JEAN BAUDRILLARD

“I segni hanno la precedenza sul reale.
Gli oggetti dominano gli esseri umani.
La democrazia una forma di manipolazione di massa”

“La coscienza del XX secolo è una latrina.
Il XXI è iniziato male ma per ora
mi sorprende.”

“Dato che il mondo prende una piega delirante
dobbiamo adottare un punto di vista delirante”
Jean Baudrillard

DELIRI GIURIDICI
“Quando le cose, i segni, le azioni vengono liberati dalle loro idee, dal loro concetto, dalla loro essenza, dal loro valore, dal loro riferimento, dalla loro origine, dal loro fine, allora entriamo in una autoriproduzione all’infinito.
Le cose continuano a funzionare mentre l’idea che le accompagnava è da tempo scomparsa. Continuano a funzionare in una indifferenza totale nei confronti del loro contenuto.
[…]
“Ma le conseguenze di una tale dissociazione possono essere soltanto fatali. Ogni cosa che perde la propria idea è come l’uomo che perde la propria ombra – essa cade in un delirio in cui si perde”
J. Baudrillard – “La trasparenza del male”
PS : Parole in libertà usate alla cazzo di cane
Genitori : due uguali
Matrimonio : idem
Sesso : idem

“Dai tempi della liberazione sessuale la parola d’ordine è stata quella del massimo di sessualità col minimo di riproduzione ” J.B

“PENSIERO BASSO” : Miserie dell’antifascismo
Non riuscendo a trovare nuove energie, torna ossessivamente alle proprie origini e in questo inizio del secolo torna alle scene primarie del secolo scorso.
Quanto dev’esser debole l’attuale immaginazione e quanto grande l’incapacità di analisi della nostra situazione di quel patetico pensiero così basso da non aver nemmeno l’energia per superarlo perché vi sia bisogno di una taumaturgia così regressiva ?
Non potendo dar vita a un’altra storia si vede costretto a rimescolare la storia precedente per dare la prova della propria esistenza
Non sono le nostalgie fasciste il vero pericolo, quello che è pericoloso e derisorio è questa ritualizzazione , è questa ricostruzione mitica e mediatica di quegli eventi, allucinazione collettiva che riconduce a quell’epoca tutto l’immaginario assente nel nostro tempo: sono le convulsioni derisorie di questa perdita di realtà, la nostra di oggi.
PS: Quanto , dato che questo pathos necroculturale, le sue lamentele, le sue commemorazioni, le sue musificazioni a non finire, dovremo ancora annoiarci in questa galera ?

APPARENZA, OSTENTAZIONE, VISTOSITA’
“Questo mondo del solo “apparire” si rappresenta nel “consumo vistoso” divenuto norma di vita come unico tentativo di distinzione dagl’altri : “il troppo” perché occorre che sia mantenuta una differenza tra il necessario e il superfluo. in quella sua finzione che è “lo spreco”.
Star del cinema e dello sport, grandi protagonisti dello spreco, fan parlare di sé le riviste e la Tv : è sempre la loro vita in eccesso e la virtualità delle spese mostruose a venir esaltata in essi. Esso ha per funzione il rilancio economico del consumo di massa” J. Baudrillard
https://www.corriere.it/moda/news/cards/cristiano-ronaldo-l-orologio-2-milioni-euro-424-diamanti-polso/orologio_principale.shtml?fbclid=IwAR0ZQtUOpo5C42S1ipuTO5LTX0PfSlTksZHZ7Qt5MQSm5uKi1y0lv8y_mVQ

