“SOCIOLATRIA”

Ma a chi volete dare lezioni proprio voi che siete solo rappresentanti di quel Cognitivismo e Comportamentismo , da un lato, e dall’altro annegate in quel generico filosofare ermeneutico, a sua volta genericamente Relativistico dell’altra sponda di questa “psicologia del conformismo” che è il Costruttivismo “sociologico” o “sociolinguistico” quale appare oggi la versione più diffusa quanto falsa dell’ermeneutica (16) modellata non sui genuini problemi e paradossi della nostra tradizione, ma preoccupata solo di fornire “soluzioni” moralistiche e sostanzialmente prefilosofiche, buone per la retorica della cultura di massa e i media, facili e brillanti chiacchere trasgressive nella vernice ma sostanzialmente conformistiche nei confronti del fare del mondo della tecnica e assumete come ideale di salute proprio quell’essere conformi a tale “mondo”che, da un punto di vista esistenziale, è invece il tratto tipico della malattia e che, interiorizzando invece i modelli da voi indicati, respingono qualunque modello individuativo che risulti non funzionale alla società omologata ?

Il modello che solo siete capaci di diffondere è quello di persuadere a pratiche terapeutiche di gestione delle esistenze che è quanto di più desiderabile possa esistere per il Potere.

Un “conformismo emotivo”, cioè, e un governo delle anime più sottile e pervasivo di quanto le religioni e le ideologie del passato siano mai riuscite a fare, perché allenta le tensioni sociali, spegne i possibili conflitti, riduce al silenzio le voci che rifiutano di uniformarsi al sistema. Il tutto in salsa politicamente corretta e nell’imperturbabilità del volto di smile-man , dall’impersonale sorriso e soprattutto ottimismo, sempre come abito, sempre come conformità, ma da cui non deve trasparire mai quella desolante impersonalità priva di emozioni per sconcertante assenza di moto d’anima, più mascherata ad arte costruita proprio sui modelli cibernetici a cui sapete solo ispirarvi: robot, computer e simili.

Psicoterapie che dove poi non riescono nel loro processo di normalizzazione e di inserimento, si risolvono in quel catalogo di sintomi, sbandierato come fosse la Bibbia, con il beneplacito di quell’altra “organizzazione a delinquere” dell’OMS, che sono le varie edizioni del Diagnostic and Statistical Manual, il celeberrimo DSM, appunto, che elenca senza farci sentire un sussulto di vita. Descrizioni banali di un fenomeno senza la minima idea di quel che accade dentro a chi sopporta la ferita di un vissuto oramai divenuto ancor più incomunicabile e intransitivo.

Vera e propria autostrada per quei rimedi tecnologici dell’industria multinazionale farmaceutica che si chiamano psicofarmaci , dove la psiche tace e a parlare sono solo le esigenze dell’ordine sociale e l’oramai incapacità dei singoli di fare esperienza del dolore.

Dove, come aveva già capito Emmanuel Kant : “C’è un genere di medici, i medici della mente, che ritengono di aver scoperto una nuova malattia ogni volta che escogitano un nome nuovo”.

Sindrome di iperattività infantile” per un bambino un po’ vivace; “Sindrome di ansia generalizzata” per dire che uno si preoccupa; “Ansia sociale” per dire che uno è timido; “Fobia sociale” per dire che uno è riservato; “Libera ansia fluttuante” per chi non sa’ di che cosa si preoccupa; e/o, dulcis in fundo, “Omofobia” stessa, con cui si azzerano i problemi, le altrui esistenze, si attua quella “Persecuzione del pensiero” sbandierata come “Pace” da ipocriti e vittimistici vessilli arcobaleno.

La parola *psicopatologia* , quella che cerca le radici di questo dolore nell’anima, è stata sostituita, stante l’orrido DSM, da quella farmacologica che scambia l’anima con un laboratorio chimico.

