quest’ultimo. Perche’ se per Heidegger e’ la storia
dell’essere nel senso soggettivo del genitivo, del suo aprirsi/ritrarsi nelle epoche storiche, nelle quali la liberta’ dell’uomo viene subordinata e molto problematicamente conciliata con l’essere che in tale aprirsi/ritrarsi si configura come destino, se questo, dicevo, in poche parole e’ per Heidegger, in questo Günther Stern (il suo vero cognome) e’ decisamente Anders (che significa “altro”). Per lui quella
storia e’ storia della liberta’ come tratto essenziale caratterizzante l’uomo, manifestantesi come volonta’ di potenza (prendendo io a prestito il termine da Nietzsche) e di *nullificazione* del mondo naturale, rimpiazzato da quello artificiale della tecnica, in cui l’uomo infine si auto-imprigiona come funzionale agli apparati tecnici (Apparatenwelt)
della produzione, come dice altrove(*). *Tutti* rimangono
auto-imprigionati, dall’operaio all’ingegnere, all’amministratore
delegato, al politico ai vertici del potere decisionale; non e’ una questione da riproporre in termini di lotta di classe (ecco perche’ Solania lo tira in ballo a sproposito, facendone un problema della “sinistra” e di cortissimo respiro).
Tu dicici, Omega, che in natura accade solo quello che deve accadere; una necessita’, un *destino*, insomma, della natura. Per Anders e’ proprio *altro*: “La tecnica e’ oggi il nostro destino”. Ma e’ la tecnica che non e’ un destino *della natura*, ma il destino della *liberta’* creatrice, dell’ “homo faber” prometeicamente diventato “homo creator”, su cui grava la responsabilita’ etica enormente accresciuta della possibilita’ dell’annichilazione totale. La bomba atomica, vera
ossessione di Anders, ne e’ il simbolo piu’ significativo e storicamente concreto.
Ho cercato di essere breve…
Un saluto
Loris
(*) <> (“L’uomo è antiquato” vol. II)
…beh, innanzitutto complimenti…personalmente, sebbene abbia letto entrambi i libri de “L’uomo è antiquato” e quelli “sulla bomba atomica” non avevo mai fatto l’intelligente tuo collegamento finale che mi permette di capire meglio quella sua “ossessione” nel voler aiutare quel pilota così vergognosamente trattato (e abbandonato) negli Usa. Cosa che mi riempie di ancor maggiore ammirazione per quel genio che considero Anders e il cui capolavoro tu hai riassunto benissimo permettendomi così di fare un ottimo ripasso del senso di quell’opera. Complimenti, ripeto, perché io non sarei stato capace di fare la sua sintesi così bene.
Per il resto, ti dirò sinceramente, non vedo NESSUN politico, in Italia, in grado di migliorare le cose, ammesso che si possano migliorare.
Le mie critiche alla Sinistra sono esclusivamente dovute al suo contributo alla “DEREGULATION dei costumi” e non a quella economica che, anzi, mi preoccupo di meno con loro al governo che altri.
PS :…e questo passaggio :”…l’avvento del nichilismo come esito finale del
pensiero filosofico e la rimozione del mondo “vero”, con l’affermarsi
della tecnica come mondo artificiale in cui l'”homo creator” si
auto-imprigiona.”…ecco, questo tuo passaggio permette anche di capire meglio Baudrillard quando parla dell'”omicidio perfetto”, cioè quello della Realtà e, conseguentemente, della Disneyland in cui viviamo.
Passaggio molto utile per *incastrare* l’assassino !!
Che quando uno nasce Perry Mason lo rimane tutta la vita ;)))

LORIS & ANDERSultima modifica: 2020-02-10T01:25:25+01:00da allan11
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