POPULISMO OVVERO RIBELLIONE
Il Gran Dio, che sia quello del monoteismo, o quello della provvidenza statale o dell’economia liberale, è un Moloch il quale chiede che si abdichi alla propria persona, corpo e spirito, per servirlo.
Ma sotto forma di eresie o di dissidenze, di fronde o di rivolte, di ironia o di indifferenza, la società ha sempre espresso il rifiuto di un addomesticamento di questo tipo, condotto in nome dell’unico Dio o della Ragione suprema.
La società offre una spontanea resistenza agli aberranti diktat venuti dall’alto e sa distinguere tra le riforme promulgate in suo nome. Quando viene posta di fronte a chi vuole darle ordini – l’autorità del mercato o della morale –, si mette in disparte, si ritrae o si ribella.
In che cosa consiste allora questa “potenza sotterranea” della società, ben più durevole dei poteri costituiti?
Nel fatto che questa società non ha niente a che vedere con l’immagine costruita dalle ideologie illuministiche: questa “ombra”, planando sempre sull’universo razionalizzato e reso in superficie asettico ella modernità, preserva la dimensione del genius loci, l’antico genio dei luoghi che è anche genio dei legami.
Ne è testimonianza la catastrofe dell’idea di progresso, che esigeva che il presente fosse interpretato esclusivamente alla luce di un futuro concepito come “miglioramento” o “ottimizzazione”: queste belle promesse, sempre tradite, non fanno più sognare.
Sebbene la parola sia bandita dalle officine mediali del divertimento e dalle università statali del decerebramento, è proprio il tragico ad essere di nuovo in opera
Le politiche incentrate su soggetti individuali e collettivi contrattuali hanno fatto il loro tempo: stiamo entrando, nel contempo, nelle metapolitiche della specie e nelle micropolitiche delle comunità, nelle logiche fluide del caos e negli equilibri aleatori dell’ordine, e ciò attraverso tematiche trasversali che spezzano, da sole, le vecchie linee di divisione.
Sinistra e destra, conservatori e progressisti non si distinguono più molto facilmente quando si discute dei cloni umani, delle macchine pensanti, dei geni modificati, dei climi surriscaldati, degli alimenti avvelenati, dei virus emergenti, delle popolazioni obese, delle lingue minoritarie, del fanatismo religioso, dei coprifuoco in città, dei referendum popolari, delle droghe in vendita libera, dei programmi informatici di criptaggio, delle zone grigie, dei conflitti etnici, delle regioni autonome, della rivendicazione sessuale…
Ribellione, quindi, , in una logica di aggiramento in previsione di un’implosione, evoluzione fatale di questo sistema
Ribellione che si differenzia sempre dall’ordine costituito perché il suo immaginario trova altrove il suo nutrimento, nei ricordi dell’origine e nei sogni del divenire.

PS: Ma pensare alla globalizzazione
quando il sistema terra ha il cancro
non è come continuare ad abbuffarti
quando dovresti pensare a una dieta ?

I mercati sono razionali….
come il cancro o l’Aids !!
Identica “deregulation”

SINTESI PENSIERO BAUDRILLARD

I prodotti non erano più caratterizzati semplicemente dal valore d’uso e dal valore di scambio, come nella teoria dei beni di Marx, ma il segno-valore – l’espressione e la marca di stile, prestigio, lusso, potere e così via – diventava una parte sempre più importante del prodotto e del consumo. In questa prospettiva, Baudrillard affermava che i prodotti venivano comprati e mostrati tanto per il loro segno-valore che per il loro valore d’uso e che il fenomeno del segno-valore era diventato un elemento essenziale del prodotto e del consumo nella società consumistica. Questa posizione era stata influenzata dalla nozione di Veblen di ‘consumo cospicuo’ e di esposizione dei beni analizzata nella sua Teoria della classe del tempo libero che Baudrillard ritenne che si fosse estesa a ogni membro della società consumistica.

Per Baudrillard, l’intera società era organizzata attorno al consumo e all’esposizione dei beni, attraverso i quali gli individui acquisivano prestigio, identità e reputazione sociale. In questo sistema, più prestigiosi sono i beni di una persona (case, automobili, vestiti e via dicendo), più è elevata la sua reputazione sociale nell’ambito del segno-valore. Così, proprio come le parole assumono un significato a seconda della loro posizione in un sistema differenziale di linguaggio, allo stesso modo i segni-valore assumono un significato a seconda del loro posto in un sistema differenziale di prestigio e di status sociale.

