CORPO : RAPPRESENTAZIONE & INCARNAZIONE

Pare che i filosofi e la cultura contemporanea tutta abbia dei grossi problemi con *il corpo*.
Magari ne straparlano, ci scrivono dei pamphlet e dei trattati ma, nei fatti, viaggiano esclusivamente nell’empireo delle idee, delle *RAPPRESENTAZIONI* solo dei contenuti della coscienza conoscente, nell’astrazione del pensiero più completa.
Nietzsche vi ha dato inizio e tutti gli altri dietro.

Parrebbe quindi che ora, il corpo, fosse diventato solo un piccolo incidente biologico nello splendore della “Cultura”.
Cultura foriera altresì di soli stereotipi e pregiudizi atti a perseguitare derelitte minoranze illuminate che irradiano “Love” in fosforescenti arcobaleni.

Peccato che “Io non esisto come essere spirituale, come un sorriso o un vento che soffia, non sono libero di responsabilità. Il mio essere si carica di un avere…la materialità non esprime la caduta contingente dello spirito nella tomba o nella prigione di un corpo. Essa accompagna – necessariamente – la nascita del soggetto, nella sua libertà di esistente. Comprendere così il corpo a partire dalla materialità – evento concreto della relazione tra Io e Sé – significa ricondurlo ad un evento ontologico. Le relazioni ontologiche non sono legami *DISINCARNATI*.
La relazione tra Io e Sé non è una inoffensiva riflessione del pensiero su di sé. E’ tutta la materialità dell’uomo”

Approccio tutt’altro che idealista, e anche lezione fenomenologica, dove viene attenuato ogni aspetto trascendensalistico e riduzionistico a favore della pienezza della corporeita quello di Emmanuel Lévinas.

Poichè il corpo è l’avvento stesso della coscienza poiche è il corpo che realizza la condizione di interiorità.

E’ in questo “qualcosa che è” che usciamo dall’indifferenziato e anonimo “Il y a”, questo “C’è” anteriore a quel concetto di Essere heideggeriano incapace di nominare il reale nella sua più profonda natura.
Quel brusio senza tempo incomprensibile e umanamente misterioso.

E al pari del parto veniamo “gettati” nell’esistente.
Ma ecco che immediatamente urliamo per ritornare al *GODIMENTO* di quella pace precedente alla separazione.
Nasciamo separandoci da quella madre come dallo stesso “Il y a” ed iniziamo ad esistere cercando immediatamente il “godimento” di quel seno.
E di lì in poi resterà sempre così per tutta la vita come in quel primo momento dove l’esistente rappresenta una frattura dell’essere, una discontinuità che genera il *bisogno*.
Il *bisogno* interrompe l’uniformità dell’essere aprendo lo spazio ed inaugurando il tempo del “godimento”.
Un essere si è staccato dal mondo da cui per altro si nutre !
“Noi respiriamo per respirare, mangiamo e beviamo per mangiare e per bere, ci ripariamo per ripararci, studiamo per soddisfare la nostra curiosità, passeggiamo per passeggiare.
E tutto questo non è “per” vivere, ma vivere.”
Il soggetto si separa dall’anonima esistenza in quanto *gode* della vita, lui gode della vita, il godimento è suo, solo il godimento è originariamente suo, immediatamente suo…fin dal primo attimo della sua esistenza…perché il bisogno è sempre proprio, è il segno dell’essere proprio come proprietà, è il segno della presenza dell’esistente. Per questa ragione si “gode” dei propri “bisogni”.
E tutto questo avviene nel corpo, attraverso il corpo, quel corpo con cui viviamo sentendoci noi stessi, autenticamente, perché la fame, la sete, il sesso, il dolore non sono astrazioni ma corpo, solo corpo.
Falso negarlo come false sono quelle analisi esistenzialistiche che troppo unilateralmente ne sottolineano solo la disperazione.
Non c’è un perchè. E’ così e basta.
Perchè il corpo è l’evento stesso della coscienza, dell’interiorità, dove si afferma il soggetto nella separazione dall'”Il y a” anonimo.
Perchè noi SIAMO UN CORPO INTENZIONATO, INCARNATI IN UN DESIDERIO CHE LO ANIMA…e non il suo contrario !

CORPO : RAPPRESENTAZIONE & INCARNAZIONEultima modifica: 2016-03-15T01:12:36+01:00da allan11
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