LA GRANDE TRASFORMAZIONE

” Perché non c’è una risposta *progressiva* Stiamo attraversando un momento in cui la società soffre così tanto il dominio dell’economia, a causa di una politica che non è riuscita più a tenerla a bada, che si rivolta e cerca una risposta politica per arginare quel dominio dell’economia che produce una sofferenza insopportabile, inaccettabile. Quel neo-liberismo ha vinto in modo così netto che ad un certo punto c’è una rivolta nella società che chiede alla politica di mettere dei freni. La risposta, pero, avviene oggi da coloro che declinano questa risposta in senso *regressivo*, ma non perché gli italiani sono improvvisamente diventati tutti fascisti, ma perché non c’è un’altra risposta politica *progressiva* rispetto a quella domanda di appartenenza, a quella domanda di protezione sociale, a quella domanda di protezione identitaria. E’ legittimo che vi sia una domanda di protezione identitaria. Quelle domande non trovano una offerta politica che possa affrontarle in senso progressivo.
Perchè questo ?
Perchè la Sinistra storica si è affidata alla costruzione di una sovranità europea o addirittura globale per poter dare argini all’economia e non prende in considerazione la possibilità che quel campo è impraticabile.
L’Unione europea o è liberista o è neoliberista o non è !!
E’ nei suoi fondamento, è programmaticamente una unione che marginalizza la politica e che da sovranità al mercato.
Non è un’accidente, non è una congiuntura di rapporti di forza sfavorevole.
E’ il suo codice genetico. E’ un progetto politico finalizzato a ridimensionare, a ridurre quello Stato che serviva a riequilibrare i rapporti tra capitale e lavoro
Ora noi siamo dentro a questo passaggio: da un lato l’insostenibilità dell’ordine dominante, dall’altra l’impraticabilità della strada che per trent’anni le forze progressiste hanno provato a percorrere per recuperare una dimensione politica. Questo secondo punto è un punto che non viene riconosciuto sulla base di una idea che l’appartenenza a una storia, l’appartenenza a una cultura, l’appartenenza alla dimensione nazionale sia un fattore intrinsecamente regressivo e quindi, di fronte a questo dato, che testardamente si vuole ignorare, alla fine si è subalterni.
Come provare a risalire questa china ?
Bisogna prendere atto che l’unica dimensione attraverso la quale la politica può ritrovare una qualche capacità di regolare l’economia è nella dimensione nazionale.
La nostra costituzione all’articolo 67 fa un riferimento molto forte alla nazione.
Quindi la nostra Costituzione, il carattere progressivo dei nostri principi costituzionali non sono astratti, sono radicati su elementi fondativi che sono appunto Patria e Nazione”
Stefano Fassina

COS’HA DI PARTICOLARE L’ITALIA ?
“Una cosa soprattutto che l’accomuna più ai paesi dell’Europa orientali che a quelli dell’Europa occidentali : l’Italia è stato l’unico paese dell’Europa occidentale , dopo il 1989, ad aver subito una radicale eliminazione del ceto politico e della classe politica. con una sua sostituzione improvvisa e radicale.
Questo è successo in Italia
E’ successo in Romania con Ceausescu
E’ successo in Polonia con il generale Jaruzelski
E’ molto significativo che sia stata eliminata una classe politica in Italia e non in Francia, Germania, Inghilterra eccetera
L’Italia è l’unico paese del mondo occidentale che ha subito questa sorte
Questo c’ha messo in una posizione di enorme debolezza rispetto agli altri paesi europei
E, guarda caso dal ’92, ’93 è partita la SVENDITA, in nome delle liberalizzazioni dei servizi pubblici, municipalizzate, ferrovie, autostrade, telefonie e comunicazioni, Fincantieri, Finmare, Finmeccanica, Ilva, Leonardo con le armi, Eni, Banche di interesse nazionale: Banca Commerciale Italiana (ora Pais Bass), Unicredit, Banco di Roma, Banco di Napoli, eccetera eccetera
Quell’eccezionale conglomerato economico-finanziario-industriale che si chiamava Iri.
PUFFFffff…tutto smembrato
MA VOI CREDETE CHE QUELLA VECCHIA CLASSE POLITICA CHE E’ STATA SMEMBRATA, ELIMINATA E FATTA A PEZZI AVREBBE CONSENTITO UNA OPERAZIONE DEL GENERE, AVESSE CONSENTITO A UNA SVENDITA A PEZZI E BOCCONI DEL PIU’ GROSSO COMPLESSO INDUSTRIALE E FINANZIARIO D’EUROPA ? ”
Dal minuto 1.11.18, ALESSAMDRO MANGIA, professore ordinario di diritto costituzionale nella facoltà di giurisprudenza dell’Università Cattolica di Milano

