Confini europei & populismi

“Il sorgere di un effettivo confine europeo, vigilato congiuntamente e sotto una comune responsabilità dalle forze militari e di polizia dei singoli stati che compongono l’Unione consentirebbe di abbattere nuovamente le frontiere interne, necessariamente e pericolosamente risorte proprio a causa della porosità del “non confine dell’Unione”
Dall’altro lato questa responsabilità comune nei confronti della sicurezza collettiva europea alimenterebbe il senso di appartenenza e di cittadinanza europea con tutti quei simboli finora appannaggio esclusivo della residua sovranità degli stati, riservando quindi all’Unione la funzione di coordinamento dell’impiego di questi strumenti relativamente alla vigilanza dei confini esterni dell’Europa.
Ancora in altri termini si tratterebbe della sovranità europea e delle sue frontiere comuni.

Non va dimenticato, inoltre, che una parte crescente degli stati del Sud del mondo, Africa subsahariana e Medio Oriente, non solo non contribuiscono a fornire stabilità al sistema internazionale per le precarissime condizioni di sovranità di questi ma addirittura esporta verso il sistema internazionale il proprio DISORDINE INTERNO.

La necessità di riarticolare il rapporto tra sovranità nazionali che devono essere puntellate, coordinate, armonizzate e completate è la sola risposta, al di là dei populismi, al rischio di implosione della UE.
Che dovrà , altresì, contemporaneamente, internamente, mettere in equilibrio le ragioni della solidarietà e quelle della produttività, per salvare sia la democrazia che il mercato.”

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Europa & “Stadio dello specchio”

L’Europa Unita, ma sarebbe più esatto definire “disunita”, assomiglia, appunto a quello stadio ANTERIORE a quello “dello specchio” dove il bambino non ha ancora abbozzato il primo tentativo di una unità dell’Io e quindi di IDENTITA’ propria.

Nei primi mesi di vita, infatti, il bambino è in balìa del caos che attraversa il suo corpo: è un corpo in frammenti.
Il bambino, di fronte ad uno specchio, le prime volte reagisce come se l’immagine riflessa fosse una realtà che si può afferrare, poi si rende conto che è una immagine e capisce che quella è la sua immagine.
Gradualmente, così, il bambino arriva a riconoscere la propria immagine riflessa e elabora un primo abbozzo dell’io….e da lì ad una propria IDENTITA’

Ora, L’Europa, grazie a quel branco di deficienti che la governano, e quell’altro branco di deficienti delle “governance” locali, permane a quello stadio di FRAMMENTAZIONE tra stati e si stupisce che sorgano populismi per ogni dove che, in assenza d’altro, è pur sempre meglio di quel nulla solo PSICOTICO che si pretenderebbe in nome di “Ce lo chiede l’Europa”.
Sì, appunto, quel solo sguardo della mamma antecedente il tutto.

Confini europei & populismiultima modifica: 2018-06-12T02:02:21+02:00da allan11
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