Logiche di mercato

Sappiamo tutti molto bene come la nostra realtà sia dominata dall’Economia figlia del primato del Mercato.
Sappiamo anche altrettanto bene come la “Legge della domanda e dell’offerta”, conseguentemente, sia di primaria importanza e come essa si appoggi alla Pubblicità per determinare i prodotti vincenti o perdenti. Una buona Pubblicità è “tutto” per il prodotto di successo.
Fin qui nulla di nuovo che già non sapessero anche i bambini, oramai.
Quello di cui non ci rendiamo conto è invece la pervasività di tutto questo.

Da un lato ci siamo noi uomini, in…”carne ed ossa”,… e dall’altra tutto quel mondo che abbandoniamo rientrando a casa dopo una lunga giornata di lavoro.
Certo, magari non facciamo più neppure caso che nostro figlio non alzi neppure gli occhi dallo spartphone e pensiamo, dentro di noi, che questo “Virtuale” sia solo un po’ troppo invasivo.
Alla prima occasione ci ripromettiamo di raccontargli di come tutto quel mondo sia falso e di come era invece vero il nostro senza tv, computer,telefonino, tablet, eccetera eccetera eccetera.

Siamo però ancora molto lontani dall’aver compreso come il…cosidetto…mondo “virtuale” sia oramai tutto fuorchè solo virtuale.
E’ altresì, ben più d’ogni altro, l’autentico mondo REALE dal quale siamo irrimediabilmente sommersi.

Come i “prodotti” dai quali siamo circondati e che vivono di pubblicità, immagine, logo, anche noi ora non siamo più, in nulla, diversi.
Ci illudiamo che spegnendo tutti gli ammenicoli tecnologici torneremmo ad esser-ci, autenticamente.
Invece quel “ci” passa, oramai, solo per quel virtuale tanto sottovalutato e oramai , di noi, non resta più nulla.
L’esser-ci, fuori dalla virtualità, potrà pure sopravvivere ancora per qualche “residuato bellico” “disconnesso” seduto sulle panchine dei viali ombreggiati dove si ritrovano vecchi pensionati.
Ma fra breve tempo scompariranno anch’essi e ne resterà solo un ricordo, come di quando si giocava, tutti i pomeriggi, in cortile tra bambini.

Gli psicologi, quelli bravi, parlano di come questa virtualità possa diventare una droga.
Bravi. Molto bravi.
Peccato che anche loro soggiornino ancora in un mondo dove ci si illude che esista una “realtà” diversa, magari fatta di etichette rassicuranti, sempre più particolareggiate, come in quel DSM aggiornato continuamente per alzata di mano. Sic !

Ma la scienza e la tecnica, quella vera, procede ugualmente imperterrita sulla sua strada, lasciando queste “romanticherie” per chi se le beve a garganella.
E la scienza e la tecnica, oggi, hanno il proprio apice in quel mercato che iniziò, negl’anni settanta, il quella Silicon Valley che a Jimmy Carter permise il rilancio degli Stati Uniti e a Ronald Regan di sconfiggere…”l’impero del male”. Anche se parrebbe che in Italia, tutt’ora, sia stato solo Emanuele Severino a coglierne la sua portata dirompente nell’abbattere il Comunismo.
Ma restiamo in tema.

Stavamo dicendo che il “virtuale” solo per pigrizia mentale è ancora distinto dal “reale”
Quello che genialmente alcuni situazionisti chiamarono “La società dello spettacolo” oggi è tracimata su tutto.
L'”Immagine” è oramai parte integrante del nostro vissuto. La “Visibilità” l’unico autentico esser-ci. Se non sei “visibile”, semplicemente, non esisti.
Proprio come una merce.
E proprio come una merce, per “venderti” bene, devi “stupire” proprio come uno spot ambulante.
“Esse est percepi”. Per essere devi essere percepito. Altrimenti il “ci” dell’esser-ci te lo puoi scordare.

Tutto questo comporta quindi il dominio assoluto dell'”Immagine”, il “virtuale” assoluto, e nient’altro.
Ecco perchè è illusorio parlare ancora di “virtuale” come se esistessero alternative.
Fuori dalla “pubblicità” non esiste nulla. Fuori dai massmedia che di pubblicità vivono, non esisti.
La conseguenza di tutto questo è che la presenza corporea ha cominciato a regredire di fronte alla presenza masmediatica.
La presenza “in carne ed ossa” sta ovunque impallidendo e diventa umbratile rispetto alla presenza mediatica.
La nostra presenza corporea è oramai ridotta allo SFIORARE i tasti di un computer.

E qui siamo arrivati al punto conclusivo a cui si voleva arrivare con questa premessa:

A questa vita “SFIORATA” come i tasti di un computer o smartphone, con tutta la deprivazione corporea conseguente, fanno da contraltare l’opposto di detto “sfioramento”
E cosa c’è di meno “sfiorante” se non le PUNTURE dei tatuaggi, dei pircingh…e/o tutti quegli “sport estremi” in cui il corporeo viene recuperato solo nel rischio di perderlo definitivamente?

Ma a volte questo non basta e succede …l'”inspiegabile”.
Quell'”inspiegabile” che stupidamente psicologi, giornalisti e giudici trovano magari nel nazismo di Breverick, nell’alcolismo dei genitori di Tizio, nella psicosi latente di Caio o ancor peggio nell’odio e l’invidia come spiegazione per la falcidia della vita dei compagni di scuola. O la gelosia ossessiva per i sempre più frequenti casi di femminicidio. Odio razziale o noia, poi, per le altrettanto sempre più frequente e quotidiane aggrssioni al primo sconosciuto che capita.
“Ah, ma allora è per questo !” crede la gente ascoltando quello che loro stessi si vogliono sentir dire da questi imbonitori prezzolati del sistema regolarmente ospitati da scafati anchorman televisivi.

Non ci si rende conto, invece, di come la deprivazione corporeo-sensoriale, la cui genesi abbiamo spiegato, conseguente ad un “virtuale” oramai solo “flatus vocis” ma tutt’altro, porti ad una “fame” di autenticamente concreto, ad un “sensation seeking”, ad una ricerca di sensazioni estreme e disperate.

“Riuscire a sentirsi, cioè, perchè si ha qualcosa da afferrare, afferrare così a lungo finchè chi è afferrato non abbia abbandonato anche l’ultimo moto di resistenza, assicurando così il pieno godimento aptico: nel non poter-smettere di picchiare sino a che la vittima dell’agressione non resti esanime si celebrano i trionfi dell’aferrare, del prendere, dello stringere qualcosa tra le mani, feste del rendersi conto di esistere. Uscire almeno per un attimo dalla cella di gomma insensibile : sentio ergo sum” *

*Christoph Turcke : “La società eccitata”. pag: 87
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Logiche di mercatoultima modifica: 2014-07-10T02:33:48+02:00da allan11
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