Menzogne Gender

Questo caso si riferisce ad una coppia di gemelli di
sesso maschile, i quali furono sottoposti ad un intervento di
circoncisione ed uno di essi per un errore chirurgico subì la resezione
totale del pene. I genitori disperati si rivolsero ad uno specialista, il
dottor John Money, per sapere come comportarsi. Il dottor Money,
assertore dell’ideologia del gender che era agli albori ma già
abbastanza sviluppata, suggerì, dato che l’identità sessuale e
l’orientamento sessuale si costruiscono in base all’educazione, di
allevare il gemello con il pene reciso come se fosse una femmina. In
tal modo si prescindeva totalmente dal fatto che il bambino era nato
maschio e fino a quel momento non aveva avuto nessun problema.
Questo caso per molto tempo è stato citato per suffragare in larga
misura la teoria dell’apprendimento sociale dell’identità sessuale. Il
fatto successe nel 1963 e nel 1975, quando il paziente aveva 12 anni,
il dottor Money pubblicò un articolo raccontando che lei, cioè il
gemello amputato, era cresciuto come una femmina normale,
confermando così la sua previsione che, educandola come una
ragazza, si sarebbero annullati gli effetti mascolinizzanti dei geni
maschili e degli ormoni androgeni perinatali. L’altro gemello,
allevato come un maschio, fungeva da controllo. Dato l’interesse di
questo caso e la descrizione che ne fu data da Money, questo caso fu
citato ampiamente dai mass-media, dai libri di psicologia, dalle
riviste specializzate, sempre con la conclusione che l’identità sessuale
e il comportamento sessuale erano esclusivamente frutto
dell’educazione. Altri due studiosi nel 1997, più di venti anni dopo,
hanno pubblicato uno studio a lungo termine su questo soggetto, il
quale, come essi riportano nel loro lavoro, pur avendo dei genitali
femminili ed essendo considerato una femmina di nome Joan, ebbe
uno sviluppo sostanzialmente maschile: era cioè John. Fin dalla più
tenera età Joan/John si era sempre comportata in modo maschile,
preferiva le attività e i giochi da maschio e mostrava scarso interesse
per le bambole, il cucito e altre attività femminili tradizionali.
Quando ebbe quattro anni voleva imitare i padre che si faceva la
barba e non sua madre che si metteva il rossetto; rifiutò di truccarsi
quando fu più grande; Joan/John, da bambina si sentiva molto
diversa, fin dalla seconda elementare pensava di essere un maschio.
Nonostante Joan fosse una bella ragazzina, il suo modo di muoversi o
di parlare era palesemente maschile e ciò costituiva un motivo per
essere presa in giro dalle altre ragazze. A ciò reagiva con violenza,
tanto che fu espulsa da scuola. Joan si ribellava alla terapia a base di
estrogeni cui fu sottoposta fin dall’età di dodici anni per
femminilizzare il suo corpo e all’età di quattordici anni decise di
vivere come un maschio. Il padre, allora, gli raccontò la verità e
qualcosa scattò dentro John/Joan: “Per la prima volta capii chi ero”.
John richiese un trattamento a base di androgeni, una mastectomia e
una falloplastica: diventò un bel giovane, si sposò a venticinque anni
e adottò i figli di sua moglie, dato che l’ablazione del pene aveva
definitivamente compromesso la sua capacità di generare figli.
Nonostante tutti i suoi tentativi di rifarsi una vita, John non si ristabilì
mai completamente dal trauma che aveva subito e per risparmiare ad
altri le sue sofferenze nel 2000 scrisse la sua biografia. Il 4 maggio
del 2004 John si è suicidato
Menzogne Genderultima modifica: 2013-05-05T01:49:08+02:00da allan11
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