ARCHETIPI DELLA STORIA

Miti, riti, leggende, fedi, arte, stele funerarie, votive, iscrizioni su bare, sepolcri, vasi dipinti, epigrammi e una infinità di altri oggetti archerologici spiegano la psicologia del profondo di un popolo meglio di qualunque altra cosa poichè tutte diverse ma analoghe manifestazioni del suo inconscio.

La storia di un popolo che, viceversa, elenca solo fatti, imprese, spostamenti, guerre e, solo secondariamente, le grandi visioni religiose superficialmente ; quella storia “positiva” che abbiamo appreso a scuola fin dall’infanzia, si muove solamente sul piano della coscienza di quelle genti pien com’è solo di anonime date, nomi, guerre e poco di più.

La storia può essere letta, quindi, su questi due piani completamente diversi : uno dove la psiche degli individui è in primo piano con i suoi modelli più o meno arcaici di esperienza, e uno dove tutto ciò è completamente assente.

Certo in questo primo caso la ricerca e la lettura degli avvenimenti assume aspetti del tutto inusitati. Non si svolge più sul piano *Positivista* ma *Archetipico* (arché-tipo = tipo arché = tipo-arcaico). Sulle costruzioni mentali inconsapevoli agli stessi fautori di quella storia, in altri termini.

E’ l’equivalente di porre la storia sul “lettino”, come quella di un paziente in analisi, dove lo si cerca di comprendere non attraverso la sua storia personale ma attraverso quegli interstizi da cui sfuggono lapsus, sogni, segni che dicono della verità sottostante che quei racconti celano. Una realtà molto più vera a patto di saperne decifrare i codici di lettura di quel “linguaggio dimenticato”.

Qui non si vogliono esprimere giudizi di valore sulle donne e gli uomini attuali, presi singolarmente, ma bensì solo sottolineare come quello che appare come una storia solo raccontata (post-’68 nel nostro caso) sia invece il riaffiorare in superficie di quello che è sempre stata la lotta tra due modelli antitetici di esistenza, di Weltanschauung (visione del mondo), ovvero quelli di improna femminile e quelli di impronta maschile; una sorta di vera e propria ripetizione di ciò che avviene nel microcosmo individuale tra materno e paterno.

Qui di seguito lo sviluppo dell’analogo concetto, qui espresso elementarmente, di quattro autori a cui si farà riferimento negli scritti successivi :

“Vi sono due vie per ogni conoscenza: quella più lunga, più lenta, più faticosa alla comprensione, e quella che viene percorsa con la forza e la velocità dell’elettricità, la via della fantasia, che, mossa dalla vista e dal contatto diretto dei resti antichi, senza mezzi termini comprende il vero, come attraverso una scossa. Ciò che viene acquistato per mezzo di questa seconda via è enormemente superiore per vita e colore a ciò che viene conquistato… per mezzo dell’‘intelletto’.” J.J. Bachofen

“Le società ‘premoderne’ o ‘tradizionali’ comprendono sia il mondo che viene chiamato abitualmente ‘primitivo’, sia le antiche culture dell’Asia, dell’Europa e dell’America. Evidentemente le concezioni metafisiche del mondo arcaico non sono state sempre formulate in un linguaggio teorico, ma il simbolo, il mito, il rito esprimono, su piani diversi e con i mezzi che sono loro propri, un complesso sistema di affermazioni coerenti sulla realtà ultima delle cose, sistema che può essere considerato come una vera e propria metafisica.” Mircea Eliade,

“La mentalità moderna stessa, in tutti gli aspetti che la caratterizzano in quanto tale, non è altro, tutto sommato, che il prodotto di una vasta suggestione collettiva, la quale, esercitandosi senza soste nel corso di diversi secoli, ha determinato la formazione e lo sviluppo progressivo dello spirito antitradizionale in cui si riassume in definitiva l’intero insieme dei tratti distintivi di quella mentalità”. René Guénon

