Questo mondo nietzsciano di infima qualità

Tutti nietzschiani :”Meglio non essere mai nati…in secondo luogo morire presto”…poi, basta un virus e tutti a cagarsi addosso

MARCO V.
In realtà quella cosa tragica, ma secondo lui affermatrice della vita, Nietzsche la prende dai Greci. Pure loro però non è che si offrissero spontaneamente alle epidemie… Comportamenti del genere sono da ricercare in altri orizzonti religiosi… Però è vero che quello di Nietzsche è il pensiero più sfruttato e al contempo più disatteso da certe branchie di quello che qualcuno chiama “pensiero unico”:-)

IO
..ma sai, io sono un copia-incollatore professionista :
“Penso che oggi come oggi il pensiero di Nietzsche abbia vinto, penso che stiamo vivendo in un mondo nietzschiano di bassa qualità.”
― da “Cahier”
“Per l’Occidente non nutro odio, tutt’al più un immenso disprezzo.”
― da “Cahier”

https://img.huffingtonpost.com/asset/5dd5103e1f0000420edeeeed.jpeg?cache=eVNiYQ8AxA&ops=scalefit_720_noupscale

MARCO V.
> “Penso che oggi come oggi il pensiero di Nietzsche abbia vinto, penso che stiamo vivendo in un mondo nietzschiano di bassa qualità.”
> ― da “Cahier”

Ma Nietzsche non è un pesce facile da catturare… Certi suoi interpreti ne hanno sforbiciato il pensiero, per farlo stare tutto dentro il paradigma annacquato del “non esistono fatti ma solo interpretazioni”. Sotto ho suddiviso, rispettandone l’ordine, in quattro parti l’aforisma 377 de “La gaia scienza”, intitolato <>. Il primo e il quarto brano la “generazione Rackete” li potrebbe innalzare a propria bandiera, ma il secondo e il terzo… a te il giudizio.

> “Per l’Occidente non nutro odio, tutt’al più un immenso disprezzo.”
> ― da “Cahier”

Qual è l’esperienza piú grande che potete avere? L’ora del grande disprezzo. L’ora in cui la vostra felicità vi farà nausea, e anche la vostra ragione, e la vostra virtú (da “Così parlo Zarathustra”)

> https://img.huffingtonpost.com/asset/5dd5103e1f0000420edeeeed.jpeg?cache=eVNiYQ8AxA&ops=scalefit_720_noupscale

Houellebecq… la sua comparsa fu una ventata di aria, diciamo così, fresca, sebbene piena di fumo di sigaretta (per lo meno):-). Ecco, diciamo che lui svetta a confronto dell’immondizia di un “Baricco”, di un “Saviano” o di altri “campioni” del genere (non ha senso distinguerne i generi letterari, se non per la raccolta differenziata:-)). Gli preferisco comunque l’originale, se proprio di maledetti e di damnatio memoriae deve trattarsi: https://www.youtube.com/watch?v=ItmFq67kSgw&t=314s


1.
* Noi senza patria*. Non mancano tra gli Europei di oggi coloro che hanno il diritto di dirsi, in un senso che distingue ed onora, uomini senza patria, e proprio al loro cuore sia espressamente raccomandata la mia sapienza segreta e gaia scienza! Poiché la loro sorte è dura, la loro speranza incerta, bisogna fare giochi di prestigio per inventar loro un conforto – ma a che serve? Noi figli dell’avvenire, come potremmo mai sentirci a casa in quest’oggi? Noi siamo avversi a tutti gli ideali per i quali uno potrebbe ancora, perfino in questa fragile, frantumata epoca di transizione, sentirsi a casa propria; ma per quanto riguarda le loro “realtà”, non crediamo che esse abbiano durata.

2.
Noi non “conserviamo” nulla, non vogliamo neanche ritornare a qualunque passato, non siamo assolutamente “liberali”, non lavoriamo per il “progresso”, non abbiamo bisogno di turarci le orecchie contro le sirene avveniristiche del mercato – quello che esse cantano, “uguaglianza di diritti”, “società libera”, “non più padroni e non più servi”, non ci attira! – non riteniamo assolutamente auspicabile che si fondi sulla terra il regno della giustizia e della concordia (perché in ogni caso sarebbe il regno della più profonda mediocrizzazione e cineseria), ci rallegriamo di tutti coloro che, come noi, amano il pericolo, la guerra, l’avventura, che non si lasciano tacitare, accalappiare, riconciliare e castrare, annoveriamo noi stessi tra i conquistatori, meditiamo sulla necessità di nuovi ordinamenti, anche di una nuova schiavitù – giacché per ogni rafforzamento ed elevazione del tipo “uomo” ci vuole anche una nuova forma di asservimento – non è vero?

