GROUND CONTROL TO MAJOR TOM

Ci voleva molto coraggio per partire per quella missione.
Sarebbe potuto non poter tornare mai più indietro.
Avrebbe dovuto riempire i vuoti di comunicazione tra l’astronave e la terra con la fantasia.
Se non ci fosse riuscito poteva perdersi nello spazio infinito.
Era l’unico modo per affrontare quel viaggio.
Ma Tom lo aveva già fatto mille volte, quando era ragazzo, e i vuoti della mente che stranamente aveva li riempiva di simboli immaginari che quando tutto tornava a posto nel suo cervello era in grado di riferire tutto il discorso come se lo avesse sentito al pari di tutti gli altri e nessuno se ne accorgeva.
Aveva questo particolare dono in compenso.
Riusciva ad udire anche nel silenzio.
Per questo era stato scelto per quella missione dove la luna si sarebbe frapposta alla comunicazione dalla terra per lunghi periodi.

Il giorno della partenza si avvicinava.
Tutti temevano per lui fuorché lui stesso.
Sapeva che quando sarebbe stato raggiunto dal silenzio il suo metodo per andare oltre all’udibile avrebbe funzionato come al solito.
Gli sarebbe bastato PREGARE e quello spazio tra il reale e il nulla cosmico si sarebbe riempito di mille immagini e colori e non si sarebbe sentito mai solo.
Era l’ultimo uomo sulla terra a saperlo fare ancora.
Tutti gli altri lo avevano dimenticato.
Erano riusciti, con la loro scienza, a costruire macchine inimmaginabili.
ma solo lui era in grado di guidarle.
Loro no.
Loro erano rimasti al reale.
Tom, invece, sapeva navigare nell’Immaginario e nel regno del Simbolico come nessun altro più.
In quel mondo ai confini della realtà, in quella dimensione in cui lui sapeva ancora credere.

GROUND CONTROL TO MAJOR TOMultima modifica: 2016-03-13T09:34:51+01:00da allan11
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