MASCHI VIRTUALI : L’INFERNO DE “LA LEGGE DELLA MADRE”

Alla nomina del padre la madre ha la facoltà di opporre un’altra nomina.
Se la madre non ha la minima considerazione della parola del padre, se essa non si rimette mai, per le proprie decisioni, nelle mani di un uomo, se programma la propria vita e quella del bambino autonomamente, fondandola completamente su quanto le istituzioni, le leggi, la funzione del sociale le garantiscono, al posto della nomina del padre, subentra il nominare il figlio a una *funzione*, a un compito, per esempio prendere una laurea, a diventare un dottore, a ottenere, come sostituto del Nome del padre, un titolo accademico o una professione.
Questo rimanere solo VIRTUALE del Nome del padre, cioè questo permanere comunque INOPERANTE, farà sì che *non saprà che farsene*. Con la conseguenza che anche il rischio, alla separazione, alla rinuncia, ovvero a tutte quelle prove inaggirabili in cui si forma l’essere umano, resteranno solo VIRTUALI come il suo stesso essere.

Da qui ha origine quella “Generazione né né”, ne studio ne lavoro di inebetiti ai videogames, che rimangono perennemente assogettati ad una vita pre-organizzata, schiacciata nel reale dei gadgets che l’apparato della scienza mette a loro disposizione di “utenti” e “consumatori”, parcheggiati in un’eterna adolescenza dove tutto, a cominciare dai sessi, è virtuale.
Rimangono inerti, nell’attesa inconsapevole che la voce di un Padre finalmente li nomini chiamandoli a un Desiderio al di là del mondo “pratico-inerte” delle cose in cui sono istallati.
Il legame sociale fondato sul Nome del Padre ha come accadimento principale che vi sia qualcuno – un Padre – che chiama il soggetto fuori : non solo dal rapporto “diadico”, speculare, con la madre, ma dalla famiglia e più generalmente da tutti i luoghi in cui nidifica e prospera la sua inerzia, la sua miseria psicologica, la sua viltà. Lo chiama fuori, lo chiama altrove, e senza che vi sia nessuna possibilità di renitenza, pena un destino di derelizione, che lo farà sentire sempre insufficiente sul piano della sua realizzazione umana dal momento che “ogni completamento della personalità esige un nuovo svezzamento” (Hegel)

Probabilmente, verrebbe da concludere, se di queste conseguenze fossero consapevoli quelle schiere di “madri singles” , “coppie lesbiche” e tutto l’ambaradan omosessualista al seguito, che ritengono che basti solo l”ammore” per crescere un uomo quando invece quella che operano è solo una evirazione (émasculante), forse starebbero almeno zitti. Che sarebbe già qualcosa.

http://www.lacan-con-freud.it/1/upload/dor_funzione_del_padre.pdf

http://www.vitellaro.it/silvio/storia%20e%20filosofia/Appunti/Lacan_manuale.pdf

MASCHI VIRTUALI : L’INFERNO DE “LA LEGGE DELLA MADRE”ultima modifica: 2018-05-04T15:41:06+02:00da allan11
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