LA FRATTURA FEMMINILE

Lo scontro sempre più acceso, nel movimento femminista, non è più soltanto quello tra le fautrici della “DIFFERENZA” e quelle della “UGUAGLIANZA”, quasi che fosse solamente tra queste sue due anime da sempre, bensì le prime avvisaglie di quello prossimo e venturo, ben più significativo e profondo, tra il POSTMODERNO e quel POPULISMO che sarà la sua tomba.

Detto in altri termini, più politici e meno filosofici, tra CAPITALISMO ILLIMITATO e TRADIZIONE.

Viene, infatti, qui in luce anche la CONTRADDIZIONE insita nella Sinistra contemporanea tra le sue due di anime : quella progressista-liberale e quella storico-socialista. (1)
Nonchè due forme opposte di concepire l'”ALTRO” da se. (2)

Non è uno scontro da poco.

E’ uno scontro che affonda nelle radici più profonde della Sinistra stessa e in questa sua contraddizione di base, creando una frattura che non si vede come possa essere ricomposta.
E’ lo scontro tra il femminismo delle “élite”, disincarnato e astratto, e quello del femminismo, potremmo dire, delle “radici”, materialista e concreto, della “common decency”, quella “decenza comune” che Marx definiva la “ragione del comune”.
E’ uno scontro tra individualismo e comunitarismo, detto ancora in altri termini.

In quest’epoca della “deregulation” capitalistico/finanziaria e tutto ciò che ne consegue, alcune donne, OSANO, porre dei limiti; cosa che fa impazzire di rabbia quelli dell’”expertise”, “coloro che sanno”.
Che cosa, poi, sappiano, lo conoscono solo loro e il gregge belante al seguito, anche se, a prima vista, non paiono proprio sapere granché di psiche umana.
Resta il fatto che all’orizzonte non si vede proprio la possibilità che queste due anime si riconcilino; né quella femminile né quella di Sinistra.

Ormai la bomba è innescata
Il conto alla rovescia è partito.
Staremo a vedere se esploderà con tutte le sue implicazioni rivoluzionarie, nel senso etimologico “revolvere”, che implica anche un ritorno all’indietro, o se gli artificieri politicall correct del “godere senza ostacoli” si inventeranno qualcosa.

Perchè queste donne sanno dire la verità, a cominciare dal chiamare “utero in affitto” quello che si vorrebbe nominare con l’asettico Gpa, e, come scriveva il “vetusto” Antonio Gramsci “Solo la verità è rivoluzionaria”, e che bisogna dirla sempre così com’è, “qualunque sia il contesto e qualunque siano le conseguenze”.

(1) LA NUOVA SINISTRA

L’evoluzione da PCI a PD è stata il più totale tracollo di ciò che c’era di salvabile del comunismo. I primi socialisti erano infatti perfettamente coscienti che è sempre a partire da una tradizione culturale particolare che appare possibile accedere a valori veramente universali. Enrico Berlinguer auspicava che il suo partito fosse “rivoluzionario e conservatore”, appunto.

Oggi, invece, nel nome del PROGRESSISMO, si ripudia ogni forma di appartenenza “arcaica”, ossia anteriore, e si distrugge sistematicamente la base organica e simbolica delle solidarietà tradizionali e, quando le è data l’occasione di governare, si adopera solamente per non disturbare l’ordine economico e proteggere l’argenteria della gente del castello.
Il mondo nuovo auspicato da questa “nuova Sinistra” dev’essere invece necessariamente edificato sulle rovine del mondo di prima, e poiché la liquidazione delle radici forma la base del programma, se ne deduce che solo gli SRADICATI possono accedere alla libertà intellettuale e politica.

In quest’ottica Progressista ogni giudizio positivo sul mondo così com’era una volta rientra necessariamente nell’ambito di un passatismo “nostalgico”. Sradicamento dalla natura e dalla tradizione è il gesto emancipatore per eccellenza e l’unica via d’accesso a una società “universale” e “cosmopolita”.
Per i primi socialisti, invece, era chiaro che una società nella quale gli individui non avessero avuto più niente altro in COMUNE che la loro attitudine razionale a concludere solo AFFARI non poteva costituire una comunità degna di questo nome.

Il fatto che i MIGRANTI siano progressivamente divenuti la figura redentrice centrale di tutta la costruzione ideologica di detta “nuova Sinistra” si spiega con la necessità di SOSTITUIRE l’arcaico proletariato, sempre sospettato di non essere abbastanza indifferente alla comunità originaria, quindi alla tradizioni, o, ancor peggio, il contadino, con il suo legame costitutivo con la terra .
Resta evidente che la patetica incapacità di questa Sinistra di assumere la dimensione conservatrice della critica al capitalismo spiega il profondo smarrimento ideologico, per non dire il coma intellettuale, in cui l’insieme della Sinistra moderna è oggi immerso.

Alla stupidità, infine, delle persone di sinistra che ritengono possibile combattere il capitalismo in nome del “progresso”, corrisponde poi l’imbecillità delle persone di destra che ritengono possibile difendere al contempo i “valori tradizionali” e una economia di mercato che non smette di distruggerli.

In quel panorama d’insieme, odierno, il soggetto è quell’essere narcisistico pre-edipico, immaturo, capriccioso che ha solo interiorizzato una cultura della moda, del consumo, della crescita illimitata; cultura necessariamente fondata sulla perpetua celebrazione della giovinezza e del solo godimento immediato.

(2) ESISTENZIALISMO & IDEALISMO

L’amore stesso è fondato sulla predilezione: la persona amata non è intercambiabile con un’altra, non si può amare dello stesso amore chi è caro e famigliare e chi è remoto e ignoto. Non si potrà mai chiedere a una persona di amare di più chi non conosce o è straniero rispetto a sua madre o suo figlio. Non si potrà mai pretendere che si senta più fratello dello sconosciuto rispetto a suo fratello: non si può capovolgere una legge di natura, biologica e affettiva, carnale e spirituale.

Posso essere aperto all’umanità e ben disposto verso ogni uomo, ma a partire da chi mi è più vicino, da chi appartiene alla mia vita, con cui condivido il pane (compagno, cum-panis ), la provenienza e la storia.

Perché dovrei giudicare egoistica questa preferenza, o cinica la morale che ne consegue? Amare chi ti è caro e vicino non è chiudersi al mondo in una forma deplorevole di egoismo, ma è la prima e più autentica apertura agli altri nella vita reale. Su quei legami reggono le prime fondamentali comunità, le famiglie, quell’energia anima l’amore tra due persone, quella fonte dà coesione alle patrie e le altre forme di comunità, inclusa la confraternita, fino alla colleganza di lavoro.

L’amore per l’umanità o per lo straniero di solito si sposa all’insofferenza o all’indifferenza verso chi ti è concretamente vicino, familiare o compatriota.
Ovvero nel nome di un amore astratto, utopico e solo mentale, si nega e si rinnega l’amore reale, quotidiano per le persone a noi più prossime.

Si fronteggiano nella vita di ogni giorno due visioni del mondo: quella di chi affronta l’universale a partire dal particolare e quella di chi affronta il particolare a partire dall’universale.
Il primo può dirsi principio d’identità fondato sulla realtà, il secondo è un principio di alterità fondato sull’utopia di un universalismo astratto

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LA FRATTURA FEMMINILEultima modifica: 2017-10-12T00:59:08+02:00da allan11
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