IL RAZZISMO ANTIFASCISTA
«Più le specie inferiori tenderanno a scomparire, più gli individui anormali saranno eliminati, meno degenerati rispetto alla specie ci saranno, e più io – non in quanto individuo, ma in quanto specie – vivrò, sarò forte, vigoroso e potrò prolificare».
Sembra di sentire l’auspicio della Murgia o di Scalfari ora a proposito dei “fascisti” ora della “plebe populista”
Non per niente Foucault individua nel razzismo un potentissimo dispositivo biopolitico: non solo si addita una determinata parte della popolazione come non idonea a farne parte (escludendola dunque di fatto dal corpo stesso della popolazione), ma si lascia aleggiare, se non addirittura si fomenta, la paura che tale parte possa costituire un germe che vada a infettare la parte “sana”, trascinandola nel baratro della sua a-normalità.
Il potere biopolitico agisce creando una “norma” che va seguita se si vuole rientrare nei parametri di chi ha diritto al benessere, fornendo tecniche che permettano di rientrare in questi suddetti parametri. cui protagonista è l’homo oeconomicus, che è invitato a essere imprenditore di se stesso, a contribuire in prima persona alla crescita, non solo economica, essendo agente attivo che si sposta, si educa e a sua volta educa, per garantire anche una continuità familiare.
Le sue trame sono nascoste appunto sotto questa razionalità, che fa apparire giustificata anche l’azione più aberrante.
Si rimane incastrati nella sua logica e anzi la si fomenta, semplificando: io sto bene, vedo chi sta male e non voglio assolutamente finire così, perciò ringrazio chi mi governa e seguo scrupolosamente le sue indicazioni normalizzatrici pseudo-liberali
Il potere non disciplina più i corpi ma plasma le menti, non costringe ma seduce, sicché non incontra resistenza perché ogni individuo ha interiorizzato come propri i bisogni del sistema tecno-finanziario solamente
Accecati dall’ambizione di non fallire, di non poterselo permettere, sacrificano gli altri per emergere, con un egoismo non sempre però evidente, nella società pop e internet.
Tutta qui l’indignazione degli Scalfari e delle Murgia.
Giusto anche il loro antifascismo
Infatti noi, che li aborriamo la loro eugenetica, siamo ANTINAZISTI
Loro solo antifascisti

IL RAZZISMO PSICHICO DEI CACICCHI
I “cacicchi” erano una sorta di “governance” ante-litteram.
Piccoli capetti messi lì dal potere autentico spagnolo come servi ma dotati, per delega di quello, di autoritarismo sul popolo.
Emblema di quel razzismo psicologico non basato sulla pelle ma sulle idee.
Oggi, i nuovi “cacicchi”, sono al servizio di un neo-liberalismo sfrenato voluto dalla aristocrazia tecno-finanziaria e zelantemente lo difendono acriticamente ostracizzando il dissenso con un neo-linguaggio fatto di “fascisti”, “omofobi”, “sessisti” ecc, atto solo ad indicare i trasgressori della “norma” imposta.

Solo piccoli zulù da barzelletta dei carabinieri e nient’altro

http://www.casecuba.com/fotos/pr-hatuey01.jpg

Evidentemente l’antifascismo non libera dal male,
essendocene precchio anche in assenza del fascismo.

Pare che il Fascismo abbia superato il Limoncello per quando sei alla frutta e oooooltre…

LA GRANDE TRASFORMAZIONEultima modifica: 2018-11-08T20:41:34+01:00da allan11
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