Abstract Joseph Nicolosi

 

L’omosessualità, infatti, è il sintomo di un fallimento nel processo d’integrazione della propria identità.


Negli anni 1960-1970 è nata una corrente psicologica cosiddetta umanistica, per la quale ciò che conta sono soltanto le sensazioni soggettive: il mito dei sentimenti contrapposti alla ragione.


La crescita psicologica autentica nasce dall’integrazione dei sentimenti con la volontà, della volontà con la ragione e della ragione con la verità.
I padri degli omosessuali mancano del “carisma” della paternità, che consiste nell’autorevolezza e nell’amore

“Bambino alla finestra” , che osserva i giochi dei coetanei maschi che gli paiono aggressivi e pericolosi. Il mondo femminile rappresenta la sicurezza, quello maschile il mistero: si sente attratto e nello stesso tempo spaventato dagli altri bambini. Quando si manifestano le prime esigenze sessuali si sente attratto dal “mistero” del maschio perché l’essere umano “sessualizza” sempre ciò che non conosce, cioè viene sessualmente attirato dal “diverso da sé” .

L’omosessualità è un tentativo sbagliato di riparare la ferita originaria, un “impulso riparatore” : l’individuo, invece di sviluppare gli elementi repressi e indifferenziati della mascolinità nel profondo della psiche, cerca di appropriarsi di quanto gli manca a livello biologico-sessuale nel contatto con altri uomini.

L’omosessualità non è il desiderio di unione con l’altro, ma piuttosto il desiderio di appropriarsi di quelle qualità dell’altro di cui si sente carente
Nel desiderio omosessuale l’esigenza di rimediare a deficit del processo di formazione dell’identità.
Lo schema di base è una madre amorevole e dominatrice con un padre assente e debole

La ricerca scientifica sull’uomo ha provato che non esistono fattori genetici e ormonali che possono predeterminare lo sviluppo dell’omosessualità: la ricerca negli animali, poi, dimostra che nei mammiferi non esiste una vera omosessualità.

La carenza di ormoni maschili, per esempio, può diminuire la reattività sessuale, ma non cambia l’orientamento sessuale.

Le carenze dell’identità sessuale non si rendono evidenti in espliciti tratti femminili, ma si riferiscono a un senso di inadeguatezza interiore.
Gli omosessuali presentano vari tipi di difficoltà di autoaffermazione e di competizione con altri uomini e sessualizzano il bisogno di potere personale o di dipendenza.
Le fantasie sessuali aumentano quando gl’individui omosessuali si sentono deboli e depressi. Al contrario, quando vedono aumentare il loro potere personale il desidero sessuale diminuisce

L’omosessualità è l’incontro fra due individui con lo stesso tipo di deficit.

Gli uomini effeminati sono tenuti in minor considerazione rispetto agli omosessuali dall’aspetto virile.
Molti sono convinti che il semplice contatto fisico con un “uomo forte” possa trasformarli negli uomini forti che vorrebbero essere.

L’approccio degli studiosi gay è tipicamente sociologico: l’omosessualità è considerata un fatto a priori che non necessita di essere analizzato, come non è necessario indagare le cause dell’eterosessualità.
Non tengono conto degli studi sugli squilibri familiari presenti nel vissuto degli omosessuali, perché non esiste alcuna prova scientifica in grado di confutare settantacinque anni di ricerche cliniche ed empiriche sull’omosessualità.

Se chiedessimo a tutti i genitori del mondo se avrebbero voluto un figlio omosessuale, scopriremmo di essere quasi tutti omofobici.

Al contrario di quanto dicono gli oppositori della terapia ricostitutiva, se è vero che i sensi di colpa possono costituire una forte motivazione iniziale, il senso di colpa non è mai la chiave del successo terapeutico.

Perdonare veramente il padre significa accettarlo per quello che è, compresa la sua incapacità di dare amore
Fare da padre al proprio padre, dargli quanto avremmo voluto ricevere

L’opera di Nicolosi ha il non piccolo merito di aver sintetizzato settantacinque anni di ricerche cliniche ed empiriche sul problema dell’omosessualità maschile, quindi di aver “tradotto” in formulazioni di pratica terapeutica la fondamentale “teoria del distacco difensivo” della Moberly, per fronteggiare un problema di tutt’altro che trascurabile spessore umano, individuale e socio-politico

Abstract Joseph Nicolosiultima modifica: 2015-03-02T18:34:05+01:00da allan11
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