“Chi, partendo da una particolare civiltà tradizionale, sappia integrarla col liberarla dai suoi aspetti storici e contingenti sì da riportarne i principi generatori al piano metafisico ove essi sono, per così dire, allo stato puro – quegli non può non riconoscere questi stessi principi anche dietro alle espressioni diverse di altre civiltà parimenti tradizionali. Ed è per questa via che si determina interiormente un senso di certezza e di oggettività trascendente e universale, che nulla saprebbe più distruggere, né per altra via potrebbe essere raggiunto. Così nella presente esposizione ci si riferirà ora a certe tradizioni, ora a certe altre, d’Oriente e d’Occidente, scegliendo quelle che volta per volta presentano una più netta e completa espressione di uno stesso principio o fenomeno spirituale. Ciò ha così poco a che fare con l’eclettismo o col metodo comparativo di certi ricercatori moderni, quanto può avervi a che fare il metodo di parallasse che serve per determinare la giusta posizione di un astro attraverso i punti di riferimento di stazioni diversamente dislocate; ovvero quanto può avervi a che fare la scelta di quella, fra le varie lingue che si conoscono, la quale offra la migliore espressione di un determinato pensiero.” J. Evola

In conclusione, quindi :”Non è la storia che spiega il mito, è il mito che spiega la storia”

E’ dalla sintesi di mito e realtà che si genera la storia e non il suo contrario, come se il mito ne fosse solo una sua appendice superstiziosa.

Non quindi ha senso una “Storia delle religioni” ma bensì ben più una “Religioni della storia” o ancor meglio “Storia sacra”, stante il primato psichico come forza formatrice della realtà e, quindi, della storia stessa, che si paleserà poi in gesta, avvenimenti e istituzioni.
Per contro ad una lettura banale della storia “fatalizzata” che tale non è ma tale si pensa solo per la mancanza di consapevolezza sia di chi di storia scrive sia chi di chi quella storia ha fatto.

Senza questo genere di studio profondo non si arriverà mai a comprendere ciò che c’è di essenziale e centrale nei suoi aspetti politici, giuridici, bellici e sociali.

FILOSOFIA OGGI

La filosofia è progressivamente decaduta dal suo rango originario, rivelandosi inetta alla trasmutazione del singolo e alla formazione della Pòlis. Incapace di riconnettere theorein e praxis, di fatto essa ha fallito nel compito di sollevare lo sguardo dell’uomo dai simulacri e di mostrare il senso vero delle cose: ha fatto della platonica caverna l’unico spazio del reale – delegando poi alla scienza “profana” e finalmente alla tecnica ‘neutra’ l’osservazione …e la prestidigitazione delle ombre.

Il suo mondo nihilistico si manifesta nel radicale oblìo e come finale oscuramento della domanda intorno all’Essere, come radicale svuotamento di senso dell’esistenza, come sistema di potere negatore di ogni “ideologia” epperò esso stesso ideologico e al riparo da ogni critica: il relativismo culturale, l’‘indifferentismo’ etico che da esso procede, non può assorbirlo né ‘relativizzarlo’: esso è il totem della società occidentale moderna, la fonte intangibile, immune ai veleni della ironia che infetta e dissolve fondamenti e certezze del passato. Il mondo nihilistico afferma di avere liberato l’uomo dalle ideologie e dai vincoli morali legati ai sistemi di valore antichi e proclama la propria ‘neutralità’ rispetto ad ogni pensiero, dicendosi anzi fautore della libera espressione, ma esso in realtà nega surrettiziamente ogni vero pluralismo delle idee fondato sulle differenti radici dell’animo umano, sulle visioni del mondo necessariamente agòniche, antitetiche o elettivamente affini che colorano il paesaggio entro cui è dato all’uomo abitare – “poeticamente”, ma tragicamente anche – risolvendosi in una nozione quantitativa e in una valutazione strettamente strumentale (ossia: “oggettiva”) dell’uomo e del cosmo. … Tra i sintomi che esso presenta, il più vistoso consiste nel “tratto della riduzione”: “Il mondo nihilistico è per sua essenza un mondo ridotto e che sempre più si va riducendo, ciò che corrisponde necessariamente a un movimento verso il punto zero (…). La riduzione può essere spaziale, spirituale, psichica; può riguardare il bello, il buono, il vero, l’economia, la salute, la politica – ma in definitiva sarà sempre avvertita come uno svanimento.