Descrivere come i beni, i media e le tecnologie creassero un universo di illusione e fantasia in cui gli individui diventavano preda di valori consumistici, ideologie mediatiche, modelli da seguire e tecnologie seduttive come i computer che fornivano mondi di ciberspazio………sconfitta totale della soggettività umana da parte del mondo degli oggetti………….il consumo stesso era una sorta di lavoro, ‘una manipolazione attiva dei segni’, un modo di inserirsi all’interno della società consumistica e di cercare di differenziarsi dagli altri.

Baudrillard attaccò sistematicamente il marxismo classico, dichiarando che non era che uno specchio della società borghese e che poneva la produzione al centro della vita, naturalizzando così l’organizzazione capitalista della società.

http://www.filosofico.net/baudrillard2.htm

Baudrillard sostenne la causa dello ‘scambio simbolico’, che si opponeva ai valori capitalisti di utilità e profitto monetario in favore di quelli culturali.

Le persone per natura ottengono piacere da cose come il consumo, lo spreco, le feste, i sacrifici e così via, che le fanno sentire indipendenti e libere di spendere gli eccessi della loro energia (e seguire in questo modo la loro ‘vera natura’). Gli imperativi capitalisti di lavoro, profitto e risparmio sono implicitamente ‘innaturali’ e vanno contro la natura umana.

Baudrillard sosteneva che la critica marxiana del capitalismo, al contrario, attaccava solamente il valore di scambio, mentre esaltava il valore d’uso e quindi il profitto e la razionalità strumentale, cercando in tal modo ‘un buon uso dell’economia’.

Il termine, perciò, si riferisce a delle attività simboliche o culturali, che non contribuiscono alla produzione capitalista, e all’accumulo di beni che potenzialmente costituisce una ‘negazione radicale’ della società produttivistica.

Opponendosi ai valori moderni, Baudrillard era a favore del loro annientamento.

Baudrillard pose un’altra linea di demarcazione nella storia tanto radicale quanto la rottura tra le società simboliche premoderne e quelle moderne. Sulla scia della teoria sociale classica, sviluppò sistematicamente le distinzioni tra le società premoderne organizzate attorno allo scambio simbolico, quelle moderne organizzate attorno alla produzione e quelle postmoderne organizzate attorno alla ‘simulazione’, termine con il quale egli designa i modi culturali di rappresentazione che ‘simulano’ la realtà come nella televisione, nel ciberspazio dei computer e nella realtà virtuale.

Baudrillard dichiarò la fine dell’economia politica e, quindi, la fine della problematica marxista e della modernità stessa:

In questo momento, per Baudrillard, le persone sono in una nuova era di simulazione in cui la riproduzione sociale (l’elaborazione delle informazioni, la comunicazione e via dicendo) sostituisce la produzione in quanto forma organizzatrice della società. In questa epoca, il lavoro non è più una forza di produzione, ma è esso stesso un “segno tra i tanti”. Il lavoro non è primariamente produttivo in questa situazione, ma è un segno della posizione sociale di una persona, del suo modo di vivere e del suo modo di sottomissione. Anche gli stipendi non hanno più nessuna relazione con il lavoro di un individuo e con ciò che uno produce, ma sono collegati alla posizione che uno occupa all’interno del sistema. Tuttavia, in maniera decisiva, l’economia politica non è più la base, il determinante sociale, o addirittura la ‘realtà’ strutturale in cui altri fenomeni possono essere interpretati e spiegati. Piuttosto, le persone vivono in una ‘iperrealtà’ di simulazioni in cui le immagini e l’attività dei segni sostituiscono i concetti di produzione e di conflitto di classe in quanto elementi chiave delle società contemporanee.

