“QUEI BRAVI RAGAZZI”

Quel delitto romano del precedente post supera l’episodio singolare e particolare per assurgere ad emblema della deriva della società attuale.
A rigor di logica non ne dovrebbero essere ritenuti responsabili i singoli artefici di detto misfatto che si rischia soltanto di farne dei capri espiatori di qualcosa che li supera ampiamente.
E’ un delitto, infatti, che è solo la conseguenza finale di un processo di frantumazione collettiva di ogni senso e scopo in nome del *nichilismo gaio* e del capriccio, assunto come desiderio assurto a Diritto, osceno residuo dell’ottuso e pervicace pretendersi “Al di là del bene e del male”.

Se tutto ciò che si può fare deve essere fatto, come recita il dogma di questa superideologia tecno-scientifica, non c’è nessun argine etico per alcunchè.
Solo l’ipocrisia, quindi, vedrà in questo delitto, qualcosa di illogico ma che illogico non è.

Se basta il capriccio per distruggere una famiglia.
Se basta il capriccio per uccidere un bambino nel ventre materno.
Se basta il capriccio per essere tecno-genitori ogm.
Se l’unica legge è la “volontà di potenza” tecno-scientifica del più forte, perchè stupirsi se detta violenza è portata all’estremo ?
Per quale ragione dovrebbe arrestarsi prima ?
Solo gli idioti possono meravigliarsi e vedere quello che è successo come strano e incomprensibile.

Viviamo in una società/Sistema colmo di violenza e sopraffazione.
Narciso è stato sdoganato in quel “Love is love” della sola propria immagine riflessa nello stagno e nient’altro che questo.
Ci si “cura” solo del proprio piacere in un Desiderio ridotto a bisogno consumistico e godimento smisurato.
Perchè, allora ? Per quale ragione ? Dov’è il limite ?

“Non uccidere”, forse ?
Suvvia, non facciamo gli stupidi.
L’Altro, l’essere assolutamente indipendente da me è l’unico che posso voler uccidere, perchè resiste al mio dominio e, proprio a causa della frustrazione che mi provoca questa resistenza, posso cercare di risarcirmi annientandolo, sopprimendone l’opposizione.
Ovvero “Non uccidere” è all’interno di una ben altra struttura di quella nichilista del Medesimo; e origine o conseguenza cambia poco, di una lunga serie di regole omogenee ed efficaci.
Non basta buttarlo lì da solo pensando che sia sufficiente in un epoca di abolizione dell’Interiorità umana tutta.

Sono oramai quasi cinquant’anni, dal ’68 in poi, cioè, che il mondo della cultura salottiera si trastulla con De Sade.
Ed ora, che qualcuno l’ha messo in pratica, si cade dalle nuvole ?
Ma per favooooreeee….
La si pianti con questa ipocrisia e lo si dica una buona volta :
“Quei bravi ragazzi devono essere premiati per il coraggio di aver infranto ogni residuo tabù che limitava la nostra libertà.
Abbiamo il Diritto di godere come dei maiali di questo sesso scisso dalla fecondità.
Una medaglia al valore, meritano, altro che condanna. ”

Tutto il resto è solo ipocrisia per quella carta da culo inchiostrata da ottusi giornalari.

PARAFRASANDO RECALCATI

Nessuna figura come quella del perverso si candida ad infrangere ogni tabù. È la sua professione e il suo programma. È la sola perversione degna di questo nome: sfidare la Legge degli uomini mostrando la sua natura falsa e ipocrita, poiché la sola Legge che conta è quella del proprio godimento.

Questa spinta del desiderio a superare il limite della Legge, non definisce però ancora la vera perversione

Il vero perverso, infatti, vuole distruggere ogni tabù, cioè vuole liberare il desiderio da ogni forma di Legge, vuole sfidare la Legge degli uomini nel nome di un’altra Legge, quella della natura polimorfa. È quello che si vede incarnarsi nell’opera libertina del marchese De Sade. È il fondamento vitalistico che anima il sogno del perverso: seguire la Legge della Natura per raggiungere un godimento puro, non ancora corrotto dal linguaggio.
Nessun tabù deve ostacolare questo dispiegamento onnipotente e cinico del godimento.

“Fotti, insomma, fotti: è per questo che sei al mondo. Nessun limite ai tuoi piaceri se non quelli delle tue forze o delle tue volontà».
Il teatro perverso di Sade, le giovani donne straziate, degradate, seviziate, umiliate dai loro carnefici, non ha altro fine che questo: riportare il godimento alla sua Origine, liberandolo definitivamente da ogni mancanza.

Il richiamo alla Legge della Natura avviene così contro la Legge degli uomini, falsa e corrotta. Il vero crimine non è, infatti, quello del libertino, ma quello della Legge che osa imporre dei limiti al godimento; il vero crimine non è quello sadiano, ma quello dell’uomo falsamente morale che non rispetta le leggi della Natura. Sade ci costringe a invertire il punto di vista morale della distinzione tra Bene e Male, tra Virtù e Vizio. Il vero peccato non è quello del libertino — il Vizio — ma quello della morale — la Virtù — che nega i desideri “naturali” che costituiscono l’essere umano. La Legge degli uomini è vista come un serpente o una vipera velenosa dalla quale bisogna difendersi. Essa impone sacrifici, limiti, soglie simboliche inutili che mutilano la spinta auto-affermativa di godimento della vita. In questo il marchese de Sade anticipa una svolta epocale in corso del nostro tempo dove i suoi proseliti si moltiplicano mostrando che la Legge degli uomini è solo una maschera artefatta della sola Legge che conta: l’affermazione incontrastata della propria volontà di godimento.

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2016/03/06/il-nostro-lato-sade-il-libertino-che-sfida-la-legge56.html?ref=search

“QUEI BRAVI RAGAZZI”ultima modifica: 2016-03-13T01:39:54+01:00da allan11
Reposta per primo quest’articolo