LINEARITA’ & TRADIZIONE / RELATIVISMO & METAFISICA

Linearità relativista nichilista

E’ esigenza da più parti avanzata di un superamento della visione della storia come creazione lineare e irreversibile del nuovo: tra i teorici del postmoderno parimenti critici di questa concezione lineare del tempo valga per tutti il seguente rilievo di Lyotard: una tale concezione è “perfettamente ‘moderna’. Essa è propria del cristianesimo, del cartesianesimo e del giacobinismo insieme: poi…ché inauguriamo qualcosa di completamente nuovo, dobbiamo riportare le lancette dell’orologio sullo zero. L’idea stessa di modernità è strettamente correlata al principio che sia possibile e necessario rompere con la Tradizione e instaurare una maniera di vivere e di pensare assolutamente nuova. Noi oggi abbiamo il sospetto che questa ‘rottura’ sia più un modo di dimenticare o di rimuovere il passato (…) che di superarlo”.

Circolarità metafisica Tradizionalista

“È compito della dottrina dell’intuizione del mondo rappresentare metodicamente, in base all’analisi del corso storico della religiosità, della poesia e della metafisica, in antitesi col relativismo, la relazione dello spirito umano con il mistero del mondo e della vita”. Ora, osserva Dilthey, “quando l’intuizione del mondo è compresa concettualmente, fondata e così elevata a validità universale, noi la chiamiamo metafisica”.

NICE…CHE COSA DICE ?

“Dioniso è alla donna che a tutta prima si è rivelato ed è stata la donna che lo ha riconosciuto, che lo ha accettato, che ne ha diffuso la religione, sia per mezzo delle armi che dell’insegnamento. La donna sta alla base della sua sovranità: la donna ne ha fomentato il culto; e Dioniso è ad essa che concede la sua protezione, alla donna egli ha svelato e confidato il mistero della sua religione. nella descrizione dei baccanali romani fu dato particola…re risalto alla esclusione degli uomini: qui esclusivamente le matrone facevano da sacerdotesse… Il principio materno ci appare come espressione e punto di partenza per l’esistenza superiore alla quale Dioniso chiamava.”

Bachofen “Storia del matriarcato” F.lli Melita Edizioni – pag : 184

La più mastodontica cantonata della storia filosofica è quella di Nietzsche che nella sua “Nascita della tragedia” ha invertito la vera gerarchia dei valori ed ha creduto di poter formulare una dottrina della potenza e della vita in senso superiore sulla base di una esaltazione di Dioniso contro Apollo. Nietzsche ha fatto di Apollo un simbolo dell’astratto spirito contemplativo, il quale invece, nella sua natura lunare, ha maggior relazione con il dionisiaco rettamente inteso. In questo travisamento, cioè nell’incapacità di intendere la solarità e la virilità apollinea, può anzi indicarsi la causa più profonda della tragedia di Nietzsche come uomo. Questa tragedia ha il suo sigillo nelle ultime parole che Nietzsche già demente scrisse, firmandosi il “Dioniso crocifisso”. Di colpo qui si scopre tutta la vanità della polemica anticristiana di Nietzsche, il quale credette di poter opporre Dioniso a Cristo, per finire poi per constatare quell’affinità dei due simboli e delle due religioni, che anche alla stregua di una ricerca comparata “positiva” è abbastanza visibile. Non Dioniso ma Apollo sarebbe potuto essere il superatore del cristianesimo, al limite, nonchè degli innumerevoli errori conseguenti a questa distorta visione di base nietzschiana, da quella del “superuomo” a quella dell'”eterno ritorno” fondamentalmente false nella loro struttura antropologico-culturale.

