MARX E I ROLLING STONES

Parrebbe un accostamento inopportuno, a prima vista.
Invece lo è molto , a dire il vero.

Leggendo da infiniti lustri dell’universale infatuazione, negli anni ’60, da parte di tutti i filosofi di ogni ordine e grado,
francesi, italiani, tedeschi, mongoli, utzbechi eccetera,
mi chiedevo invece io a che cosa pensassi allora.
Ai Rolling Stones pensavo .

Metre i miei coetanei sfilavano, ciclostilavano, eskimosavano, maoettavano, trozkyzzavano e le femministe femministavano,
a me interessavano loro : i Rolling Stones.
E anche le loro grupie, a dire il vero, beati loro.

Quanta fosse dura la vità di un rollingstoniano al’epoca del colera marxista non sto’ a tediarvi
Basti dire che evitarli era come schivare gli insetti sul casco di un motociclista ai duecento all’ora.
Impossibile.

Loro volevano essere tutti uguali.
Io avrei voluto essere solo uguale a Mick Jagger

Più che di Rosa Luxemburg o Frida Kahlo ero interessato alla vita di Anita Pallemberg e Bianca Jegger.

A quell’epoca c’era chi credeva che per cambiare il mondo ci volesse la rivoluzione
e chi, come noi, che pensava che bastasse la musica
A parte un brevissimo attimo dove pensai di essere comunista anch’io.
Ma calai le dosi di droga e rinsavii subito

Ovviamente anche la filosofia che studiavo io a quei tempi non poteva che essere inglese
La terra promessa
Bertrand Russel. Lontanuccio, piuttosto lontanuccio anche lui dal marxismo
Come anche il primo psichiatra di cui mi innamorai doveva essere inglese : Ronald Laing

E così “la dolce vita” proseguiva ora in provincia
Era decadenza
La pace prima dell’oscurità
L’alba prima del tramonto
L’importante era comunque spassarsela

La fedeltà agli Stones non era musicale
ma nel loro essere un fenomeno socio-sessuale

Loro, invece, quegli altri, erano “engagé”, impegnati
Come i loro frantumacoglioni di cantautori

Loro si illudevano ancora che sarebbe sorto il “radioso sole dell’avvenire”
Noi anticipavamo invece solo come sarebbe poi andata a finire;
in quella notte buia quale è ora
Ma intanto ci godevamo il tramonto

Certo loro, però, bisogna ammetterlo, in qualcosa sono stati più bravi.

Bravi come loro a trasformarsi in pipistrelli nessuno li eguaglia
Alla notte si sono adattati meglio di chiunque altro
Pare che fossero predestinati a vivere in questo ambiente oscuro
E hanno nidificato in tutta la politica
Non c’è un partito, un direttore di giornale che non faccia parte di questi residuati bellici

I più deficienti fanno poi solo adesso quello che noi facevamo allora, ma declinato a loro modo:
Lottano per sesso, droga e rock and roll legalizzato e libero
Magari se ne fossero tolta la voglia allora avrebbero qualcosa di meglio da pensare
Oggi sono solo patetici
Quando le pazzie da giovane le fai da vecchio sei solo patetico

Noi, da hippy siamo diventati yuppie
Loro, imperturbabili, fanno ancora i freak nelle bancarelle di ottone ricurvo ai mercatini

Noi siamo passati attraverso tutto lo scibile umano
Loro invece sempre lì, aggrappati con le loro unghiettine come gattini ai maroni di Marx

Noi, diventati vecchi, pensiamo ai bambini
Loro, passati da acerbi a marci al Diritto

Noi, che quando la morte arriverà ci troverà vivi
Loro, che vivi non lo sono mai stati neanche ci faranno caso
I più “à la pagé” se la procureranno, perchè è un Diritto pure quella
Una vità inautentica potrà giusto terminare con una morte inautentica

Esseri di plastica
Più che le pompe funebri basterebbe il camion dell’immondizia a portarli via

Ma loro, i marxisti, sono ancora lì
Ma anche i Rolling Stones sono ancora lì

Caro Mick, è stato un piacere incontrarti
Se poi non piacciamo a tutti per come siamo fatti, pazienza.
L’abbiano sempre saputo di non essere nati per soddisfare qualcuno se non noi stessi e che sarebbe finita così

MARX E I ROLLING STONESultima modifica: 2016-01-08T00:43:54+01:00da allan11
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