La Felicità la si potrebbe definire anche come una specie di “arte” del Piacere.
Nulla da togliere al Piacere ma solo perfezionarlo.
Il Piacere di un sentimento forte, di un “Innamoramento”, ad esempio.
Esistenzialmente piacevolissimo.
Il meglio che ci sia.
Del sesso non rimane nella memoria che poco o nulla.
Di quel volto tutto.
Il sesso unisce gli animali non gli uomini.
Oggi, il Desiderio è rimosso dalla consapevolezza perché difficile da includere nel discorso scientifico imperante.
Ma resta nell’uomo un *ORIZZONTE DI SIMBOLIZZAZIONE* e di significato che trascende la materialità.
Materialità che, anzi, diventa violenza se non è il risultato del sesso all’interno di detto *Orizzonte di Infinità*.
La cultura moderna, negando la dipendenza, nella elaborazione della *identità sessuale*, del possesso REALE di determinati organi corporei-sessuali, ha come risultato solamente il “Consumo” e la “Mercificazione” dei corpi così schizofreneticamente scissi.
Ottusità riduzioniosta che pretenderebbe di stabilire cos’è reale e cosa non lo è.
Prima MATERIALISTA: è reale solo la materia.
Poi IDEALISTA : è reale solo il pensiero.
Ma essendo il pensiero superiore alla materia ecco che questo assurge a divinità tanto trascendentale quanto disincarnata, a questo punto.
La *Libertà* intesa solo come esclusiva iniziativa dell’uomo, quindi, che elimina anche la *Realtà* perché considerata limitativa della *Libertà* stessa.
Libertà come arbitrio, quindi, ma una libertà assoluta che non sarebbe un problema se non fosse che l’uomo scopre se stesso solo nel “Tu”, cioè nell’*altro* da sé, e non in quel fittizio dell”identico”, in un rapporto che non significa annullamento della propria personalità nell’altro, proprio nella misura in cui l’altro mi costituisce restando altro da me.
Quando il Desiderio si combina con l’Amore tutto è più ricco.
Viceversa quando la pulsione si distingue dall’amore c’è meno poesia, meno letteratura.
Per questo il Piacere è un arte !