In questo riassorbimento nella sola propria funzione, su cui si basa altresì anche questo persecutorio “Ordine degli psicologi italiani”, e per cui le psicoterapie Cognitivo-Comportamentistiche e/o Costruttivistico-Relativiste sono perfettamente funzionali per questa nostra società a sfondo metropolitano, cioè, che ha ridotto la comunicazione dei singoli individui ad afasici, non avendo più nulla da dirsi se non ripetere l’indottrinamento dei massmedia, e che decidono, infine, che è meglio perdersi nel rumore del mondo, ecco che, quando non ci riescono interiorizzando i modelli indicati dal vostro cognitivismo , comportamentismo e costruttivismo ; quando proprio non ci riescono nonostante questo, ad omologarsi, conformarsi, adattarsi, non resta che compiere “coraggiosamente” che l’ultimo passo: stordirsi con qualche farmaco, a portata di mano, a cui avete solo spianato la strada.

A questo avete ridotto la Psicologia !!

Contribuendo, implicitamente e per insipienza, ad abolire quella conoscenza di se di cui solo il discorso psicoanalitico poteva farsi mediatore; quella comunicazione che gli uomini hanno sempre conosciuto come prima forma di cura. OLTRE, RIPETO, AD ESSERE SOLO IN GRADO DI PROIETTARE SUGLI ALTRI LE VOSTRE FISIME IDEOLOGICO-SCIENTISTE E MISERAMENTE RIPARATIVE CHE ALTRO NON SAPETE FARE.

QUINDI METTETEVELO BENE IN TESTA CHE NON VI PERMETTO DI INTERFERIRE IN NESSUN MODO NEL MIO LAVORO !!

Che voi, più che rappresentare di un benché minimo ‘”ORDINE”, nel senso letterale del termine, siete l’emblema, come sosteneva Ludwig Wittgenstein, di una… “psicologia che è quella scienza fatta di metodi sperimentali e CONFUSIONE CONCETTUALE” .

Una bella confusione concettuale perché siete solo l’espressione di quella politica che impone leggi a riconoscimento dei «diritti» dei gay a sposarsi, dei trans a cambiare sesso, e complessivamente il diritto ad ogni mania mentale, vizio o perversione di «potersi esprimere», mandano questo messaggio: responsabilità, nessuna. Sforzo personale, non ne fate ! Macchè evoluzione psichica ! Solo «Diritto alla felicità», o al piacere, senza nessuna educazione, basta la telenovelas “Love is love”, nessuna docilità, nella chiusura a ogni miglioramento di sé, di quel sé narcisistico, superficiale, banale nei desideri e soffocante nelle pretese, di nessuna profondità e nessuna comprensione per il prossimo: un altro sé stesso.

Avete la profondità di una pozzanghera !! (Non avete mai notato come le coppie gay siano tra cloni anche estetici ? )

Nel perdurante mito, per di più, di quel ”Fate l’amore non fate la guerra”, suggerito dalla ideologica convinzione che la violenza negli esseri umani venga da qualche «repressione moralistica», ossia dall’educazione degli impulsi, anzitutto sessuali; e che liberando la sessualità, al contrario, la violenza si placa.

L’altro pilastro ideologico della falsità che l’atto sessuale sia in sé un atto d’amore !! Altro pilastro rimasto inalterato dal marxismo di un Marcuse al niccianesimo di un Vattimo e tutt’ora pilastro tanto stupido quanto inscalfibile e che non sia mai che anche voi diciate qualcosa di meno che banale al riguardo !


La stessa parola “VIOLENTARE” ne dice la parentela. Nel sesso è talmente implicita la violenza che quando questa travalica e prende il sopravvento, l’attività che ne consegue perde ogni connotato riferito al sesso per assumere solo quello della violenza stessa…ad ulteriore riprova di come il sesso sia solo un sottoinsieme della stessa.

Il sesso, invece, è quindi qualcosa di problematico, che è pericoloso da maneggiare per gli immaturi e impreparati, l’appressamento a un abisso immisurabile, a cui l’antichità alluse nel mito del Minotauro.

