Se strappano un neonato alla mamma

Le urne si aprono in Gran Bretagna, paese a cui ho sempre guardato con ammirazione per una serie di fattori che sarebbe lungo qui elencare. Ma questa giornata elettorale viene a mio avviso squassata da una notizia che racconta perfettamente quel che rischia di accadere a voler lasciar passare senza neanche far finta di combattere una visione antropologica che trasforma le persone in cose. La vicenda riguarda la cosiddetta “maternità surrogata”, pratica che in Gran Bretagna è consentita vietando un po’ ipocritamente i compensi che vengono sostituiti da sistematici “rimborsi” alle gestanti. I fatti sono semplici e terribili insieme: una mamma che si era detta in un primo tempo disponibile a “aiutare” una coppia omosessuale ad “avere un figlio”, qualche giorno prima del parto ci ha ripensato. Ha partorito quel bambino, ha scoperto che era una bambina, ha avvertito il legame fortissimo che si instaura tra madre e neonata, si è rifiutata di consegnarla agli acquirenti “rimborsatori”. Dopo una causa legale, l’Alta Corte inglese ha stabilito che la bambina doveva essere tolta alla madre e consegnata alla coppia omosessuale, dove uno dei partner era il padre biologico della figlia.

Va riportato qui quanto scritto dal quotidiano La Stampa nel raccontare la vicenda legale: “A far decidere la giuria per questo tipo di sentenza sono stati anche altri elementi. Contrariamente agli accordi pre-parto, la donna non ha comunicato ai due uomini la nascita della figlia, l’ha poi allattata al seno, le ha dato un nome non concordato e l’ha persino battezzata in chiesa”. Capito che criminale questo donna? Ha protetto la propria bambina partorendo riservatamente, l’ha allattata al seno e come se non bastasse la degenerata l’ha “persino” battezzata in chiesa. Persino. Come osa?

Io non so più cosa dire e cosa scrivere per rendere evidente la violenza insita nelle procedure di utero in affitto o, chiamatele come diavolo volete, di maternità surrogata o gestazione per altri. Io credo che questa storia sia orribile, fondamentalmente criminale, che la legge è infame e inumana se obbliga lo Stato a strappare una neonata a una mamma in virtù di un patto che non può mai essere scritto e se pure scritto deve poter prevedere il diritto al ripensamento. E’ un ripensamento ovvio, che attraversa qualsiasi donna che partorisce un figlio e mai può vederselo strappare a cuor leggero, neanche per tutto l’oro del mondo. Una società che vara leggi così vara leggi disumane, chi afferma che questo diritto è un “nuovo diritto” o un “diritto civile” è a mio modo di vedere un incivile. E non c’entra Gesù, Dio o Maria, c’entra l’uomo con tutta la sua intensa dignità, c’entra la dignità della persona che deve riconoscere ciò che è: un figlio nasce da sua madre ed è prima di tutto di sua madre. Costruire normative che desessualizzano la maternità e la rendono una dinamica di patti scritti e soldi in vario modo transati, vuol dire costruire una umanità disumana.

La conseguenza è una legge disumana e senza dubbio questa sentenza inglese è disumana. E allora non mi meraviglio che in Gran Bretagna si strombazzi come grande prossimo mito di progresso la trigenitorialità grazie alle manipolazioni del dna o la candidata alle elezioni ambientalista Nathalie Bennett sfidi Cameron e Milliband dicendosi aperta alla “tutela legale dei poliamori”, cioè a immaginare matrimoni a tre o a quattro, tanto ormai l’istituto in terra britannica è già devastato.

No, se questa è civiltà e progresso, io davvero mi tengo la battaglia per la resistenza in Italia di una ragionevolezza che preveda il diritto per la madre di tenersi il proprio figlio, perché quel figlio non è un oggetto, le persone non sono cose. Il giudice che ha staccato la mamma dalla propria bambina, il giudice che ha ritenuto di notare un crimine in una donna che allatta al seno una neonata e “persino” la battezza, non dorma stanotte, non dorma domani. Quel giudice è un criminale, che applica una legge criminogena. Altre parole non ce ne sono, altre parole io non ho, ma sicuramente non mi stancherò di ripeterle.

Mario Adinolfi

Se strappano un neonato alla mammaultima modifica: 2015-05-08T11:26:56+02:00da allan11
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