Da questo punto in poi, il capitale e l’economia politica scompaiono dalla storia di Baudrillard, o ritornano in forme completamente nuove. I segni e i codici proliferano e producono altri segni in cicli senza fine. Quindi, la tecnologia sostituisce il capitale in questa storia e la semiurgia (interpretata da Baudrillard come la proliferazione di immagini, informazioni e segni) prende il posto della produzione.

Per lui, le società moderne sono organizzate attorno alla produzione e al consumo di beni, mentre le società postmoderne sono organizzate attorno alla simulazione e all’attività di immagini e segni, che denota una situazione in cui i codici, i modelli e i segni sono le forme organizzatrici di un nuovo ordine sociale dove domina la simulazione.

Nella società della simulazione, le identità sono costruite tramite l’appropriazione di immagini e codici e i modelli determinano come gli individui si percepiscono e si relazionano ad altre persone.
L’economia, la politica, la vita sociale e la cultura sono tutte governate dal modo di simulazione, tramite il quale i codici e i modelli determinano come i beni siano consumati e usati, come sia spiegata la politica, come la cultura sia prodotta e consumata, e come la vita quotidiana sia vissuta.

Il mondo postmoderno di Baudrillard è anche un mondo in cui legami e distinzioni che precedentemente erano importanti – come quelli tra classi sociali, generi, tendenze politiche e domini, un tempo autonomi, della società e della cultura – perdono potere. Se le società moderne, per la teoria sociale classica, erano caratterizzate dalla differenziazione, per Baudrillard le società postmoderne sono caratterizzate dalla de-differenziazione, dal ‘collasso’ delle distinzioni, o dall’implosione.
Nella società della simulazione di Baudrillard, i campi dell’economia, della politica, della cultura, della sessualità e del sociale implodono tutti quanti l’uno dentro l’altro. In questa miscela implosiva, l’economia è plasmata dalla cultura, dalla politica e da altre sfere; invece l’arte, un tempo una sfera di potenziale differenza e opposizione, è assorbita nell’ambito economico e politico, mentre la sessualità è ovunque. In questa situazione, le differenze tra gli individui e i gruppi implodono in una rapida e mutevole dissoluzione del sociale e delle precedenti strutture sulle quali la teoria sociale si era un tempo concentrata.

In aggiunta, questo universo postmoderno è un universo di iperrealtà in cui l’intrattenimento, l’informazione e le tecnologie comunicative forniscono esperienze più intense e coinvolgenti delle scene banali della vita di tutti i giorni, così come forniscono dei codici e dei modelli che strutturano la vita quotidiana. Il reame dell’iperreale (p. es. le simulazioni mediatiche della realtà, Disneyland e i parchi dei divertimenti, i centri commerciali e altre escursioni in mondi ideali) è più reale del reale e attraverso di esso i modelli, le immagini e i codici dell’iperreale controllano il pensiero e il comportamento.

Delineando le vicissitudini del soggetto nella società presente, Baudrillard dichiarò che i soggetti contemporanei non sono più afflitti da patologie moderne come l’isteria o la paranoia. Piuttosto, essi vivono in uno
“…stato di terrore che è caratteristico dello schizofrenico, una promiscuità oscena di tutte le cose che lo assilla e lo penetra senza incontrare nessuna resistenza e nessuna aura, neppure quella del suo stesso corpo. A discapito di se stesso, lo schizofrenico è aperto a qualsiasi esperienza e vive nella più totale confusione”. ….un individuo nel mondo postmoderno diventa semplicemente un’entità influenzata dai media, dall’esperienza tecnologica e dall’iperreale.

