Angoscia è il richiamo dell’abisso
quando ce ne dimentichiamo
Quando, arrampicandoci troppo in alto
sulla parete del “senso”,
mettendo un piede in fallo
ci scivola la presa
e quel precipizio che non vogliam guardare
ci toglie il respiro.
Poi solo parole
per spegner l’urlo di terrore,
allontanarlo riempiendo il vuoto,
senza più quella madre
che sola ti illuse non fosse vero
e che ora inutilmente supplichi
che ti venga ancora ad aiutare
Ma quel tempo è finito.
Hai visto troppo.
Ora sai che solo nelle favole si vince,
ma nella vita si perde solamente.
IN MORTE DI UN AMICO
Niente rimarrà di noi
E se anche rimanesse sarebbe solo spazzatura
Solo un odiato nome se pur tu fossi un genio
sui banchi di scuola di chi vorrebbe correre invece
e a nulla servito per cambiar sto’ mondo di cui non sei padrone
Polvere presto dimenticata di una vita spesa per niente
solo per far soffrire chi per qualcosa sei stato
Crudele ironia del tutto. Insensatezza
Tempo perso soltanto. Meglio sarebbe non essere mai nati
Illusioni e fatica, quando va’ bene
Dolore altrimenti E nient’altro
Giocati come burattini da impulsi sordi ai tuoi desideri di libertà assoluta
fosse pur anche da paradisi e inferni
Solo la morte liberatrice e un eterno sonno senza sogni puoi sperare