Il desiderio

Il Desiderio di cui parla Levinas è un Desiderio che, paradossalmente, si soddisfa nella misura in cui non c’è. Il Desiderio di un bicchiere d’acqua, quando voglio dissetarmi o di cibo quando voglio saziarmi, sono desideri di piacere il cui fine è il soddisfacimento con l’ingerimento dell’acqua o del cibo. Il Desiderio, che ha per oggetto l’Altro o l’Infinito, può essere “soddisfatt…o” solo chiudendosi in un soddisfacimento che consegna l’altro nei miei poteri, come l’oggetto agognato durante la fame o la sete. Questo Desiderio può essere la bontà, l’abnegazione, ma anche il Desiderio sessuale che vuole, non essere soddisfatto e chiudersi, ma rinascere costantemente giacché mai l’oggetto bramato può essere assimilato. Nel caso delle relazioni sessuali (ma anche in tutte le altre relazioni umane) vi è un piacere, ma un piacere paradossale che consiste nel non assorbire l’altro. Tale struttura del piacere sessuale, secondo Levinas, annuncia in maniera relazionale e non biologica, il figlio.

In effetti il figlio è in un certo senso me stesso. Si dice “Tale padre, tale figlio”, per sottolineare la somiglianza tra mio figlio e me, sia che questa constatazione della somiglianza venga dalla parentela, sia che venga dal figlio stesso: “Ho un brutto carattere, da chi l’ho ereditato?”. Il figlio è dunque me. La relazione con lui si può paragonare ad una relazione di piacere che mi rende simile all’acqua bevuta o al cibo digerito. Ma il figlio è anche un altro, un Viso la cui alterità radicale mi sfugge. Avere un rapporto con chiunque è allo stesso tempo, un rapporto di piacere e di ritorno a sé, e un rapporto di dedizione e di Desiderio, significa essere padre o madre o amante o amico

DESIDERIO

“Ad ogni desiderio bisogna porre la domanda: che cosa avverrà, se esso viene appagato? Che cosa avverrà se non viene appagato? Soltanto l’accorto calcolo dei piaceri può far sì che l’uomo basti a se stesso e non divenga schiavo dei bisogni e della preoccupazione per l’indomani. Ma questo calcolo può essere dovuto solo alla saggezza”

Lettera a Meneceo , Epicuro, 132

Il desiderioultima modifica: 2014-07-10T03:02:13+02:00da allan11
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