IMMIGRAZIONE & PROLETARIZZAZIONE & FUSARO

Copio e incollo una interessantissima discussione a it.filosofia tra due ingegneri miei amici :

NICK : Lei sa, Dottore, che io non amo citare mio nipote (Diego Fusaro), un po’ perche’ non vorrei passare alla storia come lo zio di quel nipote :-), un po’ perche’ non sempre, anzi raramente, condivido le sue idee. Pero’ devo ammettere che sul fenomeno epocale di questa immigrazione dice qualche cosa di sensato: questa immigrazione ha la funzione di riproletarizzare il continente ed e’ voluta dal capitale.
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OMEGA : Mi sembra una contraddizione: riproletarizzare significa ridare potere al proletariato, potere perduto con il liberismo.
Quindi è esattamente il contrario di quanto sostenete tu e il tuo esimio nipote.
Il PD alle ultime elezioni ha ricevuto un taglio di capelli
considerevole: se votassero gli immigrati sarebbero tutti voti suoi. E sono voti suoi quando vengono sbarcati dalle molte navi e il segretario del PD va in TV a proclamare “Noi siamo per salvare vite”.
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NICK : Il capitale *vuole* l’immigrazione e quindi essa avviene per “offerta”, non per “domanda”.
(Trovera’ molti riferimenti in proposito su iutiubbe e feisbucche).
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OMEGA : No, il capitale, se vuole immigrazione, la vuole per domanda, come hanno fatto i tedeschi che hanno accolto solo siriani colti, che fossero cioè inseribili nelle loro attività produttive. Lo avevano già fatto con i turchi.
L’immigrazione per offerta invece porta di tutto. Quello sì che è
populismo! il cui effetto è che centinaia di migliaia di persone senza arte né parte si aggirano per il paese … a fare che cosa?
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NICK : A fare serbatoio, a fare numero, a fare domanda, a favorire la precarieta’, nell’ottica del capitale, naturalmente. Ricordava il nipotino che “precario” deriva etimologicamente dal latino “ottenuto con preghiere”: – Ti prego, fai lavorare me! Questo abbassa il salario, ovviamente. I Tedeschi, piu’ furbi o forse piu’ potenti, fanno la selezione all’ingresso, ma il risultato e’ lo stesso: Maggiore e’ la domanda, minore sara’ il salario.
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OMEGA : Ho spesso ascoltato il tuo nipotino, ma mi sono sempre più convinto che non vive nel mondo di oggi. Né nel mondo dell’industria né in quello della formazione.
Precario, in Italia e in Europa, vuol dire solo che non ha un vero
mestiere, una vera competenza, una vera formazione, tantomeno esperienza.
Quindi quello che tu dipingi insieme al nipotino è un quadro
ottocentesco non un quadro realistico contemporaneo.
Proprio nei giorni scorsi una serie di servizi e dibattiti sul problema di trovare personale in specie nella meccanica nel lombardoveneto.
Non si trova un saldatore per l’alluminio, eppure è pagato intorno ai 4000 euro/mese. E non c’è “operaio” nell’indistria meccanica (ed elettronica) moderna che non lavori col camice bianco. “Operaio” è ormai un appellativo che non ha più neppure senso con le macchine a controllo numerico, i centri di lavoro e la robotica.
I precari sono tali solo perché hanno una formazione scadente,
altrimenti, specie al nord, non resterebbero precari un solo giorno. Le aziende devono ritardare le consegne (esportazioni) a causa di questa carenza, e si rubano gli “operai” veramente formati e capaci.
Ho appena conosciuto un costruttore di pannelli solari: i suoi wafer vengono saldati ad argento, e tutto l’assemblaggio è robotico.
Allora a che serve affollare di precari che non sanno fare niente
andando persino a prenderli in Africa?
Quel genere di personale serve ai caporali calabresi per la raccolta dei pomodori, non per l’industria e i servizi del terzo millennio.
Ho seguito recentemente un mio ex allievo – mi chiedeva chiarimenti su alcuni punti dei suoi corsi di specializzazione: dopo il diploma tecnico altri anni di studio per ottenere il patentino da ascensorista, dopodiché ottimi stipendi, auto della ditta e vari altri vantaggi.
Allora che fai? Ci metti un immigrato che non sa neppure leggere la enorme normativa su ascensori e scale mobili e simili (un anno per conoscerla tutta e poi l’esame scritto pratico e orale)?
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NICK : Maggiore e’ la domanda del proletariato, minore e’ il potere del proletariato. Questa e’ un’altra equazione indiscutibile.
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OMEGA : Equazione che non riguarda la realtà attuale, perciò è discutibilissima.
Tu trovami un saldatore o un ascensorista “proletario” oggi, e potrai metterlo nella tua equazione. Il proletariato immigrato pone una domanda irrealistica: il tipo di lavoro che chiede, da noi non esiste. Perciò ci sono centinaia di migliaia di immigrati allo sbando nel nostro paese.
Fai un giro alla stazione centrale di Milano e saprai che cosa significa invasione. Ma se cerchi droga ne trovi quanta ne vuoi. Questo è il proletariato?
Il vero problema è la formazione, e non solo in Italia ma in gran parte dei paesi della UE, a cominciare dalla Francia, aggrappati
nazionalisticamente ai loro metodi obsoleti di formazione (confusa con l’istruzione). Ai comitati europei per la formazione, per questa ragione la Germania rifiuta di partecipare, perché la sua struttura per la formazione è quella giusta per l’industria di oggi, e in quei comitati non c’è niente da imparare.
Per inciso, la Merkel ha fatto marcia indietro sull’immigrazione di
siriani “colti”: l’industria tedesca si è accorta infatti che gli
ingegneri siriani sapevano più di sharia che di tecnica.
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NICK : Che poi i voti populisti vadano alle sinistre, le ultime elezioni hanno proprio dimostrato il contrario, ma direi anche la storia: pensa a Hitler, a Mussolini, a Peron… tutta gente che ha avuto ampi consensi popolari.
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OMEGA : Storie che andrebbero analizzate accuratamente, facendo le dovute distinzioni fra Europa e Sudamerica.
In genere i voti popolari – o se preferisci populisti – confluiscono su ideologie e personaggi che sono contro un’attualità che non funziona e che opprime. Italia e Germania dopo la IGM erano peggio che in mutande, la Germania poi con un armistizio capestro che voleva renderla incapace di risollevarsi. Hitler e Mussolini erano conseguenze, non cause.
L’errore della sinistra da noi è non avere neppure realizzato che la sfoltita che ha ricevuto il 4 marzo è perché non ha capito niente della realtà economica del paese. Quando al ministero dell’economia metti un ragioniere vuol dire che non hai capito niente, e quando al ministero delle infrastrutture metti un medico vuol dire che non hai capito proprio un cazzo, quando con le infrastrutture potresti creare una quantità enorme di lavoro proficuo. Perciò perdi voti, peggio ancora se sei incapace di gestire un’immigrazione senza arte né parte, destinata
solo a parassitare sul paese.
Con una simile insipienza – incompetenza – come puoi parlare ancora di “sinistra”? E si crede che “la gente” non capisca queste cose, e perciò la si apostrofa di “populismo”, col disprezzo tipico del radical-chic?

IMMIGRAZIONE & PROLETARIZZAZIONE & FUSAROultima modifica: 2018-05-10T03:03:24+02:00da allan11
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