ROMANCE

Quella era un’epoca senza qualità, dove un matto, come le rondini, da solo non faceva primavera, ma tre o quattro assieme, con quello stesso delirio, diventavano “l’opinione di una minoranza”.
Il ventilatore a pale sul soffitto stemperava l’afa della stanza.
Stereotipi e pregiudizi ?
E dove stava scritto che certe trasgressioni dei costumi non sarebbe stata eternamente ridicole.
I conformismi erano cambiati ma restavano ugualmente noiosi.

I pantaloni a sigaretta tra l’azzurro e il blù, i mocassini inglesi, la camicia bianca slacciata negli ultimi due bottoni , la pelle abbronzata del viso e quei capelli neri un po’ lunghi gli davano un’aria di eleganza classica portata con naturalezza in quel longilineo metro e ottanta asciutto di un corpo curato più per disciplina mentale che altro.

Nella distruzione del desiderio restavano le orme del Sacro dei piagnistei di demoni del bene mediocri e immaturi che nell’afasia generale del Logos avevano generato i tatuaggi in sua vece .
Da quando la ricchezza era diventata sinonimo di elezione divina, con il calvinismo, la nobiltà aveva lasciato il posto alla volgarità più pidocchiosa fino all’oggi di questi “parvenu inchiostrati”, senza più quel *valore* per qualcosa compiuto da noi o da un nostro antenato.
L’Etica, da allora, venne sostituita dalla Potenza e dal nichilismo, frutto di questo vuoto di quegli ideali eroici degli antichi di portare il bene nel mondo, ora solo sostituito dalla ricchezza data dal guadagno e dalla produzione in tutte le sue declinazioni materialiste ed economiciste ora borghesi ora comunistarde.
Da allora, nell’assenza dell’Etica, i Diritti erano assurti ad assoluti senza il contrappeso dei Doveri, ragion d’essere dell’Etica e dell’odio per la qualità di Dio e dei suoi “Comandamenti”, e l’insieme era stata sostituita dalla sola quantità e tutti i suoi calcoli.
Dalle etiche guerra per Elena di Troia alle “troiate” per il solo petrolio.
Certo, i delinquenti c’erano sempre stati, ma solo ora erano diventati i VIP.

Nietzsche era stato il primo ad accorgersene, ma si era limitato a constatare la dimensione sociale di quella morte senza individuarne l’origine e neppure i confini di quella “Volontà di potenza” come lui chiamava il Desiderio.
Quel Desiderio che poi sarebbe restato sempre inappagato da questa vile dimensione materiale e che avrebbe generato sempre solo quel circolo vizioso di tristezza e alienazione esistenziale che cercandone la soluzione nella *quantità*, ora di ricchezza ora delle altre forme del potere, non ne potevano raggiungere l’appagamento che risiedeva solo nello spirito e nella psiche.
Non nell’avere ma solo in quella *aretè* di una vita eccellente.
Quella che Allan cercava.
Una vita che non era la “Volontà di potenza” e neppure quella dei “deboli” ma semplicemente la rinuncia a quella “volontà” in nome della poetica della vita, la sua bellezza solamente, la qualità, l’eccellenza. L’*aretè*, appunto.

Ma la qualità era solo nel singolo.
L’umanità, la specie, il Sistema non interessavano ad Allan.
Quei castelli di astrazioni concettuali non erano la sua vita.
Quella gente parlava solo di Assoluto. di genere, di umanità senza comprendere nulla di se stessi. Solo una caricatura di quanto di singolare, di irripetibile, di qualitativo e di umano c’era in una esistenza. Era più probabile che una persona come lui fosse odiata o misconosciuta nel suo valore. Era più probabile che fosse schernita, disprezzata, perseguitata e trattata come un rifiuto, magari. Ma restava, comunque, l’unica esistenza autentica.

Il singolo è sempre e comunque fuori dal sistema
Una voce glielo aveva anche detto la notte precedente in quello strano modo in cui comunicano i sogni : “Solo il singolo secco esiste, non l’alienato tra gli alienati”
E quella frase, da allora, era rimasta incisa nella sua mente.
Tanto, a quegli uomini mediocri interessava invece solo “acquisire” sempre di più.
Ma la bellezza non stava lì. La Qualità stava nel non volere “acquisire” nulla.
L'”abbassamento” era il contrario della “volontà di potenza”, il contrario di quel volersi adornare di apparenze o bellezza materiale tanto cara a quegli “ultimi” uomini che si compiacevano solo di questo per attirare gli sguardi. Solo esistenze sprecate, perdute.
Una mediocrazia di encefalogrammi piatti in nome dell’uguaglianza ma ignari, per di più, della violenza che ci abita, ignara com’è del “sottosuolo” magmatico e caotico da cui proveniamo.

Allan, invece, era quello che si sarebbe potuto definire un “esistenzialista”. La sua visione della vita si accostava a quella di Husserl, ma con la pretesa di raggiungere l’essere medesimo, che lui non chiamava Dio ma solamente Qualità assoluta. E il senso di questa esistenza iniziava proprio dal nostro proprio corpo, come nella più classica declinazione fenomenologica di desinenza husserliana.
Per lui esistere era farsi superandosi, dove, in quella aspirazione ad essere di più traspariva l’azione di quell’Essere assoluto di cui partecipa l’uomo che aspira alla Qualità e all’Eccellenza. Stando ben attento, però, a non cadere negli sterili labirinti di quel pensiero, come Descartes, che si basava soltanto su delle essenze e la cui consistenza, come l’idea di Bene di Platone o l’Atto puro di Aristotele, erano solo la chiave di volta di un sistema che soddisfaceva per la sua coerenza ma che non aveva maggior vita che la x di una equazione algebrica.

Allan era solo comunque molto stanco di tutti quegli Idealisti che avevano invaso il mondo intero ma che non capiva assolutamente nulla del “singolo”.
C’è chi affronta l’universale a partire dal particolare e chi affronta il particolare a partire dall’universale. Lui apparteneva alla prima categoria, loro dalla seconda.
Gli intellettuali erano poi la prova più evidente che ogni uomo ha un prezzo, visto come si conformavano alla ideologia corrente nel più classico stile leninista che “Se la realtà non si adatta all’idea tanto peggio per la realtà”

(…segue)

ROMANCEultima modifica: 2017-09-17T17:32:39+02:00da allan11
Reposta per primo quest’articolo