Se quindi solo nell’esperienza del Bene, come nel transfert psicoanalitico incarnato in un altro da sé, troviamo salvezza dall’angoscia dell’abbandono, il Bene ci precede e appare come origine stessa dell’essere da cui scaturisce la vita, senza con questo voler suffragare una ottusa “regressione al liquido amniotico” che, anzi, è ancora parte integrante di detta patologia tetico-ossessiva.
Prova quindi ne è il persistere del mondo e della vita nonostante metafisiche tragiche o nichiliste e il suo perdurare senza essere travolto dal nulla o dalla distruzione del Male.
Vi è quindi un Bene che supera tutto questo !
Un Bene che solo è in grado di curare tutte le ferite della psiche !
Freud lo chiamava *Transfert* ma è solo la saggezza e profondità del desiderio che risiede nella Verità, l’unico in grado di scalzare scardinandolo le difese di desideri regressivi e patologici grazie a un Bene ritrovato, a una nuova “lison amoureux” compensatrice di un abbandono, a un non-avvolgente, che l’ha preceduta.
Solo il Bene guarisce perché solo il Bene salva il modo di essere, esser-ci, autentico della persona.