La “Filosofia della mente” è presa in mezzo a due correnti opposte : una riduttivistica e una anti-riduttivistica.
Una più sensata, antiriduttivistica, che afferma : « La mente descritta dalla scienza cognitiva è in grado, per esempio, di giocare perfettamente a scacchi, e può persino essere programmata per barare. Ma non è afflitta dal senso di colpa quando bara, o distratta dall’amore, dalla rabbia o dalla paura. Né è automotivata da una vena competitiva oppure dall’invidia e dalla compassione. »
E una decisamente riduttivistica, che definirei meglio “MENTE PSICOTICA”, stante le numerose analogie con detta patologia dove la componente emozionale è completamente assente, che equipara la MENTE, appunto, ad un COMPUTER !!
Il tutto ha poi una ricaduta nella tripartizione di:
Mente-corpo
Mente-mondo
Mente-mente
Ma non bisogna farsi ingannare da queste apparenze perché il problema, in realtà, resta sempre lo stesso : riduzionismo o antiriduzionismo, cioè il problema delle analogie tra il funzionamento della mente umana e quello dei computer.
Ora, il fronte riduzionista, ha nel COMPORTAMENTISMO, con l’ausilio del “Funzionalismo” di Putnam, oltre a Dannet e Carnap, i suoi portabandiera.
Dall’altra parte invece stanno Popper, Searle, Deyfus, Nagel e Damasio.
Nel primo caso, riduci oggi, riduci domani, siamo praticamente alla sola valenza Mente-Mondo, cioè, da cui il titolo, alla mancata integrazione sia di Mente-Corpo, ignorata, come altresì quella di Mente-Mente.
Essendo però, detta istanza riduzionistica, ben più funzionale all’Impero, pare esista soltanto detta MENTE-DISINTEGRATA-PSICOTICA (dove, cioè, per “disintegrato” si intende la mancata integrazione di Corpo-Mente)
Ed è proprio da questa *Filosofia della mente* Disintegrata e Psicotica che sorge il primato della Sociologia.
Anche se, il pecorame maggioritario, manco s’accorge di striscio di come stiano le cose.