MATRIARCATO & FEMMINISMO

C’è un abisso tra l’antico matriarcato e la sua declinazione femminista . Il primo è totalmente centrato sull’opposto del secondo : il primato del materno.
Quella che è la vera e propria “bestia nera” delle femministe, su cui è costruito tutto il loro “delirio fallico”, non è presente neppure nelle forme più primitive e/o degenerate del matriarcato stesso.

Eva ha fregato l’uomo con la mela, e l’uomo le ha restituito la fregatura con la “pillola”, senza la quale il “secondo” femminismo non sarebbe mai nato.

Come i manicomi sono stati aperti non per chissà quale “buon cuore” ma esclusivamente grazie all’invenzione degli psicofarmaci che li hanno solo resi inutili, e non altro, così la follia femminista è altrettanto figlia solo di un altro ritrovato della tecnica maschile, la pillola, appunto.

In pratica, con due pillole solo leggermente diverse tra loro, abbiamo liberato completamente due follie in un colpo solo.

Bingo !!!

FRAUENWERK

La società matriarcale-dionisiaca dietro l’angolo è il minimo comun denominatore dell’insieme delle aberrazioni contemporanee e contiene, al suo interno, una miscela di violenza inaudita poiché dietro la perversa abolizione della natura il femminismo necessariamente può ricorrere solo alla forza per rimodellare gli esseri umani al fine ideologico di raggiungere la loro giustizia astratta.

I tratti di questo nuovo nazismo a venire già si possono vedere nel modo in c…ui vogliono prepotentemente entrare nelle scuole con il cavallo di Troia del buonismo anti-bullista, nella fattispecie, per indottrinare le nuove generazioni, sulla modalità dei peggiori mullah arabi, alla promiscuità previa l’abolizione di differenze e di personalità, il tutto in salsa panteista, materialista e naturalista come da tradizione matriarcale-eterica a cui la moda delle religioni orientali ha fatto da inconsapevole battistrada e la legalizzazione delle droghe da lubrificante.

Il nuovo nazismo porterà la gonna, questa volta.
O quantomeno sarà propagandato in nome delle donne.
Potete metterci la mano sul fuoco.

VIVIAMO GIA’ IN UNA MEDIOCRAZIA GINECOCRATICA

Bachofen, tra gli altri suoi meriti, ha quello di portare alla luce le origini ‘telluriche’ e matriarcali della cosiddetta dottrina del diritto naturale. L’iniziale premessa della tale dottrina è proprio che tutti gli uomini, come figli della madre e gli esseri anche sottoposto alla legge della terra, sono uguali, in modo che qualsiasi disuguaglianza è un ‘ingiustizia’, un oltraggio alla legge di natura.

Con l’avvento della demo…crazia, con la proclamazione degli “immortali principi” e i “diritti dell’uomo e del cittadino” e lo sviluppo successivo di queste ‘conquiste’ in Europa nel marxismo e nel comunismo, è esattamente il ‘diritto naturale’, la legge anti-aristocratica e di livellamento della madre, che l’Occidente ha scavato, rinunciando a qualsiasi valore ‘solare’ e confermando, con l’onnipotenza così spesso concesso all’elemento collettivista , l’antica irrilevanza che dell’individuo aveva la concezione “tellurica”.

