GENEALOGIA DELL’UOMO MODERNO

Umanesimo e Rinascimento sono i due termini che vengono usati a volte indifferentemente per segnare una periodizzazione interna alla storia europea che coincide con il passaggio dall’ età medioevale a quella moderna

E’ questa l’epoca in cui l’uomo divenne il centro di un’attenzione che la cultura medioevale precedente sembrava non avergli accordato ed è in questo clima che si forma quell’idea di uomo che tutt’ora prosegue nella modernità.

Umanesimo significa anche *humanitas* , infatti, la paideia greca , già presente ai tempi dei Romani : l’ humanitas non é nient’ altro che l’ insieme degli spetti che contribuiscono a formare l’ uomo e può quindi essere tradotta con ” formazione dell’ uomo “.

E’ quindi necessario ripercorrere la geneologia di questa epoca per comprenderne la sostanza e se sia tutt’ora valida.

E’ questa un’epoca che, tra le sue mille sfaccettature, si caratterizza per un *anti-aristoritelismo* di fondo.

Nascerà una vera e propria disputa tra sostenitori di Platone e sostenitori di Aristotele; tuttavia tutti , anche i suoi più accaniti sostenitori , rifiuteranno l’ Aristotele ” medioevale ” , quello che veniva chiamato il ” philosophus ” per eccellenza : l’ Aristotele medioevale va assolutamente scartato.

Il filo conduttore della filosofia , in fin dei conti , sarà, appunto, l’ acceso anti-aristotelismo , dove si combatterà non tanto contro Aristotele in sè , quanto piuttosto contro l’ Aristotele ” philosophus ” della Scolastica.

La scolastica sì è formata prevalentemente su Aristotele e scorge in lui la sua guida indiscussa sul terreno filosofico.

Ed è proprio da qui che inizia la deriva che ci porterà, attraverso Hobbes (1588) per primo, e dopo di lui Locke (1632) , Hume (1711) e infine Comte (1798), all’aberrante uomo attuale.

“L’uomo, cioè, appunto, per Aristotele è “animale comunitario” che si realizza nella polis e nelle relazioni intersoggettive.

Vi è già qui una critica radicale della modernità e, non a caso, a partire da Hobbes, prenderà di mira la visione politica di Aristotele, la visione antropologica dello stagirita, contrapponendole l’idea dell’individuo atomizzato.

Nel *Leviatano*, Hobbes, siamo nel ‘600, critica duramente Aristotele, riconoscendo nella sua visione antropologica un errore fondamentale : Aristotele si figura l’uomo come “zoon politikòn”, laddove invece, dice Hobbs, da una prospettiva che è tipicamente moderna, l’uomo è anticomunitario, è egoista, è individualizzato, vede nell’altro non un “socius”, non un compagno, ma un potenziale nemico con il quale può (solo) instaurare relazioni conflittuali e dalle quali relazioni conflittuali deve mettersi al sicuro ; ciò che è appunto garantito dal “pactum unionis” che è anche un “pactum subiectzionis” con cui si instaura l’ordine statale.”
Il “Leviathan”, appunto.

“In Hobbes l’uomo non è più una *psiché”, indagabile socraticamente tramite la filosofia. In Hobbes abbiamo già l’*individuo*, figura tipica della modernità, sconosciuta al mondo greco, che conosceva invece la psiché, l’anima socraticamente interrogabile tramite la maieutica. Come è sconosciuto l’individua alla tradizione medioevale cristiana che conosce invece l’anima , o la persona, e diventa invece la cifra della modernità utilitaristica, che conosce, appunto, l’atomistica delle solitudini. ”

PS: “Homo homini lupus” Hobbes
“L’inferno sono gli altri” Sartre

GENEALOGIA DELL’UOMO MODERNOultima modifica: 2016-07-11T18:14:07+02:00da allan11
Reposta per primo quest’articolo