Der mistiker

Il professore, seduto nella sua stanza, guardava pensieroso fuori dalla finestra la neve che scendeva tra quelle immense e altissime case di New York. Il tempo stava passando in fretta, molto in fretta e doveva prendere una decisione.
Cercò allora di ripassare a mente tutte quelle cose che si erano detti lui e Allen e di come erano andate veramente le cose in quel futuro da lui solo ipotizzato ma che ora aveva potuto constatare di persona anche attraverso quegli strani quadri semoventi e a colori chiamati TV al plasma.
Senza considerare tutti quei nuovi libri che aveva letto in quelle poche settimane.
Solo ora si accorgeva  di essersi  sbagliato non essendosi accorto che già quella sua “morte di Dio” era solo il frutto dell’avvento di una nuova era che stava solo iniziando a profilarsi quando lui era ancora in vita, ma che sarebbe esplosa da lì a poco: l’era della scienza e della tecnica  !
Ma poi, certo non aveva messo in preventivo che alla morte di Dio fosse poi seguita anche quella dell’Uomo.
No, questo non lo aveva proprio previsto.
Aveva previsto un Superuomo e niente affatto la sua scomparsa, che era l’esatto contrario di quello che lui auspicava.
Lui credeva nell’uomo, in un uomo nuovo, diverso, coraggioso.

Allan gli aveva invece mostrato come erano state declinate le cose che lui aveva pensato.

Erano state declinate nel suo completo annullamento per farne solo delle cose tra le cose. Oggetto tra gli oggetti . Illusi che si facevano vanto nell’aver abbattuto anche loro, con gioia, Dio e qualunque trascendenza,  ma che ora erano oramai ciechi di fronte all’orrore e incapaci di opporvi alcun rimedio.
Nell’ottusità di quella idolatria del progresso, inaugurata con la Rivoluzione francese, neppure lui si era accorto da che cosa fosse stato realmente generato quel nichilismo che era andato profetizzando. Un mondo  ripetitivo come anche lui, facendosi ingannare, aveva declinato in quell’Eterno rtorno” che prima di essere suo era già stato partorito dalla meccanizzazione che stava sopraggiungendo veloce e dove restava solo una natura senza fini. Ma non perchè lo volesse la sapienza ma solo perchè il nuovo mondo delle macchine non poteva esistere che nella ripetizione del sempre uguale. La serializzazione. E ora, poi, quelle macchine, sempre più numerose e sempre più sofisticate, invadevano tutto.

