Perché “Enti” che difettano nella comprensione dell’Essere !
IL LAICO E’ UNA PERSONA *INAUTENTICA*
Metafisica non significa tanto un al di là rispetto al mondo fisico, quanto un al di qua che si identifica con l’esistenza ed è inacessibile allo sguardo riflessivo cui è nascosta la sua stessa riflessione.
Metafisica che si traduce nel rendere vere tutte le cose illuminando le ombre.
In quest’ottica la laicità è proprio quello stato di vita *inautentica* che non chiedendosi il senso dell’Essere permane nell’oblio di se stessa e, in prima istanza, del proprio Desiderio autentico facendosi giocare da quello indotto, *inautentico* per definizione.
Dove, altresì, l’*angoscia* che lo richiama alla consapevolezza del proprio esistere viene annullata ora da psicofarmaci, ora da sesso , droga & rock and roll, meglio se hard come al Bataclan. Guarda caso.
Questo non significa che le persone religiose ne siano esentate stante , tutt’ora, validissima la distinzione di Kierkegaard tra “Cristianesimo e cristianità” dove, la stessa domanda posta dall’*angoscia*, viene risolta con formule magiche, rituali, stereotipate e *inautentiche* come quelle laiche, poiché travisano l’asserto iniziale della Metafisica come di qualcosa che non riguarda “l’al di là”.
ESSERE, INCONSCIO, DIO
Tre lati dello stesso triangolo e l’uomo è la pallina
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OBLIO DELL’ESSERE & OBLIO DEL DESIDERIO
Metafisica non significa tanto un al di là rispetto al mondo fisico, quanto un al di qua che si identifica con l’esistenza ed è inaccessibile allo sguardo riflessivo cui è nascosta la sua stessa riflessione.
Metafisica che si traduce nel rendere vere tutte le cose illuminando le ombre.
In quest’ottica la laicità è proprio quello stato di vita *inautentica* che non chiedendosi il senso dell’Essere permane nell’oblio di se stessa e, in prima istanza, del proprio Desiderio autentico facendosi giocare da quello indotto, *inautentico* per definizione.
Detto in altri termini solo riprendendo a porsi quelle “domande senza risposta”, come le definisce Hannah Arendt, l’uomo potrà ripercorrere a ritroso quel cammino che da Nietzsche in poi ha portato a quell'”oblio dell’essere” di cui il primo a farne le spese è proprio quel Desiderio autentico nella cui notte viviamo.