Questi brevi accenni solo per sottolineare come le malattie della psiche sono profondamente legate al sistema di credenze che al momento dominano e voi, invece di insegnare almeno questo ai neo-selvaggi dilaganti, come abbiamo appena accennato nel rapido esempio, li “robotizzate”, da integerrimi seguaci del DSM quali siete, attaccandovi alle sue definizioni come un naufrago a tutto quello che gli capita sotto mano per non affogare nel mare dell’incertezza e della non conoscenza da cui il vostro incontenibile bisogno di costruirvi una *scienze esatte* sul modello delle *scienze naturali* invece di mantenervi al livello di vere *scienze umane* , come sembrerebbe richiedere il suo soggetto, voi non vedete più l’uomo ma la malattia da riparare, a cui rivolgersi con un atteggiamento di fredda neutralità e obiettività distanziante, con gli occhi puntati sui sintomi nella loro costituzione schematica lasciando nella più oscura insignificanza quei nodi di significato che si addensano e si stratificano nei sintomi come (… ma voi cosa ne sapete ?) nei sogni.

Questa tendenza da voi suffragata e sempre più diffusa, solo mentendo a sé stessa può dirsi “scientifica” ( concetto solo ideologico come ieri lo era nel marxismo) perché non può considerarsi scientifico un atteggiamento che , per raggiungere i suoi scopi dettati dall’ansia sociale e dalla industria farmaceutica di cui siete complici , falsificate, quando addirittura non IGNORATE il dato dell’esperienza interiore, sulla falsariga di quel mai sufficientemente vituperato DSM, altro monologo paludato di scienza e perciò votato allo spirito di incomprensione della qualità della sofferenza che, come ognuno sa per esperienza diretta, si declina sempre secondo la modalità dell’individuo e non del calcolo statistico e che, pur di difendersi dal contatto profondo con il paziente, sfoggia classificazioni di malattie come il botanico le classificazioni delle piante nella completa noncuranza di chi sta di fronte : quell’Altro, il Tu , proprio perché appello , incontro, evento, *volto* che non posso manipolare; quel Tu che resta sempre l’*alterità infinita* che mi si pone di fronte con le modalità ineludibili e irriducibili dell’incontro.

Ma oggi quell’incontro, che è poi l’unico in grado di cogliere la modulazione esistenziale delle singole esperienze, è sopraffatto da una trionfante, vera e propria *sociolatria* , quell’appiattimento sui fenomeni sociali (15) e quindi, da scienza applicata alle analisi delle esperienze soggettive si uniforma alle scienze radicalmente e spietatamente oggettive.

QUESTO SIETE VOI QUANDO VI RIEMPITE LA BOCCA DI “SCIENTIFICITA’” oltretutto più che inopportunamente, come già spiegato perché!!!

E quindi ritorniamo nuovamente a quella ERMENEUTICA perché la psicologia non può essere scienza della natura perché le scienze naturali sono scienze di leggi dove i singoli fatti hanno valore non per la loro singolarità ma per la loro *RIPETIBILITA’* mentre la psicologia, alla pari di tutte le altre scienze dello spirito, si occupano di singole persone, di singoli fatti, di espressioni isolate e uniche, di particolarità, non solo singolari ma addirittura *IRRIPETIBILI*.

Quell’ estrema mutevolezza, poi, per cui, configurandosi essei come *SEGNI*, si lasciano capire e decifrare solo da categorie ermeneutiche del discorso, poiché non ci sono sintomi lineari e rigidi ma, appunto, segni immersi nella intersoggettività e nella rete delle relazioni sociali.

Quindi, che lo capiate o no, la psicologia è primariamente quel *DIALOGO* PER CUI RESTERETE SEMPRE E COMUNQUE DEBITORI ALLA PSICOANALISI CHE LO HA INVENTATO e che meglio di chiunque altro lo sa decifrare, ma che a voi non appartiene poiché nelle oltre trecento scuole della vostra formazione ignorate essendo una ESPERIENZA e non un apprendimento solo cervellotico !