Quegli strani e meavigliosi oggetti che non aveva mai visto né sentito, gli apparecchi, prima quello della radio e poi quello della televisione, avevano tolto, senza che se ne accorgessero, la parola agli uomini e li avevano  trasformati in eterni minorenni e subordinati.
Le parole erano lentamente diventate qualcosa non più da proferire ma qualcosa che si sentivano oramai soltanto; non qualcosa che si faceva ma qualcosa che si riceveva.
Ecco perché ciò aveva determinato quello che ora erano diventati gli uomini: esseri infantili nel significato etimologico del termine: cioè minorenni che non parlano.
Il risultato finale era dappertutto il medesimo: cioè un tipo d’uomo che, non essendo più lui a parlare, non avendo più nulla da dire e che, udendo soltanto e incessantemente, era oramai solo uno schiavo “ubbidiente” e  “subordinato”.  Uno schiavo di quelle macchine che ora scandivano il suo tempo. Prima quello del lavoro, dove era solo un funzionario, poi quello del tempo libero, nella passività della spettascolarizzazione del mondo che quegli oggetti gli portavano direttamente a domicilio.
E ora, poiché l’uomo è tanto articolato quanto egli stesso articola e tanto inarticolato quanto meno articola,  nell’impoverimento generalizzato di quel linguaggio  determinato da tutto ciò, anche il sentire era diventato  più rozzo e più povero.
Ora c’era solo l’uomo che lui aveva sempre disprezzato: quello debole, infingardo, piagnucolone.
Senza nessuna volontà potente di porvi alcun rimedio. Con la volontà riservata solo alla ricerca del piacere
Un piacere declinato solo materialmente e senza nessuna elevazione ne tanto meno nobiltà..
L’”Ultimo uomo” era diventato padrone del mondo !
E non ce ne sarebbe stato mai più nessun altro
Tutto si era fermato lì,  a questo mondo e senza più nessuna via di scampo.
 In quella “Dittatura del piacere” che solo gli stupidi potevano credere che l’illibertà non vi si conciliasse perfettamente, ora l’uomo non poteva più sfuggire pena il crollo del sistema stesso tutto. “Illibertà comoda” la definiva Allan, che manipolava le anime inducendole a desiderare solo ciò che il sistema voleva che si desiderasse: produzione e consumo diluito in dosi industriali di piacevolezza e divertente. Nient’altro.
Quell’uomo che lui auspicava sarebbe dovuto essere stato solo l’anello di congiunzione tra il “vecchio uomo” e “l’Ubermensch”, il “Superuomo”., quell’uomo che sarebbe andato “oltre all’ultimo uomo” inventandosi “nuove tavole di valori” non sarebbe mai più nato. Mai più.
Perchè oramai l’ultimo uomo neppure una interiorità per poterlo pensare gli era restata, fagocitata da una preconfezionatagli dall’industria del divertimento
E con questo tutta la spersonalizzazione conseguente di intere generazioni di uomini.
Ecco che ora la fedeltà, la fiducia, la speranza non solo mancavano , ma addirittura venivano disprezzate e presentate come certezze da cui disancorarsi.
Nulla era ora, infatti, più durevole. Tutto era diventato liquido. E il sentimento lo traeva ben più dai jingles pubblicitari e canzonette che da qualunque altra cosa.
L’amore tra un uomo e una donna ora era più che mai in frantumi.
Nel momento in cui non appagava più e mostrava la sua fragilità divenne bene che l’uomo se ne disfasse in piena libertà il più rapidamente possibile e il consumo di cose era tracimato irrimediabilmente in quello delle persone.
La scoperta del proprio io coincideva ora con l’esplorazione esclusiva delle proprie possibilità di piacere, senza consapevolezza dell’alienazione nascosta in questo ottuso modo di pensare.
Dominò così, da quel momento, solo il desiderio di liberarsi dalle responsabilità, da qualunque impegno.
Un desiderio ridotto a piacere e soddisfazione del piacere:
Ul piacere che doveva poi diventare diritto, perché quando si fraintende l’amore con la sua parodia allora si perde di vista come stanno le cose e le si invertono.
Al piacere come mezzo si coniugava ora come  fine posticcio e temporanei come sono le leggi giuridiche.
Ma sempre e solo dei più cinici. Bambini e vecchi non erano tutelati. Non corrispondevano ai canoni di efficenza della società industrializzata e quindi, i loro Diritti erano solo di facciata ma, in realtà, sempre più inesistenti.
Ora il destino, il bene, il giusto non esistevano più. L’uomo non era più fatto per un’esperienza di bellezza, di verità, di giustizia, di nobiltà, di forza, ma tutto era venuto ad essere declinato solo in funzione della sola efficenza. Quel delirio scientista ora dominante aveva abolito qualunque *fine* e tutto era ora solo *mezzi*
La libertà non esisteva più
L’interiorità, non esisteva più.
No.
Era rimasto solo una melassa conformista priva di ogni contorno netto; che tutte quelle linee di confine che ci sembravano naturali:  quelle tra spontaneità e coercizione, tra attività e passività, tra aver bisogno e venir costretti, tra dentro e fuori, tra individuo e individuo,  nell’esistenza moderna, erano totalmente cancellate.
Il meccanismo di omologazione sembrava inesistente per il fatto che funzionava effettivamente così bene, cioè in modo così radicale e privo di lacune, che non c’era più bisogno di omologazioni come misure speciali. Nulla  sembrava più naturale che lasciarsi trascinare in questo groviglio, nulla più naturale che vedere, in queste nature sireniche ; apparecchi, modi di dire, usanze, opinioni, behaviour patterns, il “proprio mondo”; e chi opponeva resistenza finiva per sentire dalla bocca della psicologia, che stava sempre dentro questo groviglio, nel ruolo di giudice , ch’egli è inabile, poorly integrated o addirittura sleale.
Tutti, ora,  inconsapevolmente impregnati di una *teologia immanentista ipertrofica*, che ne fagocitava qualunque trascendenza, da parte dei suoi ciechi fedeli nel *Progressivo* andare verso un indubitabile “Paradiso della tecnica”; guidati a ciò da pifferai *carismatici*, ora leader politici ora filosofici nella incredulità nella propria morte  tracimata, da due secoli ormai, in quella *rimozione generalizzata* che nega qualunque fine.

Una *eternità* già tutta qui. Con i suoi chierici e mandarini che recitano “messa” ogni mezz’ora, ventiquattro ore al giorno, passando dai telegiornali e talk show di ogni ordine e grado

Incapaci, oramai, di prendere su di sé qualunque decisione, quale spararsi un grammo di eroina nelle vene per farla finita, ma attendendo speranzosi Godot perché neppure veri nichilisti ma solo sugheri che galleggiano su uno specchio d’acqua e niente più erano oramai tutti solo diventati,  a cui non restava che ammazzare il tempo di passatempi gaii e ossessivamente sessuati, aspettando che sia il tempo ad ammazzare loro, e come polli di allevamento becchettano *diritti*, replicanti ebeti, sul nastro trasportatore che li spennerà presto, in questa vita disintegrata ma non ripudiata di “cattiva infinità”.

Era quella “alienazione” di cui parlava sempre Allan. Quella alienazione che poi lui amava definire “La notte del desiderio”.
Il professore pensò che non avrebbe potuto trovare una definizione più azzeccata, infatti.
Una umanità , ora, estremamente facile da gestire, controllare e sfruttare, nella ottusa e pervicace oblio della propria interiorità e per questa ragione facilmente manipolabile da chi ne avesse avuto una qualsivoglia convenienza.

