LA TURPE FINE DI PSICHE

Allorquando, ei, giovinetta, era invaghita di Amore,
leggiadra solea volar di fiore in fiore
che farfalla parea.
Ma dal dì che il suo congiunto la cervice perse per Pene,
e con lui l’intelletto,
or essa vaga ramenga e solitaria,
abbandonata da ognun che di lei più nulla rimembra.

Il messagger Mercurio ora riporta sol di codesto novello Amore,
che par che il ciglio abbia or reso glabro simil al petto,
come altresì il suo viril compagno dal muscolo leggiadro.

Di lei, Psiche, nulla è restato,
se non marmoreo ricordo di lor immortale abbraccio.
Essa, ormai sola, vaga stordita
memore di un tempo che fu ove il senn non s’era ito,
come alla cazzo di can ora è partito.

Passa ella adesso, nascosta e incapucciata
tra trionfanti stendard multicolori
di gioiosa gente sciroccata
con tutti in bella vista i posteriori
intra questa folla accalcata
che tutto par solo essere love story.

Solo ei, meschina
lesta galoppa che pare una ronzina
sempre più lontan da tutta sta rovina.

Antiquata è ormai Psich
in codesto mondo radical chic
or son di moda i culi
e tu la troverai
ma non ci potrei giurar
forse in Friuli
a coltivar patchouli.

LA TURPE FINE DI PSICHEultima modifica: 2016-05-15T11:34:30+02:00da allan11
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