Angeli dell’era industriale

 L’arte prodotta dalla nostra civiltà – proprio la civiltà che nel campo della pittura ha dissolto il dominio della raffiguratività (cioè del disegno) – è sempre *più* dipendente dal linguaggio. Detto in soldoni: perché uno scarabocchio su una tela, o la “performance” di un’artista contemporaneo, siano “arte”, è necessario che qualche critico ci abbia parlato sopra. E’ questo un esito *apparentemente* paradossale, se si pensa che questa dipendenza dell’arte dal linguaggio non c’era proprio quando di un’opera d’arte, in quanto opera raffigurativa, si poteva dire “che cosa” essa raffigurasse.

“Una parte considerevole della pittura astratta inventa simili “angeli dell’era industriale”: appunto immagini senza corpo. L’odierna predilezione per disegni i cui contorni, che sembrano di filo di ferro, lasciano completamente vuoto il volume dell’oggetto rappresentato, sarebbe incomprensibile, se questa maniera fosse dovuta a un puro gioco artistico” G. Anders

Angeli dell’era industrialeultima modifica: 2015-06-17T11:43:35+02:00da allan11
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