Mimesi (René Girard)

Gli etnologi omisero di interrogarsi sul religioso in quanto tale come su
una sua teoria generale dopo i fallimenti tra il 1860 e il 1920 di tutti i
tentativi di scrivere una “Origine delle religioni” come equivalente
etnologico della “Origine della specie”

L’etnologia strutturalista seguente,  si è quindi limitata ad una raccolta
di segni senza collegamenti con riflessioni sull’uomo come nella tradizione
precedente…trascurandolo a tal punto dall’arrivare poi a dichiarare la
morte di quell’uomo stesso.

Ma resta comunque aperta la questione dell’ambito dell’origine e della
genesi dei sistemi significanti , cioè della genesi del processo di
ominizzazione e deii suoi rapporti con l’etologia…a cominciare dal
mimetismo, base dell’apprendimento umano.

La neurologia stessa ci ricorda frequentemente che il cervello umano è una
enorme macchina per imitare, ultimamente ulteriormente suffragata dalla
scoperta, tutta italiana, dei neuroni specchio.

Ma l’indifferenza e la diffidenza dei nostri contemporanei riguardo
all’imitazione (pecoreccia, conformista, uniformante) si può far risalire
agli inizi dell’epoca moderna e si afferma nel XIX secolo con il
romanticismo e l’individualismo; ma se ne può cogliere l’origine remota in
Platone e in quel suo stile, che annuncia poi tutto il pensiero occidentale
posteriore, dove sì pone la problematica della imitazione, “mimesis”, ma
amputata della sua dimensione essenziale, centrata cioè sempre su
*rappresentazioni*, e mai su tipi di comportamento di *appropriazione*;
quella dimensione acquisitiva che è poi anche la dimensione *conflittuale*,
con tutte le  enormi conseguenze che questo aspetto comporta.

Esempio di mimesi “appropriativa”
http://www.youtube.com/watch?v=XrbMPMbG6i8

Queste poche osservazioni ci suggeriscono immediatamente che per le società
umane, e già prima per le società animali, la repressione della mimesi di
appropriazione deve costituire una preoccupazione maggiore, una faccenda la
cui soluzione potrebbe determinare molti più tratti culturali di quanto
immaginiamo.

La psicoanalisi afferma che la repressione del desiderio è un fenomeno umano
per eccellenza, e che è il complesso di Edipo a renderla possibile.
Gli etologi, tuttavia, non attribuiscono questi comportamenti a un “Edipo”
delle scimmie. La loro testimonianza, riproducibile sperimentalmente, non
necessita di alcuna speculazione a proposito di un “inconscio” problematico.

Viceversa i conflitti provocati dalla mimesi di appropriazione, possono
invece subito chiarire una questione etnologica fondamentale :
la questione dei DIVIETI
e il suo correlato speculare
il RELIGIOSO !!

La credenza nella assurdità e gratuità del religioso tradisce solo
l’ottusità e la cecità di questi meccanismi mimetici appropriativi, quindi
conflittuali, e quell’unità dei divieti atti ad impedirli e che va, appunto,
sotto il nome di RELIGIOSO
Non esiste infatti nessuna cultura che non proibisca la violenza all’interno
del gruppo di coabitazione. E insieme alla violenza effettiva sono proibite
tutte le occasioni di violenza e rivalità troppo accese.

Mentre noi, nel conflitto (mimesi di appropriazione), guardiamo soprattutto
al RISULTATO, e cioè alla vittoria dell’uno e alla sconfitta dell’altro,
vale a dire alla DIFFERENZA che emerge dalla lotta, le società tradizionali
e primitive pongono l’accento sulla RECIPROCITA’ del processo, vale a dire
sulla imitazione vicendevole degli antagonisti. Vengono messe in risalto le
SOMIGLIANZE tra i concorrenti ; l’identità degli scopi e delle manovre, la
simmetria dei gesti ecc.

Tutto ciò è ben osservabile nella vendetta del sangue dove è particolarmente
visibile come si abbia sempre a che fare con l’identico atto, l’assassinio,
eseguito allo stesso modo e per le stesse ragioni, in imitazione
vendicatrice di un assassinio precedente. E questa imitazione si propaga
gradatamente, come una peste, e si impone come un dovere ai parenti lontani,
estranei all’atto originario, varca le barriere dello spazio e del tempo,
ovunque seminando la distruzione al suo passaggio, avanza di generazione in
generazione.

La vendetta a catena appare come il parossismo e la perfezione della mimesi.
Riduce gli uomini  alla ripetizione monotona dello stesso gesto assassino.
Fa di essi dei DOPPI

Il divieto ne sa più delle nostre scienze sociali sulla natura dei nostri
conflitti. I divieti testimoniano infatti di un sapere che ci manca: il
DOPPIO mimetico; la violenza reciproca e soprattutto l’EXCALATION della
rivalità mimetica che tende all’*estremo*
http://www.adelphi.it/libro/9788845923074

Questo spiega poi l’assurdità di certi divieti magico-primitivi presenti in
numerose società, come quella per i gemelli o le fobie degli specchi,
giudicati terribili per il richiamo implicito al doppio mimetico.

I divieti mirano ad escludere tutto ciò che minaccia la comunità e il
religioso è la modalità che coagula previdentemente tutte queste precauzioni

Anche le catastrofi naturali, le inondazioni, le siccità eccetera sono parte
di questa minaccia esterna ma ben più per le loro similitudini con gemelli e
specchi che per altro e/o tantomeno solo irrazionali modalità religiose

Sono catastrofi collettive analoghe alla peste del contagio mimetico della
violenza che se non arginate portano al conflitto di tutti contro tutti e ad
analoghi e ben più gravi disastri di quelli naturali stessi.

Oggi possiamo ben vedere come le cose stiano esattamente in questi termini.
La bomba di Hiroschima, Auschwitz, i Gulag, solo per accennare ai maggiori,
hanno fatto infinitamente più morti di tutti gli tsunami , terremoti e
alluvioni dell’intero secolo scorso e anche, molto probabilmente, di molti
se non tutti i secoli precedenti messi insieme

Mimesi (René Girard)ultima modifica: 2011-09-29T23:36:32+02:00da allan11
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