L’Ideologia Progressista

Sia l’ala socialdemocratica sia quella liberale dello spettro politico moderno desiderano massimizzare l’autonomia dell’individuo.

Liberalismo e socialismo divergono quando si tratta di stabilire qual è il modo più efficace per raggiungere l’obiettivo, ma non divergono sull’obiettivo in sé.

Entrambi sono movimenti di liberazione. Entrambi vogliono la completa emancipazione dell’individuo. Entrambi fondano la loro visione della società sul principio – infondato ma dichiarato “autoevidente” – che ogni individuo goda di certi “diritti inalienabili”, il che per definizione elimina ogni altra pretesa e ai quali ogni alto legame, lealtà e connessione deve ultimamente essere subordinata.

Nel tempo, tutte le istituzioni che l’individuo richiede per mettere in atto una vita dotata di significato – una famiglia, una connessione fra le generazioni passate e future, una nazione, una tradizione, forse anche una chiesa – verranno indebolite e infine scompariranno. Oggi, anche le nuove vite, nel grembo, vengono soppresse per evitare di disturbare la libertà dell’individuo.
In Olanda il suicidio è incentivato per assicurare che nessuna costrizione, come ad esempio la cura dei genitori anziani, sia posta all’individuo.

L’assunto fondamentale dell’età moderna è falso: cioè che l’autonomia individuale, sia essa raggiunta attraverso il libero mercato o il welfarismo, porti alla felicità.
Ottenere ciò che vogliamo non ci rende più felici; in realtà, ci rende infelici. Spinti dalla promessa di un sollievo che in fondo non dà vero sollievo, cerchiamo disperatamente ciò che “davvero” ci rende, come individui, “noi stessi”.
Il concetto filosofico stesso di “io individuale” è sbagliato. Senza la possibilità di definire noi stessi all’interno di una connessione indistruttibile con ciò che abbiamo intorno, non c’è nulla che può darci significato, e finiamo in uno stato di depressione. Così, le persone più libere che abbiano mai vissuto sono anche quelle che hanno vissuto le vite meno piene di significato. Più ci liberiamo dai legami sociali, più diventiamo schiavi delle nostre auto-rappresentazioni distorte. Atomizzazione e vuoto. Il rimedio è che dobbiamo riscoprire una connessione territoriale, sociale e storica con gli altri attorno a noi, una connessione che trascende le scelta individuali, le voglie del momento e gli interessi strumentali.
Questo implica naturalmente uno stato-nazione potente che protegge il tessuto sociale, combinato a un alto grado di scetticismo verso l’immigrazione e il libero commercio. Ma nemmeno questo è sufficiente. Per ricreare l’integrazione nella società, l’individuo stesso deve essere integrato di nuovo.

Deve essere de-liberalizzato.

Siamo liberi, e siamo felici di essere liberi. Ma siamo anche così tristi, sradicati, sempre in viaggio, mai a casa, mai al sicuro, di fatto esiliati dal giardino che vagamente ricordiamo di avere un tempo abitato. Ecco il paradosso: la libertà che desideriamo alla fine ci rende schiavi e infelici, mentre le costrizioni che rifiutiamo ci rendono felici e liberi. Siamo profondamente incapaci di definirci come individui (anche se pensiamo di poterlo fare). Sovrastimiamo le nostre capacità di creare un mondo tutto nostro.

Il mondo moderno è basato su una antropologia fondamentalmente falsa, e come conseguenza ha prodotto una società completamente disfunzionale, allora non potrà continuare ad esistere ancora a lungo. L’individualismo ha raggiunto il suo stadio finale e non può svilupparsi oltre. Ha iniziato a consumarsi. Siamo al punto in cui dobbiamo pensare a cosa verrà dopo, e questo coinvolgerà necessariamente qualche forma di tradizionalismo. Poiché l’individualismo rende le nostre società così deboli, queste dovranno regredire o rigenerarsi, altrimenti saranno rimpiazzate.

L’assunto di base complementare all’economicismo, e ad esso parallelo, da cui ha avuto origine il tutto, è il seguente :
L’uomo bianco è malvagio, il Nord si è arricchito tenendo in catene i popoli del Sud e si è macchiato delle peggiori colpe mai commesse: colonialismo e imperialismo. Perciò, a partire dal secondo dopoguerra, Europa e America hanno tentato di espiare il loro peccato originale nei confronti dei paesi poveri dando vita a una sorta di religione secolarizzata che scimmiotta il cristianesimo: il terzomondismo. I fedeli di questa “chiesa” possono purificarsi proprio grazie al Sud, vittima innocente e quindi redentore di tutti i peccati del mondo. Ma questo corrisponde alla verità? La cultura dell’odio di sé diffusa in tutto l’Occidente porta a guardare l’”Altro lontano” con un misto di compassione e solidarietà, plasmandolo secondo un ideale stereotipato.