3.
Che cosa ci può importare dei lustrini con i quali il malato adorna la sua debolezza? La metta pure in mostra come la sua virtù – non c’è infatti alcun dubbio che la debolezza renda mansueti, ah, così mansueti, così inoffensivi, così “umani”! La “religione della compassione”, a cui ci si vorrebbe persuadere – oh, conosciamo abbastanza gli isterici ometti e donnicciole che attualmente hanno bisogno proprio di questa religione come velo e ornamento!

4.
[…] siamo ben lontani dall’essere “tedeschi” abbastanza, nel senso in cui oggi ricorre la parola “tedesco” nell’uso comune, per metterci dalla parte del nazionalismo e dell’odio di razza, per poter provare gioia della rogna al cuore e del sangue inquinato delle nazioni, a causa dei quali oggi, in Europa, popolo contro popolo si guarnisce di frontiere e di sbarramenti come fossero quarantene.

IO
Molto belli a acuti questi quattro brani dalla Gaia scienza a riprova di come ne hanno “…sforbiciato il pensiero, per farlo stare tutto dentro il paradigma annacquato…” del “pensiero unico” , a riprova, se qualcuno avesse ancora dei dubbi, di questo nietzschianesimo malriuscito della nostra epoca. (Rackete/rackitico di Gay scienza ?!? Diciamolo, và ;))

Ma parliamo di Celine che è meglio.
Certo, genio impareggiabile, ma nel suo “Viaggio…” io *sentivo* il mondo degl’anni ’30. Parigi, l’Africa, l’America.
Oserei dire che Houellebecq riparte da dove l’altro terminava. L’industrializzazione, la decadenza coloniale, l’impoverimento e l’aridità delle coscienze ….copio e incollo…””La storia dei costumi, dopo l’ultima guerra, è questa epopea di distruzioni accelerate che la retorica progressista più impennacchiata non ha smesso di descrivere come una serie di “lotte” eroiche, di “conquiste”, di “progressi”, di “liberazioni” benefiche, di sperimentazioni “d’avanguardia” ultrapositive, di avanzamenti e di balzi straordinari.”….”esterno da cui l’umanità attuale è descritta, non solo in preda al sesso e alla morte, come lo è da sempre, ma aggravando questo dato di base con frenesia a causa dell’avvilimento consumatorio illimitato del sesso e della morte, pur raccontandosi che si tratta di un progresso meraviglioso e senza precedenti per la specie umana.”

Certo, nulla a chè vedere con (non posso fare a meno di riportarla perchè troppo bella ) “…l’immondizia di un “Baricco”, di un “Saviano” o di altri “campioni” del genere (non ha senso distinguerne i generi letterari, se non per la raccolta differenziata:-)).
E a proposito di questi “campioni”…”dei cretini hanno osato parlare di nichilismo con il pretesto che metteva in scena dei personaggi cosiddetti “demoralizzati”, mentre sono i discorsi ottimistici, estasiati, positivi, moderni, tutti complici nell’avallare il disastro, a essere la peggiore demoralizzazione che si possa immaginare oggi e a dare a ogni istante la tentazione di scoppiare in singhiozzi se la voglia di schiaffeggiare coloro che li pronunciano non fosse ancora una fonte di più grande giubilo.”…… “L’accusa di nichilismo oggi è ormai solo quell’atteggiamento mafioso di cui Heidegger, ormai molto tempo fa, sembrava aver già previsto tutta la ignominia: “Le canaglie pubbliche hanno abolito il pensiero e messo al suo posto la chiacchiera, quella chiacchiera che subodora il nichilismo ovunque si senta in pericolo.””…… “Hanno difeso le loro chiacchiere affermando che si trattava di pensiero, contro un’opera d’arte che era anche una patologia, cioè, in certo qual modo, una “scienza” in cui loro stessi non erano che sintomi.”

Sono quei figli tardivo/ritardati di quel … “Nel bene e nel male, il maggio Sessantotto ha abolito il senso e ciò che dava senso.” …che… “Si sa che Michel Houellebecq ha dato un gran calcio nel formicaio del maggio Sessantotto, e questo in un mondo in cui i sessantottini hanno preso il potere e sono diventati gli sgobboni zelanti del nichilismo liberale.”

