Polis & City

L’Occidente, nella sua ottusità laicista e scientista, ha perso tutta la grandiosa civiltà della pòlis greca.

Se da un lato non è un caso che contemporaneamente alla nascita della pòlis (vabbè, sull’accento lasciamo perdere) si forma il pàntheon (ohi, nel verso giusto proprio non li trovo) uranio celeste.
Tutte le divinità del mondo antico, non solo le greche, che in origine sono intimamente legate alla terra e fanno dell’uomo un succube (in-civiltà), a un certo momento vengono allontanate.
Gli dei non sono più continuamente presenti, non opprimono più l’uomo.

Chi dunque regola ?
L’idea del divino, certamente; ma il “chi” si impersona non tanto nelle tradizionali figure di dei quanto nel nòmos (per gli accenti vedi sopra), nella legge, nel principio che scandisce la vita di questa società conclusa che è la pòlis. La quale è una società di liberi di fronte alla legge.

L’uomo si scioglie dai limiti delle mitiche cosmogonie, dalle tradizioni teologiche, per procedere attraveso l’esame del concreto, senza però rinunciare a quelle grandi tradizioni ideali e a quel sentimento religioso; un sentimento religioso che  resta profondo nella pòlis greca.
Quello che tiene unita sia la pòlis sia le genti che vi abitano è proprio la tradizione religiosa, è il proprio sentimento religioso.

La Weltanschauung della pòlis greca è unione di “individuo-genere-mondo”, stretto legame, cioè, tra la vita dell’uomo nella sua doppia valenza e vita del mondo in cui egli dimora, e da qui il riconoscimento di nòmoi, di leggi applicabili nel mondo naturale, nel mondo della natura.

La scienza vera nasce qui.
I Pitagorici furono i primi ad indicare, a definire parallelamente il ritmo della vita umana, nella sua forma civile, e il ritmo della natura.
Ippocrate il suo epigono più sublime, la cui dottrina si fonda sullo studio dell’uomo nella sua pienezza
Anàmnesis, diàgnosis, prònoia o prògnosis restano tutt’ora i capisaldi unitari di questa historìa, come lui la chiamava.
Quindi questa indagine concreta, che è indagine scientifica, tiene conto nello stesso tempo del carattere morale, del temperamento, delle esperienze vitali.
Tulcidide poi sistematizzera ulteriormente il tutto.
L’unione, cioè, di scienze fisiche e scienze morali.

Ma la dilagante stupidità moderna ha invece separato le due scienze riducendo la prima a sterili meccanicismi avulsi da ogni ulteriore eticità, spacciandosi per di più come l’unica in grado di dire il dicibile.
E’ una questione di Metodi; ma in questa stupida scissione l’uomo a perso completamente il suo orizzonte : le stelle !!
Quello con cui Kant chiude la sua “Storia generale della natura e teoria del cielo”, in cui parla del destino ultimo dell’uomo : “la vocedel dovere è in me e la visione del cielo stellato fuori di me”.

Ultima reminiscenza della genialità orfica della civile pòlis greca : il cielo sidereo uranòs (qui l’accento va bene) asteròeis (qui invece no…sigh) , è la meta dell’anima che si libera dal peso di gaìa, della terra, talvolta chiamata baréia (con le “e” va molto meglio), la grave.
L’iniziato giunto nell’aldilà dice : il mio nome è astérios, il mio nome è sidereo; egli si dichiara dunque consapevole che una è l’essenza sua e delle stelle.

Forse sarà questa la spiegazione anche dell’ottusa e pervicace incomprensione dei cartesiani del concetto di desiderio, de-siderio?
Mah !  A saperlo… 🙁 😀

Un caro saluto, comunque, a tutti i laicisti della city che fanno il paio con gli scientisti.
Bella coppia !!
Me ne ricorda un altra all’incrocio delle gambe.
Ma non è chic nominarla….ça va sans dire !!

Polis & Cityultima modifica: 2015-01-26T01:04:22+01:00da allan11
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