FEMEN
L’emblema perfetto di questa oligarchia finanziaria sono proprio queste “Femen”, non a caso, pare, finanziate dallo stesso Soros.
Sono il preciso punto di riferimento di quel modello involutivo ginecocratico inaugurato nel ’68, se solo la storia la si legga un po’ meno in superficie che nel modello “Positivista” ma bensì sui principi sottesi mitico-simbolici, ovvero in una sorta di “psicoanalisi delle forme politiche e sociali”.
Non a caso ricalcano il modello “Amazzonico”-afroditico-dionisiaco della semiprimitiva ginecocrazia che del materialismo pansessualista avevano il loro punto di forza nell’ottenebramento del cervello maschile facilissimo all’ottundimento sessuale.
La minaccia, quindi, paventata da una deriva di Destra del cosiddetto populismo, di un “fascismo”, quindi, di ritorno nell’Occidente intero, è quindi più che mai vera.
Il Maschile è intrinsecamente “fascista” spiritualmente, quanto, viceversa, la “democrazia” è femminile.
Il Maschile seleziona, giudica, riconosce o disconosce i figli.
Per il femminile un figlio vale l’altro, a differenza di detto maschile.
Multiculturalismo indifferenziato ne è la sua logica conseguenza.
Quello che qui, insomma, si vuol dire, è che nella fattispecie di “democrazia” si vuol imporre, e faranno di tutto per continuare a imporla con questo “specchietto per le allodole”, la peggior forma di totalitarismo; e che per far questo useranno tutta la retorica di decenni di “antifascismo”.
Ma questa democrazia è solo Femen/Femminista
La parodia del femminile.
E il fascismo non è il diavolo, se non per loro !!

LIBERAZIONE DA CHE’ ?

Che la cosiddetta “liberazione sessuale” sia la conseguenza della liberazione delle donne dalla maternità grazie alla pillola è cosa risaputa di cui non vale la pena di dire oltre.

La donna si è quindi liberata dalla sua atavica sudditanza all’uomo ?…
Ma chi lo ha detto ?
E’ vero il contrario !
E la donna, come è ben spiegato dalla storia del matriarcato, che, stanca di essere la “cloaca” di tutte le voglie maschili, ha imposto il suo volere.
La Ginecocrazia è lo sviluppo, per tappe successive, di detta volontà femminile di essere padrone del proprio corpo solamente.
Presa consapevolezza del loro potere di procreare la donna ha cominciato, lentamente, a farlo valere fino al punto più elevato di essere lei a dettar legge.
Così sono andate le cose.
E non stupidamente, come credono ancora molti, che siano stati gli uomini a costringere le donne nel matrimonio per assicurarsi la certezza della propria discendenza.
Balle !!
Il “matrimonio” è stata una invenzione tutta femminile al mille per mille !!!

Ora, la donna, si è liberata.
Ma da ché ?
Da ciò che lei stessa aveva voluto ?

Il modello imperante ora non è altro che la regressione alla fase afroditica-dionisiaca inaugurata da Nietzsche che, alla morte di Dio, uomo, ha solo riportato indietro le lancette della storia ad una donna pre-ginecocratica, primitiva e non per nulla ebbra poiché bacchica.
Una ubriacatura collettiva soltanto.

Al Dio padre abbiamo solo ora sostituito una dea beota.

LEPUS DICENDI

E’ straordinario come tutto torni dell’epoca attuale risalendo alla fase Afroditica-Dionisiaca della Ginecocrazia.
Anche “la grazia nel dire” (lepus dicendi) fu considerata dono di Afrodite. Tale e quale il linguaggio politically correct che ricopre una analoga epoca di “sesso, droga & rock and roll”…sesso-bacco-e via andare….praticamente la stessa dell’attuale.
Del resto le civiltà, quando decadono, percorrono a ritroso le stesse tappe della loro evoluzione….
Noi, quella più elevata l’abbiamo già perduta da un pezzo. Già Nietzsche se ne accorse e, nonostante i suoi errori, descrisse e profetizzò bene il presente. Solo non si accorse che era un regresso travisando il Dionisiaco con l’Apollineo.
Oggi abbiamo ancora “la croce” dei suoi seguaci ancora convinti delle magnifiche sorti Progressive/Progressiste del tutto.
Ma non dategli retta.
Son solo gente cecata !!

LA SOCIETA’ DEGLI UBRIACHI

Nell’involuzione psichica bacco-dionisiaca ci sta’ di tutto….sesso, droga e rock and roll….omosessualità …bis-tris multigender…mercificazione neonati….eccetera…basta però che le cose le dici bene, correttamente, mi raccomando, che non ti incespichi a parlare, che non farfugli….che poi si vede che sei zezzo….che a tutto il resto c’è rimedio….

