L’id-iota

L’imbecille è ciò di cui le società massificate promuovono
in senso assoluto l’esistenza, cioè l'”individuo”, in quel senso più o
meno etimologico indicato dalla parola greca _idiotes_.
Internet funziona come un mezzo di *pubblicazione* invertito: esso non
pubblicizza, cioè rende pubblico, ciò che pubblico non è (ovvero il
“privato”, che il significato letterale dell’_idiotes_ greco), ma
“idiotizza” il “pubblico”, cioè la dimensione pubblica, rendendola lo
spazio materiale in cui gli “idioti” possono riversare sé stessi.  L'”idiotizzazione” dello spazio pubblico è un fenomeno interno alla vicenda esistenziale delle democrazie.

*Che cosa* lega assieme milioni e milioni di persone? Ecco il problema.

Benigni è un tentativo patetico (ma abilmente condotto), e fortemente
“sistemico”, di di-vulgazione, cioè di riconquista delle masse entro un
senso (quello che deve essere appunto di-vulgato) che le leghi ad un destino
comune. Si parlava di medioevo: Benigni ha assunto il ruolo di un
evangelizzatore dei “barbari”, dove i “barbari” sono le masse di individui-
consumatori (alla cui formazione il progressismo, in quanto forza di
modernizzazione, ha dato un contributo decisivo, ovviamente), apparentemente
non più raggiungibili da un senso comune che permetta alle categorie
tradizionali di determinarne la forma della vicenda esistenziale. Un po’ di
padre Dante, una spolverata di “diritti umani”, qualche parola commovente
sui “migranti”, un po’ di brividi provocati parlando delle SS e dintorni,
qualche preghierina alla Madonna…et voilà: Benigni t’ha servito il “senso”
sulle tavole degli italiani.
Quando ponevo la domanda sul che cosa può legare assieme milioni di persone, intendevo appunto dire che il genere di operazioni descritto sopra è
incapace di fornire quel tipo di legame che esso vorrebbe rendere
disponibile.

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1° ASPETTO TECNICO :Il punto da cui partire è che….dal cinema….residuo di collettività che ne usufruisce….siamo passati alla televisione…che ci rende “eremiti di massa”

2°CONSEGUENZE PRATICHE : Con la sua suadenza e apparente intimità ci sembra che parli “solo a noi”. Il mondo invece di svolgersi fuori, ha trovato la sua sede nella mia stanza, in forma di immagini da consumarsi : *L’ESTERNO SI E’ TRASFORMATO NELL’INTERNO* ( e questo è il punto determinante di cui parlavo nel post sulla psicologia che mi riguarda…e che è alla base della mia radiazione)

3°IDEALISMO : Ora il mondo è diventato *MIO*, mia rappresentazione…o ancor meglio, schopenauerianamente, *una rappresentazione per me*. In questo *per me* sta l’elemento idealistico.

Mi sembra quindi che ci stiamo avvicinando e forse spiegando l’origine di quella *fotina* a cui, giustamente, accenni.
Ecco quindi che lo spazio pubblico, sbriciolato in miliardi di “fotine” dalla tv, (una macchina, non dimentichiamolo) credo ci faccia giungere ad una possibile spiegazione di quell’ *id*-iotismo di massa di cui stiamo parlando.

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La parola “idiota” ha una etimologia molto poco…idiota. Certo, essa deriva dal greco _idiotes_, che significa “cittadino privato”, in contrapposizione all'”uomo pubblico” (dotato di maggiore capacità, cultura etc.). _idios_ significa infatti “particolare”, “individuale”. E fin qui ci siamo. Ma _idios_ è costruito sulla *stessa* radice etimologica (_id_, che rimanda al “vedere”) di _idea_ ed _eidos_ (che è il termine con cui Platone designa le “forme” metafisiche delle cose):
“idiota” ed “idea” hanno dunque la *stessa* radice etimologica. Perché
l’idiota è uno con molte idee?:-). Ovviamente no. Piuttosto perché – azzardo –
ciò che rende “particolare” ed “individuale” qualcosa è innanzitutto ed
essenzialmente il suo *aspetto* (che rimanda al “vedere”, perché esso è ciò
che, di una cosa, si vede). Come poi abbia fatto _idea_ a finire col designare
l’ideale, il sovrasensibile, ciò che *non* si vede, l’*universale*, lo ha
spiegato Heidegger: in soldoni, perché l’aspetto è la verità della cosa.

Se _idea_ è passato ad indicare l’universale senza subire nessun contraccolpo, l’idiota tenta in tutti i modi di stare alla larga dall’universale e di
significare solamente sé stesso, la sua propria individualità: egli, ad
esempio, va su internet per esprimere, cioè rendere pubblica, la *propria*
(=_idios_) opinione in quanto *propria*. Egli vorrebbe cioè innanzitutto
esprimere non un’opinione, ma esattamente quel “proprio” che rende propria, solamente sua, quella certa opinione. Ecco allora la “fotina” affianco
all’opinione. Non è forse solamente sua, solamente di lui, quella “fotina”? Di
lui e di nessun altro su questa terra? Ma proprio così facendo l’idiota si
universalizza, divenendo egli nient’altro che un’idiozia – quell’idiozia che,
come dicevo, idiotizza lo spazio pubblico internettiano.

PS:  “E’ più facile dominare chi non crede in nulla”. Ma è estremamente difficile, se non impossibile, servirsi, al fine di quella forma distruttiva di dominazione chiamata “guerra”, di chi non crede in nulla. E questa è la giustificazione moderno-contemporanea del “credere in nulla”.
 
L’id-iotaultima modifica: 2015-06-17T11:58:06+02:00da allan11
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