Quella “ESPERIENZA PSICOANALITICA” , come la nominava Ronald Laing , che non saprete neppure chi è, di “nobiltà intellettuale” che sarà pure in disuso ma che il vostro “proletariato psichico” non potrà mai eguagliare; una esperienza che permea tutta la cultura filosofica e letteraria contemporanea che voi ignorate, rinchiusi tra queste quattro misere mura del vostro “Ordine” affabulatorio e niente più e da cui deriva il vostro incontenibile bisogno di un surrogato di scientificità fittizzia per sentirvi qualcuno.

La vostra è altresì solo quella *sociolatria*, che da il titolo a questo capitolo, con la quale riducete tutto , a cominciare dalla omosessualità, alla sintonia o meno, cioè, con quel neolinguaggio orwelliano, al politicall correct come unica categoria sociale a cui siete solo capaci di fare riferimento nelle vostre misere analisi della realtà.

Termine coniato da Eugenio Borgna, “sociolatria” il cui valore non è neppure lontanissimamente paragonabile ai vostri Presidenti, e che magari sarete anche così insipienti da considerare “vecchio”, dimostrando così solo di non saper neppure oramai distinguere le categorie del *commercio* da quelle della *cultura*,che altresì della OMOGENITORIALITA’, che voi scioccamente auspicate, dice le stesse cose che dico io, e per cui voi vorreste altresì permettervi di farmi la paternale, e cioè : “ IL MATRIMONIO NASCE DALL’INTEGRAZIONE DELLE DUE PSICOLOGIE DIVERSE, QUELLA FEMMINILE E QUELLA MASCHILE […], LEGAMI CHE PRESCINDONO DA QUESTA INTEGRAZIONE FEMMINILE/MASCHILE SI MUOVONO SU UN CAMPO DIVERSO DAL MATRIMONIO E DALL’ISTITUTO DELLA FAMIGLIA, SENZA CON QUESTO DISCRIMINARE NESSUNO: SONO REALTA’ PROFONDAMENTE DIFFERENTI […] TANTO PIU’ SE CI SONO FIGLI CHE SENZA OMBRA DI DUBBIO HANNO BISOGNO DI UNA MADRE E DI UN PADRE, DI DUE POLARITA’ BEN PRECISE, ANCHE SESSUALMENTE DEFINITE.” Ci vuole così tanto a capirlo ?


Ma adesso passiamo a rendere ragioni intellettuali delle accuse rivolte a questa “Casta” di “grave confusione concettuale” e di “credenze” ottuse eccetera che , viceversa, sarebbero gratuite, cominciando a approfondire il perché dell’affermazione che la Psicologia è Ermeneutica , per poi passare all’Etica vera e propria e, dopo una approfondita analisi, alle conseguenze del caso su cui rifondare una Psicologia minimamente consapevole del suo ruolo, non pseudo scientifica o relativista, come è ora, ma autenticamente tale, nei ristretti limiti in cui dimostreremo che solo può essere, e che, viceversa, nel vuoto di questo sapere sono solo i pregiudizi a farla da padrone, come attualmente sono quelli propagandati da quest’”Ordine degli psicologi italiani” al quale, stante le attuali circostanze, non mi onoro certamente di appartenere. Anzi…

…anzi, no, prima di passare agli argomenti decisivi facciamo un piccolo riassunto di quanto detto fin qui e completiamolo doverosamente.

Lo chiameremo “Abstract”, che oltre ad essere in linea con l’ “academic article” quale, in fondo, è questo scritto, è decisamente più “chic” che, non dimenticando come la genesi del “politicall correct” sia pur sempre quel “radical chic” degli anni ’70, è quindi, decisamente, più “à la page”.

“SOCIOLATRIA”ultima modifica: 2015-03-03T10:46:55+01:00da allan11
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