LA RIVOLUZIONE CONSERVATRICE

Quello che si profila all’orizzonte, Brexit, Trump, Le Pen eccetera, è una vera e propria Konservative revolution, checché sprezzantemente venga definita. Rivoluzione nel significato originario del termine del verbo re–volvere, La rivoluzione di un astro ; il suo ritorno al punto di partenza e il suo moto ordinato intorno ad un centro; come eterno agòne di luce e ombra, abisso e vetta

Mondo della Tradizione e Rivoluzione conservatrice segnano i poli ultimi di riferimento – su piani peraltro differenziati: ‘metafisico’ il primo, ‘metapolitico’ il secondo .
Solare, quindi: luce, Alto., spirituale, Sacro.
Non in senso chiesaiolo, ovviamente, oggi meno che mai, prostituito com’è alla modernità materno-misericordiosa, come esplicato qui sotto.

La ‘modernità’, infatti, all’opposto, ricettacolo di influenze psichiche contratte nel sottosuolo prerazionale del subconscio e dell’inconscio, sprofondata nel promiscuo abisso del *Mondo delle Madri*, costituisce la radice della civiltà di massa. Luogo di ‘eccitazione’ di residui ctonii e primitivistici.
Quindi Lunare, terreno, buio, materialista.
Non a caso, “per Jünger la scaturigine profonda di tutti i fenomeni che caratterizzano l’epoca della tecnica è la Terra”.

“Alto” versus “basso”, quindi, in sintesi !

Un ‘sacro’ che rimanda sempre ad un “sacrum facere” e all’idea di sacri–ficio che esso comporta: è azione virile, maschile quindi, olimpica e funzione regale

https://it.zenit.org/articles/la-rivincita-del-padre-contro-il-pensiero-unico-secolarizzato/

SACRI-FICERE

L’etimologia della parola “sacrificio” ( fare-sacro) contiene, senza lunghe disquisizionii, l’essenza della VIRTU’, che non è mai né facile né gratùita, ma che, nell’elevazione dello sguardo verso l’alto, rinuncia volontariamente al superfluo. Il ‘sacro’ rimanda sempre ad un “sacrum facere” e all’idea di sacri–ficio che esso comporta: è azione virile e olimpica e funzione regale. Un Desiderio, cioè, elevato e non materialista come è quello che domina questo stupido mondo consumista di “replicanti” che, come galline, becchettano continuamente, su e giù con il collo, becchime sempre diverso ma sempre uguale.
Tutto qui il consumismo !

VIRTU’

Che parola oramai dimenticata che è. Forse andrebbe ricercata nella sua assenza la causa dei femminicidi, ad esempio. Vir-tù…vir-ilità…vir = uomo. Perché meravigliarsi, allora, che in quest’epoca dove questa parola è oramai assente, vituperata in mille modi dal ’68 in poi, ci siano sempre più uomini deboli capaci solo di farsi valere con la superiorità solo fisica ?

Ridicolizzata da decenni, oramai, infangata, svalutata, considerata solo un obsoleto retaggio del pa…ssato in un mondo imbellettato a più non posso per mascherare così la propria miseria, il proprio materialismo in mille e mille diverse maniere, la sola propria immagine, l’apparire.
La virtù non rende !!
In questo mondo estetizzante la virtù non è più di casa.
Solo a nominarla si rischia il ridicolo.
Non ha qualcosa di stonato, infatti, questo post ?
Qualcuno, stupidamente, penserà subito a un prete che parla.
Ma non è questione di preti, anche se in qualche modo c’entra.

“Dal dubbio su Dio, arrivai al dubbio sulla virtù, fragile idea che ogni secolo ha fondato come ha potuto sull’impalcatura delle leggi, idea ancor più vacillante. ” Gustave Flaubert

Qui, però, non c’è il rimpianto di Dio, ma solo quello dell’uomo.
Un mondo di uomini senza qualità è solamente rimasto.

