RITORNO AL MODERNO

Gli psicologi prestano sempre molta attenzione alle emozioni dei loro pazienti. Ma se è vero che l’emozione dice qualcosa, non dice però necessariamente che cosa sia giusto pensare o fare.

Il Postmoderno, nella decostruzione del soggetto politico a favore di una valorizzazione delle “identità” culturali, religiose o sessuali, ha però solo svolto la prima parte ignorando la complementare elaborazione razionale delle emozioni.

La “dittatura dell’emozione”, valorizzando la natura effimera degli affetti, la natura fugace dei sentimenti, ha rimpiazzato così la comunità dei cittadini autonomi e solidali con il tribalismo di individui innamorati di sé e angosciati a causa del narcisismo inquieto che attanaglia ora l’individuo.
Più la società si disgrega sotto i colpi dell’ultraliberismo più la sofferenza si diffonde, senza altro sollievo che la fugacità dell’emozione. L’emozione porta così all’individualismo estremo delle società moderne, alla solitudine di un consumatore disumanizzato e ripiegato solo su se stesso.

La società disimpara così a pensare e perde una dopo l’altra le difese immunitarie contro la manipolazione, l’improbabile, la stupidità.
L’oceano emotivo in cui si trova immersa porta gradualmente a uno stato di vita decerebrato che ci trasforma in zombie.

Quello che si è insediato nella nostra civiltà è un “pensiero pigro”; è una facile postura relativistica in nome di una tolleranza molle, un cattivo individualismo che ricaccia narcisisticamente ciascuno al fondo del proprio sé negando ogni possibile valore comune.

“Stiamo sperimentando la conseguenza di una estrema frammentazione e di un pluralismo delle nostre società democratiche che non ha più una morale comune.”

Queste sono le conseguenze di quel Postmoderno che abolendo il sociale in nome del “capriccio” individuale, ha voluto leggere la Ragione, inaugurata dal MODERNO, come dogmatica, violenta e nel suo declassamento ha inferto un colpo fatale allo spirito critico, perché la RAGIONE si basa sulla capacità di interrogarsi, di sfidare i propri pregiudizi e preconcetti, di mettere in discussione ciò che sembra ovvio e che spesso è solo il risultato della percezione primaria dei soli nostri sensi.

Piuttosto si costruisce su un *dubbio metodico*, esposto da Cartesio nel suo “Discorso sul metodo”. La ragione consiste innanzitutto nel porsi domande che permettono alla mente di progredire, passo dopo passo, cercando sempre di andare oltre.
L’ESATTO CONTRARIO DELLA PROPAGANDA che, al contrario, ci insegna ad accettare come ovvio ciò di cui sarebbe ragionevole dubitare.

Non c’è libertà nella dittatura dell’affettività. Nessuna democrazia può essere governata dalle emozioni. Ne va del destino della società. Siamo dunque di fronte a una grande sfida politica, una sfida di civiltà: riportare la RAGIONE al centro delle nostre preoccupazioni, senza permettere più al solo sentimento di invadere il campo.

EMOTIVISMO POSTMODERNO
L’emotivismo è quella cosa in cui la verità oggettiva è sostituita dall’affermazione della verità individuale delle povere “vittime” “oppresse” che sono finalmente “empowered”…..a cui segue poi che le “povere vittime”, reagiscono da par loro, con le purghe staliniane verso chiunque dissenta dal loro statuto vittimario.
Questo è Il relativismo e l’emotivismo postmoderno che ha sostituito la ragione. Il problema , tutto postmoderno ovvero legato al relativismo, è illudere dicendo che le emozioni abbiano lo stesso peso e validità di un ragionamento logico od analitico.

PS :Tutto l’omosessualismo è solo una costruzione *emotivista* che di razionale non ha nulla
La Destra parlerà “alle pance” ma è sempre meglio che parlare “ai culi” come la Sinistra
VABBE’ ESSERE CONTRO L’ODIO, MA ANCHE L’AMORE COL CULO, PERO’

RITORNO AL MODERNOultima modifica: 2019-12-12T15:04:44+01:00da allan11
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