Ancor più specificatamente il tutto ha inizio nelle università americane nella sua declinazione *nero-schiavista* e conseguente *linguaggio* atto a *rimuovere* i “propri peccati” quantomeno verbalmente : è l’inizio del “politically correct” nei primi anni ’80 che, parallelamente alla “deregulation” reganiana inaugura, altresì, un vero e proprio nuovo bigottismo orale; nuova forma di autoritarismo, di fascismo, di totalitarismo, di censura, di superiorità morale, di ossessione da controllo, di pressioni dirette e indirette per conformarsi al canone ideologico del momento.
Forma di resistenza progressista e del liberalismo bacchettone che si atteggia a vittima delle pulsioni barbariche e del clima d’odio.

E’ il regime dei buoni !!

Un totalitarismo che detesta la libertà di parola e punisce le persone se rivelano il loro vero io.
I guardiani della cultura dominante stanno attivamente cancellando le opinioni che non sono d’accordo con loro oppure perché non sono in linea con l’ideologia progressista del momento.
L’apparente paradosso è che la costruzione ideologica su larga scala inizia nella patria della libertà, gli Stati Uniti, nel regno, cioè, che ha sacralizzato l’individuo e il suo diritto di essere se stesso. La dove la libertà di espressione è sempre stata esaltata ma che oggi non è più così.

I movimenti progressisti sono diventati rigidi e autoritari quanto le istituzioni che contrastavano prima dell’avvento del *mood correct* dove una parte si erge ad eletta cercando di distruggere l’altra nel conseguente impedimento di esprimersi liberamente e senza costrizioni linguistiche, quindi di pensiero.

Emblematico di tutto ciò è quel *fascismo gay* che impone conformismo e ferreo allineamento all’interno della comunità dove la *santificazione* dell’omosessualità ne fa una figura magica e mansueta che non contraddice, non fa domande complicate, non viola ordini di scuderia, si presenta come vittima, brandisce valori liberal, vota diligentemente a sinistra, non si azzarda a prendere in considerazione ciò che viene dal mondo conservatore, specialmente da quello di impronta cristiana.

Il liberalismo era una posizione ispirata alla difesa della libertà che si è trasformata in un distorto movimento autoritario della superiorità morale.

Siamo ora di fronte a un nuovo tipo di liberalismo che è ora pronto a censurare persone e a punire voci, ostacolare opinioni e bloccare punti di vista.
Dove andrà a schiantarsi tutto questo ?
Per ora siamo costretti a vivere in questo clima disgustoso.

Forse questo mondo di regole aumentato a dismisura è l’ultima propaggine per generazioni allevate senza misure e che ora vogliono solo qualcuno che dica loro cosa fare prima di morire senza sapere per cosa sono vissuti e che vada oltre alla miseria del loro distorto bisogno di essere amati ridotto a una vuota sete di *like*.

L’isteria è oramai diventata la norma delle conversazioni.
Chi non è un attivista di sinistra è un fascista.
Se incontrano una opinione diversa dalla loro si sentono violentati.
E’ una situazione di infantilismo estremo di cui possiamo vedere infinite rappresentazioni nei talk show politici tutte le sere a reti unificate. Una politica nella quale una parte si intesta di rappresentare l’Amore (non riuscendo più a rappresentare il popolo) e nel nome di questo si prende il diritto di odiare e zittire gli avversari che – ovviamente rappresentano l’odio – è una politica da asilo infantile. Ma anche all’asilo probabilmente avrebbero difficoltà a credere ad una simile narrazione.

IL VERO

Non è certezza (scientifica), né esattezza (matematica), né veridicità (statistica), né convinzione personale (relativismo), ma Verità, ossia *comprensione della totalità*.

L’individuo, oggi, è un soggetto che non può più concepirsi all’interno di una comunità stabile e reale, avente dei valori condivisi che mirano alla sua produzione, ma soltanto un *atomo* isolato e sradicato dal resto del tessuto sociale, la cui esistenza è priva di un orizzonte di senso.
Il vero elemento di questa perdita di realtà, quindi di senso, da parte del nostro tempo storico, è la completa autonomizzazione del restante tessuto sociale e la totale preminenza su di esso di una *sfera economica* costituitasi come meccanismo automatico di accumulazione senza alcuna finalità esterna, di pura quantità di valore di scambio. Questo meccanismo economico è storicamente diventato, su scala planetaria, assolutamente rigido nella sua logica di funzionamento, assolutamente dominante sull’intero spettro delle relazioni umane, ed assolutamente autoreferenziale nel suo sviluppo.

Questo significa *comprensione del totale*.

L’Ideologia Progressistaultima modifica: 2019-09-18T03:34:45+02:00da allan11
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