JUNG & DESIDERIO

“Giunge al luogo dell’anima chi distoglie il proprio desiderio dalle cose esteriori.
Se non la trova, viene sopraffatto dall’orrore del vuoto. E, agitando più volte il suo flagello, l’angoscia lo spronerà a una ricerca disperata e a una cieca brama delle cose vacue di questo mondo. Diverrà folle per la sua insaziabile cupidigia e si allontanerà dalla sua anima, per non ritrovarla mai più. Correrà
dietro a ogni cosa, se ne impadronirà, ma non ritroverà la sua anima, perché solo dentro di sé la potrebbe trovare. Essa si trovava certo nelle cose e negli uomini, tuttavia colui che è cieco coglie le cose e gli uomini, ma non la sua anima nelle cose e negli uomini. Nulla sa dell’anima sua. Come
potrebbe distinguerla dagli uomini e dalle cose? La potrebbe trovare nel desiderio stesso, ma non negli oggetti del desiderio.

Avendo abbandonato il mio desiderio di cose e persone, ho distolto il mio Sé dalle cose e dalle persone, ma proprio per questo sono diventato preda certa dei miei pensieri, anzi mi sono identificato pienamente con essi.
Anche dai miei pensieri ho dovuto separarmi, distogliendo da essi il mio desiderio. E ben presto mi sono accorto che il mio Sé era diventato un deserto in cui ardeva soltanto il sole del desiderio non placato. Ero sopraffatto dalla sterilità infinita di questo deserto. Anche se qui qualcosa
avrebbe potuto attecchire, vi mancava però la forza creativa del desiderio. Ovunque ci sia la forza creativa del desiderio germoglieranno i semi propri di quel terreno.

Non è poco confessare a se stessi il proprio vivo desiderio. Molti hanno bisogno di un particolare sforzo d’onestà. Troppi non vogliono sapere a che cosa anelano, perché ciò pare loro impossibile o troppo doloroso. Il desiderio è però la via della vita. Se non ammetti di fronte a te stesso il tuo desiderio, allora non seguirai te stesso ma strade estranee che altri hanno tracciato per
te. Così non vivi la tua vita, ma una vita estranea. Ma chi altri deve vivere la tua vita, se non tu stesso? Scambiare la propria vita per quella di altri non è soltanto una cosa sciocca, ma anche un gioco ipocrita, perché non puoi mai vivere realmente la vita dell’Altro, fai solo finta, inganni l’Altro
e te stesso, perché tu puoi vivere solo la vita che ti appartiene.

Se rinunci al tuo Sé, lo vivrai nell’Altro; in tal modo sarai egoista verso l’altra persona, e la ingannerai. Tutti credono che una vita del genere sia possibile, ma è solo un’imitazione scimmiesca.
Cedendo alle tue voglie da scimmia, contagerai gli altri, perché la scimmia induce a scimmiottare.
Così renderai scimmia te stesso e gli altri. Copiandovi a vicenda vivrete secondo le aspettative della media, per cui da sempre – per la smania che tutti hanno di imitare – fu creata un’immagine: quella dell’eroe. Per questo l’eroe fu assassinato, proprio perché tutti noi lo imitavamo in modo
scimmiesco. Sai perché non riesci a liberarti del tuo lato scimmia? Per paura di restare solo e di dover soccombere.
Vivere se stessi significa essere un compito per se stessi. Non puoi mai dire che vivere per se stessi sia un piacere. Non sarà una gioia, ma una lunga sofferenza, perché devi farti creatore di te stesso. Se vuoi crearti, non comincerai certo dai lati migliori e più elevati, ma da quelli peggiori e
infimi.”

C.G. Jung – Libro Rosso

JUNG & DESIDERIOultima modifica: 2017-06-06T13:14:40+02:00da allan11
Reposta per primo quest’articolo