In natura non esiste il vuoto

Se tu prendi un campo, dove trascuri di coltivarlo, si riempirà di erbacce, perchè in natura non esiste il vuoto ma solo il colmo, il pieno.
Così è anche nella mente umana.
Dove non l’hai coltivata si riempirà di deliri.
I deliri sono l’equivalente di quello che in natura sono le erbacce; tentativi di riempire un vuoto di conoscenza.

Il contadino, quindi, limita, delimita il terreno da coltivare e lascia il resto a sè stesso.
Oltre il limite del campo nasce quindi la foresta.
“Nel mezzo di cammin di nostra vita mi ritrovai in una selva oscura” recita Dante.
Una “selva”, l’anticamera dell’Inferno, quindi.

Ma si sà che essere contadini è faticoso, faticosissimo.
Tenere il proprio campo pulito è una fatica immane.
Giorno per giorno deve ripulire ogni piccolo vuoto che si crea e dove prolificano subito erbacce sempre nuove.
Disciplina, impegno, fatica, sudore sono le leggi del contadino che coltiva la propria terra, ogni giorno., perchè il limite della foresta deve essere sorvegliato.

Così è il nostro mondo.
Ma da un po’ l’uomo, ha trascurato la terra e guarda il cielo.
Si sente il padrone dell’Universo.
Il suo Dio.
E mentre con la mente spazia nell’infinito le erbacce hanno cominciato a proliferare sempre più sulla sua terra.
Ma egli non se ne cura, non guarda, non osserva.
Ha occhi solo per il cielo infinito dove vaga astrattamente.
La scienza, la tecnica, la matematica, il linguaggio cercano di colmare il cielo mentre la terra muore asfissiata da erbacce da ogni dove.

E la “selva oscura” aumenta ogni giorno di più.
“Inferno” lo chiamava Dante
“Paradiso della tecnica” lo chiamano ora, invece, gli uomini.
Solo nomi diversi per la stessa assenza di *limiti*, la stessa onnipotenza diabolica, la stessa hybris.

“Solo un Dio ci potrà salvare” diceva Heidegger.
E intanto guardava a Hitler come questo Dio.
Perchè dimenticava una cosa :
“Solo un Dio che ama ci potrà salvare”, non uno qualunque.
Ma heidegger l'”altro” lo ignorava.
Quell'”altro” che è il *limite* ad ogni mia pretesa e nel cui volto sta il “nuovo Dio”.
Un Dio che, in vero, non se ne è mai andato ma è solo non visto, perchè straccione, povero, pieno di *limiti* umani come la morte.

Nel nuovo “Inferno della tecnica”, invece, vita e morte non hanno più limiti, non sono più limiti.
La vita si manipola in laboratorio.
La morte si allontana con l’aiuto di Faust.
E intanto le erbacce crescono.
Erbacce che hanno invaso, dopo la terra, anche le menti degli uomini.
E chiamano tutto questo “progresso”.
Ma l’unico “progresso” è quello della “selva oscura” che cresce illimitatamente.

E dopo l’hybris delle menti nascono uomini ibridi.
Né maschi né femmine.
Invece dell'”Oltreuomo” siamo ora al “Transumanesimo”.
Mostri ambulanti tutti uguali, figli di quello “sbaglio della mente umana” che è stato il dimenticare la terra su cui posiamo i piedi.
E intanto le erbacce crescono.
“Nel sonno della Ragione si generano mostri”.
L’illimitato come Diritto, poi !

E intanto ai confini premono orde di contadini ansiosi solo di appropriarsi di quelle terre incolte.
Li chiamano “terroristi”, quasi che le parole modificassero la realtà, ma son solo gente che non ha dimenticato la terra e le sue radici.

Perchè in quel cielo dove si sono persi gli occidentali ci sono solo radici e qui solo terra da coltivare.

E invertire il cielo con la terra prepara solo catastrofi.

 

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In natura non esiste il vuotoultima modifica: 2015-04-01T00:32:29+02:00da allan11
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