Da quando il professore aveva terminato quella cura anche la sua mente gli sembrava reagisse diversamente.
Non sentiva più quella perenne rabbia verso il mondo intero e neppure si sentiva più così pesantemente responsabile degli errori umani .
Si sentiva, anzi, piacevolmente meno importante.
Constatare il fallimento delle sue profezie non lo deprimeva.
Era come essersi liberato da un peso
Si sentiva meglio, molto meglio.
Avrebbe addirittura quasi potuto dire di sentirsi veramente bene, se mai avesse avuto un termine di paragone per sensazioni così nuove e mai provate .

Riandò con la memoria il rimprovero di Allan quella sera a cena e a cui non aveva prestato molta attenzione a causa del profondo turbamento che gli aveva procurato la vista di quella Sabine, ma che ora gli tornava alla mente spesso e sempre con maggior chiarezza :
“Tutta la nostra differenza nasce proprio da qui, dal Desiderio umano.
Lei sembra proprio non voler vedere l’importanza delle relazioni.
Lei crede profondamente in un uomo in grado di creare e di gestire autonomamente la propria vita e ha finito col chiudere gli occhi di fronte alla competizione che quotidianamente ognuno porta avanti con i suoi simili.
Lei è solo un romantico che si illude di essere indipendente dallo sguardo degli altri e riesce da solo a costruire i suoi valori. In grado da solo di conferire valore a ciò che desidera”.

Certo, era così che lui aveva sempre pensato il Desiderio, con un solo volto, il proprio.
Autonomo, grandioso, forte , coraggioso, nobile , aristocratico , autarchico.
Ma aveva affossato quell’altro aspetto del desiderio che ne costituisce l’autentica dimensione corporea : l’intenzionalità dell’affettivo !
Che è già estroversione, tensione inarrestabile all’esteriorità, implicazione d’un ordine simbolico.
II vero Desiderio è quello che il Desiderato non sazia ma rende più profondo.
E’ bontà !. ” Gli aveva detto Allan. E questo l’aveva colpito.

“Non si riferisce a una patria o a una pienezza perdute, non è la malattia del ritorno e neppure nostalgia.
È la mancanza nell’essere che già è in modo compiuto e a cui non manca nulla .
E ne siamo attratti perchè siamo fatti…” a Sua immagine e somiglianza.”
Il Desiderio  autentico ci attrae inevitabilmente a Lui.
Sempre frutto della imitazione di modelli, che riteniamo “portatori di un Essere superiore al nostro”, di quel’”essere” a cui aspiriamo con tutto noi stessi e che solo Dio è in modo completo e assoluto ma che noi cogliamo inizialmente solo negli altri che vediamo più felici.

Ora aveva capito che l’espressione massima della “Volontà di potenza” , l’altro nome del Desiderio, era, paradossalmente, solo la “Volontà di impotenza”, il Bene, il Dono di sé, l’Amore, e non l’odio e il disprezzo e la violenza di cui è maestra l’umanità intera senza nessuna necessità che qualcuno glielo insegni che già la natura ha provveduto a fornirgliene in abbondanza.
Questo è il vero senso della “povertà” auspicata da tutte le persone veramente sagge e profonde.
Questo il senso dell’umiltà di Cristo, prova evidente di una potenza divina che non ha nessun bisogno di esibirsi perché sovrabbondante.
Dove il Piacere, che è solo illusione, lascia il posto completamente all’Essere, ciò che solo ci può rendere veramente felici.
Ma non per costrizione, ma esclusivamente per libera, scelta di una libertà autentica ed assoluta.
Perché l’Amore vien prima della Libertà !!
Questo era quello che voleva fargli intendere Allan quando diceva che la vera “autorealizzazione” è poi sempre e solo una “eterorealizzazione”.
Ma questo lo aveva già pensato anche il professore :“Amo coloro che donano sempre…che donano tutto…che sanno donare…che sanno tramontare…perché se non tramonta il vecchio uomo insieme ai vecchi Dei, mai potrà aprirsi questa dimensione del Oltre-uomo.”
Quella libertà grande, infinita; quella di fare solo il bene , e non quella piccola e vuota di fare anche il male dei risentiti omettini plebei.
Perché su quello, almeno , non si era per nulla sbagliato.
I plebei esistevano eccome, ed erano veramente tantissimi, la maggioranza degli uomini.

Ma forse, ora, aveva trovato quel’”Oltre-uomo”.
Quell’uomo che aveva sempre e solo indicato e nulla più. Quell’uomo che non aveva mai fatto parlare nei suoi libri perché solo “da venire” e non ancora esistente. Quell’uomo che lascia dietro di sé tutta la miriade di uomini che l’avevano preceduto : l’ultimo uomo, l’uomo superiore, l’uomo del disincanto, l’uomo risentimento.

Il tempo abita un aperto che non è di costoro ma solo di quell’uomo che è Dio all’uomo.
Il mistico. Der Mystiker
Ecco il vero Oltre uomo !
Proprio come Allan !

Der mistikerultima modifica: 2015-07-02T12:12:25+02:00da allan11
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