INDIVIDUO & PERSONA

Nella destrutturazione del concetto di individuo (basso), altresì, e nella restaurazione del significato di ‘persona’ (alto), viceversa, la possibilità concreta e attuale di un autentico attraversamento del meridiano zero del nihilismo, inevitabile approdo di questo mondo “moderno”.

L’‘individuo’ moderno-contemporaneo, nonostante presenti senz’altro l’apparenza dei tratti più esteriori e superficiali della ‘personalità’ (alta), è, comunque, il sintomo per eccellenza di una avvenuta décadence.

I valori mercantilistici affermatisi nella modernità e improntati, necessariamente, alla morale utilitaria ispirata alla convenienza – o a quel benessere generale che calcola piaceri e dolori commisurandoli all’unità astratta, ma indubbiamente *TERRENA*, dell’‘INDIVIDUO’ – presupponendo, ingenuamente, che essi possano ridursi in unità semplici e manipolabili, così da ottenere un “equo” bilanciamento tra felicità pubblica e soddisfazione privata.

“Quest’analisi razionale delle gioie e dei dolori – che ciascuno, presto o tardi, si ritrova a fare – a partire da una certa età sfocia ineluttabilmente nel suicidio. A questo proposito è divertente notare come Deleuze e Debord, (Magri, Monicelli ndr), due riveriti intellettuali della fine del secolo, si siano entrambi suicidati senza una ragione precisa, unicamente perché non sopportavano la prospettiva del proprio declino fisico. Questi suicidi non hanno provocato alcuno stupore, alcun commento; più in generale, i sempre più frequenti suicidi di persone anziane finiscono per sembrarci assolutamente logici.” (M. Houellebecq, Le particelle elementari, Bologna, Bompiani, 2002, p. 47 )

RIASSUMENDO

Studiando Toqueville mi son reso conto della fondamentale importanza degli Universali per contrastare la “Dittatura della maggioranza”.

Studiando gli Universali mi son reso conto della fondamentale importanza del “decostruttivismo femminista”

Studiando il femminismo mi son reso conto della fondamentale rimozione della maternità.

Approfondendo ulteriormente con lo studio del Matriarcato mi son reso conto della fondamentale importanza della maternità.

La conclusione è che il femminismo alla sua decostruzione degli Universali non sostituisce assolutamente nulla ma compete solo nella scalata alla conquista degli Universali maschili di, oramai, sola “Volontà di potenza”.
Detto in altri termini…a nessuno si accorge come dietro l’abolizione della natura il femminismo ricorra solo alla forza per rimodellare gli esseri umani al fine ideologico di raggiungere la loro giustizia astratta ?

UNIVERSALI

Ieri, la lotta fu’ tra l’ universale matriarcale e patriarcale.
Oggi c’è solo la scalata al primato sull’universale maschile delle donne.
Che miseria umana !!

SCONTRO DI CIVILTA’

Il vero scontro di civiltà sotterraneo, in Occidente, non è quello apparente con altri popoli ma tra MATRIARCATO risorgente e PATRIARCATO decadente.
In un certo senso il fantasma di un trumpismo fascista reazionario ha un fondo di verità stante la declinazione “romana” del prevalere definitivo dell’ideale “olimpico-virile” per contro a quello “tellurico femminile” inaugurato sì dai greci ma mai portato a compimento come, invece, avvenne a Roma.
Nietzsche, con il suo stadio intermedio dionisiaco, è stato l’antesignano di detta “telluricità” in diverse sue vedute.

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Il ritorno del maschile, dell’uomo, del “paterno”….a questo si riduce quello che chiamano “populismo” e chiameranno “Destra fascista”…sappiatelo…. 🙂
D’altro canto, i Progressisti, come avrebbe detto Nietzsche, sul gregge degli infermi e dei “ciàndala”: “Costoro non si definiscono ‘i deboli’, ma “i buoni.”

ARCHETIPI DELLA STORIAultima modifica: 2016-12-08T13:13:23+01:00da allan11
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