Ad esempio, egli dichiarò che la modernità operava con un modo di rappresentazione in cui le idee rappresentavano la realtà e la verità, concetti che erano i postulati chiave della teoria moderna. Una società postmoderna scredita questa epistemologia creando una situazione in cui i soggetti perdono il contatto con il reale, si frammentano e si dissolvono. Questa situazione preannuncia la fine della teoria moderna che operava con una dialettica soggetto-oggetto in cui il soggetto rappresentava e controllava l’oggetto. Nella storia della filosofia moderna, il soggetto filosofico tenta di discernere la natura della realtà, per assicurarsi una conoscenza fondata, e di applicare questa conoscenza per controllare e dominare l’oggetto (cioè la natura, le altre persone, le idee e così via). Baudrillard seguiva la critica poststrutturalista, secondo la quale il pensiero e il discorso non possono più essere ancorati saldamente in strutture a priori o privilegiate del ‘reale’. Reagendo contro il modo di rappresentazione nella teoria moderna, il pensiero francese, specialmente quello di qualche decostruzionista (i “testualisti forti” di Rorty), si orientò maggiormente verso l’attività della testualità, del discorso, che, presumibilmente, si riferiva solo ad altri testi o discorsi in cui il ‘reale’ era bandito dal regno della nostalgia.

I segni hanno la precedenza sul reale,
gli oggetti dominano gli esseri umani

http://www.filosofico.net/baudrillard3.htm

Secondo lui, la società della produzione stava andando verso la simulazione e la seduzione….intrappolando gli individui in un ordine di simulazione e virtualità.
La democrazia una forma di manipolazione di massa

Nella società postmoderna mediatica e consumatrice, tutto diventa un’immagine, un segno, uno spettacolo, un oggetto transestetico – nella stessa misura in cui tutto diventa anche trans-economico, trans-politico e trans-sessuale.

Baudrillard sosteneva anche che il mondo era senza significato e che affermarne l’insensatezza era liberatorio:
“se potessimo accettare questa insensatezza del mondo, allora potremmo giocare con le forme, le apparenze e i nostri impulsi senza preoccuparci della loro meta finale. […] Come dice Cioran, non siamo dei fallimenti fino a quando crediamo che la vita abbia un significato – e da quel punto in avanti siamo dei fallimenti, perché la vita non ha un significato”.

http://www.filosofico.net/baudrillard5.htm

http://www.filosofico.net/baudrillard.htm

LA SOCIETA TOSSICA
Viviamo in un mondo dove pare che l’unico nostro problema sia lo spread e l’economia e non ci accorgiamo, o meglio, siamo indifferenti oramai, al fatto che questa società è schizofrenica e che noi siamo tali senza neppure che ce ne accorgiamo.
Ma non per modo di dire
I soggetti contemporanei non sono più afflitti da patologie moderne come l’isteria o la paranoia. Piuttosto, essi vivono in uno
“…stato di terrore che è caratteristico dello schizofrenico, una promiscuità oscena di tutte le cose che lo assilla e lo penetra senza incontrare nessuna resistenza e nessuna aura, neppure quella del suo stesso corpo. A discapito di se stesso, lo schizofrenico è aperto a qualsiasi esperienza e vive nella più totale confusione”. ….un individuo nel mondo postmoderno diventa semplicemente un’entità influenzata dai media, dall’esperienza tecnologica e dall’iperreale.
La “transessualità” , ad esempio, non è l’eccezione ma l’emblema di questa “iperealtà” dominante
Di quella “.. promiscuità oscena di tutte le cose che lo assilla e lo penetra senza incontrare nessuna resistenza e nessuna aura, neppure quella del suo stesso corpo.” come si diceva appena sopra.
Le società moderne erano caratterizzate dalla differenziazione, le società postmoderne sono invece caratterizzate dalla de-differenziazione, dal ‘collasso’ delle distinzioni, o dall’implosione.
La modernità operava con un modo di rappresentazione in cui le idee rappresentavano la realtà e la verità.
La società postmoderna screditando tutto questo ha creato una situazione in cui i soggetti perdono il contatto con il reale, si frammentano e si dissolvono.
Ambiente ideale per quello schizofrenico, appunto, che è aperto a qualsiasi esperienza e vive nella più totale confusione perfettamente a proprio agio.

JEAN BAUDRILLARDultima modifica: 2018-11-15T18:59:08+01:00da allan11
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