Or essendo la volonta’ per sua natura ordinata
a quello che e’ veramente buono, quando un uomo,
sotto l’influenza di una passione, di un vizio
o di una cattiva disposizione si distoglie da
quello che e’ veramente buono, quest’uomo, /se
si considera l’ordine essenziale della volonta’/,
agisce da schiavo, poiche’ allora si lascia
inclinare contro quest’ordine da qualche
principio estraneo.
Ma se si considera l’atto della volonta’ /secondo
che essa e’ attualmente inclinata verso un bene
apparente/, egli agisce liberamente allorquando
segue la sua passione o la sua disposizione
corrotta, e agisce da schiavo se, pur restando la
sua volonta’ inclinata in questo modo, si astiene
da cio’ che vuole per paura della legge posta in
senso contrario.
Ma ecco che lo Spirito di Dio inclina, mediante
l’amore, la volonta’ verso il vero bene; con
l’amore fa che la volonta’ pesi attualmente tutta
quanta verso quello che e’ sulla linea del suo
anelito piu’ profondo. Toglie dunque ad un tempo
questa duplice schiavitu’: la schiavitu’ in cui,
servo della passione e del peccato, l’uomo agisce
contro l’ordinazione naturale della sua volonta’;
e la schiavitu’ in cui, servo della legge, e non
suo amico, agisce secondo la legge contro il
movimento della sua volonta’.
/Dov’e’ lo Spirito del Signore, dice l’apostolo
Paolo, quivi e’ la liberta’; e: Se siete condotti
dallo Spirito, non siete piu’ sotto la Legge/