Razionalisti

L’intellettuale illuminista è il nuovo clericus e il suo scopo primario non
è più la socratica “cura d’anime”, ma l’impegno nella politica per cambiare
la società , per razionalizzarla “

Il”filosofema fondamentale” dell’ideologia illuminista degli orfani del
comunismo, sta nella “dipendenza radicale del bene e del male dell’uomo
dalle condizioni esterne”

Il rifiuto, quindi,  di riconoscere valori assoluti sul piano logico
comporti, per esigenza psicologica, l’assolutizzazione di qualche valore
relativo.

La necessità di difendere la contraddizione fra logica e psicologia porta
poi ad una forte chiusura mentale e a un fideismo dogmatico e intollerante.

Numerosi intellettuali vedono poi oggi favorevolmente questa proposta
nietzschiana in favore del relativismo e del conseguente nichilismo, perché
in questo modo, se devono ammettere che le loro convinzioni sono risultate
errate, possono però consolarsi affermando che nessuno in definitiva ha
ragione.

Anzi, essendo diventati sofisticati teorici del relativismo, essi
si sentono sempre all’avanguardia, sono sempre i “maestri del pensiero”.

 Non stupisce dunque che in un libro che con tanta forza si teorizza il
rifiuto di ogni “metaracconto”, di ogni metafisica, di ogni tentativo di una
spiegazione oggettiva e cogente del reale, come Il pensiero debole (a cura
di G. Vattimo e A. Rovatti) si afferma anche che “la morte di Dio è proprio,
prima di tutto la fine della struttura stabile dell’essere, dunque anche di
ogni possibilità di enunciare che Dio esiste o non esiste.Tesi non
metafisica, ma storicistica, che prendendo atto che Dio è morto anche carica
questo evento di cogenza, valore, necessità logica, nel senso del “tutto ciò
che è reale, è razionale” (pagg. 21-22).

 La frase significa che in un contesto di cultura radicalmente
antimetafisica,
la negazione di Dio è l’unica affermazione metafisica accettabile, anzi
indispensabile, perché essa è il fondamento del relativismo; e qui sta
anche la sua positività.

Il relativismo infatti non è inteso da Vattimo e Rovatti come una sconfitta
epocale della ragione, che deve rinunciare definitivamente alla ricerca
della Verità per cui si parla anche di fine della filosofia come vittoria
definitiva della sofistica, ma come un fatto positivo perché favorisce la
tolleranza, l’apertura al nuovo, la comprensione reciproca.

Lo stesso Nietzsche però ci aiuta a comprendere che LE COSE NON
STANNO COSI’

Egli infatti vede la morte di Dio come il fatto più radicale, traumatico e
devastante della storia, da cui si potrà uscire solo con un uomo nuovo,
capace di vivere senza la Verità e il Bene. Egli lo indica come Übermensch,
cioè il superuomo (o il soprauomo, o ancora l’oltreuomo, termini ambigui e
confusi, ma che molti preferiscono per evitare pericolosi fraintendimenti di
altro tipo). Il superuomo, definito da Nietzsche “l’essenza dell’universo”
(Così parlò Zarathustra), è colui che sarà capace di affermare in un
contesto di totale relativismo, la sua volontà di potenza in una lotta
darwiniana fra le varie interpretazioni. L’insegnamento di Nietzsche può
essere collegato a quello dei primi grandi relativisti, i sofisti. Alcuni di
loro, come Trasimaco e Callicle, avevano intuito che dal relativismo emerge
sempre la VOLONTA’ DEL PIU’ FORTE (del più cinico, del più convincente,
del manipolatore più abile), che imponendosi agli altri diventa la nuova
giustizia, legge e verità. E altri ancora avevano già percorso la strada che
porta dal relativismo al nichilismo, come Gorgia da Leontini, almeno secondo
la nota interpretazione di Mario Untersteiner.

Inoltre

Siamo di fronte a una CONTRADDIZIONE palese, che si spiega con
quel modo di ragionare, proprio della modernità, che abbiamo chiamato
“IMMANENZA TRASCENDENTE”.

Si ha una figura di questo tipo quando, in un contesto di assoluta
immanenza, qualcosa o qualcuno viene posto al di sopra degli altri (la
Natura, l’Uomo, la Patria, la Classe ecc., in questo caso il superuomo di
Nietzsche). Ciò significa, come osservava Stirner, riproporre delle
gerarchie e quindi nuove forme di trascendenza nei confronti dell’individuo.
In un contesto di assoluta immanenza, e in questo caso anche di totale
relativismo, esse appaiono indebite, contraddittorie, inaccettabili.

Nella realtà, infine, gli unici effetti collaterali di questo modo di
“sragionare”, sono stati questi

Stalinismo
Nazionalismo
Razzismo
Totalitarismo
Lager
Gulag

Razionalistiultima modifica: 2010-12-22T18:55:55+01:00da allan11
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