Spero di essere stato comunque chiaro nonostante il mio forsennato copia-incolla sempre da quel libro di critici vari che è *CAHIER*
Ma esprimevano così bene il mio pensiero che potevo solo peggiorarlo andandoci intorno 🙂

MARCO V.
Sei stato chiaro:-). Guardando con estrema *lucidità* alla storia politico-culturale europea (e non solamente italiana, che per certi aspetti, riconducibili alla guerra civile, ai suoi infiniti travestimenti e alla presenza “inoculata” della Chiesa cattolica è un caso a parte) degli ultimi decenni (post 1989), secondo me non si può fallire una diagnosi, a cui va assegnata una posizione centrale in qualunque tentativo di fare luce sul presente e, fin dove possibile, sul futuro (anche nel senso dei *pericoli* che potrebbero essere in preparazione). E’ crescente, e non solo nelle classi meno colte, un sentimento di radicale ostilità, che a volte assume la forma di un vero e proprio odio, verso la retorica progressista. Le ragioni della percezione di questa ostilità sono essenzialmente due:
– la retorica universalistica progressista appare oramai collegata ad un potere, di carattere prevalentemente tecnico-economico (perché solamente le categorie tecnico-economiche possono ambire ad una applicazione *universale*), che sta peggiorando le nostre vite, innanzitutto in termini di sicurezza sociale ed economica;
– l’universalismo progressista è figlio della negazione del potere, la quale voleva “cambiare il mondo”. Questo è il marchio indelebile. Quando il progressismo va al potere, accade perciò non semplicemente che si formi un potere che nega di essere tale, ma accade che la negazione del potere consegua *il potere* di negare di essere potere.

La congiunzione tra questi due aspetti genera l’ostilità, più o meno rancorosa, di cui è sempre più vittima il progressismo. E’ davvero inutile – una operazione da “Sole24Ore” – cercare di mostrare l’errore cognitivo-percettivo che sarebbe commesso da chi, credendo che le nostre vite stiano peggiorando etc., finisce con lo sputare nel proprio piatto. Illusorio, anche, risolvere tutto con analisi di carattere generazionale. Se la cultura progressista insisterà ostinatamente in questo tentativo di “correzione cognitiva”, allora è proprio la ragione a dirci che, in assenza di un enorme incremento del benessere (molto improbabile nel breve-medio termine), crescerà proporzionalmente il rischio che il bambino venga buttato assieme all’acqua sporca. Perché un bambino che la gran parte di noi *vuole* tenersi stretto c’è: si chiama Stato di diritto, con il suo sistema di garanzie, non è vero?

IO
..guarda…lasciami esprimere innanzitutto il piacere di parlare con qualcuno che FI-NAL-MEN-TE ragiona….ma vado subito oltre senza tanti salamelecchi e vado a copincollare furiosamente :
“Nessun romanziere, fino a Houellebecq, aveva intuito così bene l’essenza del capitalismo, basato sull’incertezza e sull’angoscia.”….”un terrore largamente legato all’incertezza che fa regnare: incertezza sul lavoro (rischio di disoccupazione) e sulla ricompensa del lavoro, il consumo (obsolescenza degli oggetti)….. “I personaggi di Houellebecq vivono questa interiorizzazione della paura….il terrore che il cambiamento perpetuo fa vivere ai subalterni…”…. “non c’è nulla di più triviale, antipoetico dell’economia. L’economia riduce le mille e una dimensioni poetiche della vita a due dimensioni: il denaro in ascissa, la razionalità in ordinata.”

“Perché i suoi romanzi riscuotono un tal successo? Perché è il primo ad aver messo in musica con tanto talento questa guerra. “Il capitalismo è per sua stessa natura uno stato di guerra permanente, una lotta perenne che non può mai avere fine.”1 Se la sofferenza dei protagonisti di Dostoevskij è legata alla morte di Dio, quella dei protagonisti di Houellebecq nasce dalla violenza perpetua del mercato.”

“Rifiutiamo l’ideologia liberale perché è incapace di dare un senso, una strada alla riconciliazione dell’individuo col suo simile in una comunità che si potrebbe definire umana.”…”Poiché la morale dell’ideologia liberale è il contrario: sii egoista e crudele. Domina e uccidi il prossimo tuo. Abusane. Freud aveva scritto esattamente la stessa cosa nel Disagio della civiltà.”…”Ormai dovrete battervi per sopravvivere, preda o squalo in mezzo agli squali.” …

“Che la società – sarebbe meglio dire l’umanità – muoia di economia”

…ecco, credo di aver esaurito il mio copiaincollamento a conferma della tua inconfutabile osservazione che “la retorica universalistica progressista appare oramai collegata ad un potere, di carattere prevalentemente tecnico-economico ”

Ma a questo punto mi sorge un dubbio, caro Marco.
Premetto la stupenda sintesi di Loris su Anders che mi sono conservato nel mio blog : https://oltreilvuotorelativista.myblog.it/2020/02/10/loris-anders/

Ma tu pensi che tutti i discorsi, da Anders a Severino, sulla tecno-scienza, i “progressisti” li abbiano capiti ? Io ho dei dubbi.

Che magari poi dico una cazzata ma…quello “Stato di diritto” a cui fai riferimento al termine del tuo post, non è proprio l’antidoto…e qui termino copincollando te… a quel …” perché solamente le categorie tecnico-economiche possono ambire ad una applicazione *universale* ??!?

Questo mondo nietzsciano di infima qualitàultima modifica: 2020-02-28T00:23:56+01:00da allan11
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