L’uomo senza dignità

Dalla critica del totalitarismo sembrerebbe naturale un approdo al liberalismo che si vuole talmente naturale e razionale che qualsiasi dubbio o qualsiasi critica nei suoi confronti vengono subito incriminati di essere un ritorno, più o meno ammorbidito, ai totalitarismi, producendo un’evidente paralisi : alla crisi del liberalismo non sembra esserci nessuna alternativa se non il liberalismo stesso.
Eppure, il liberalismo risponde al totalitarismo RICALCANDO LO STESSO LINGUAGGIO. LA STRUTTURA DEL RAGIONAMENTO RIMANE INTATTA.
Anzichè sulla Sintesi (Hegel) che accomuna tutti, del totalitarismo, sposta l’accento sugli individui e le garanzie preliminari di modo che il segreto, il mistero delle esistenze non si salva nel liberalismo più di quanto non si salvi nei totalitarismi.

Nel totalitarismo il segreto dell’esistenza viene negato, ridicolizzato; tutto è chiaro e risaputo, non ci son misteri ne segreti, si fà cioè coincidere tutto il senso della realtà con il pensiero che lo pensa.

Nel liberalismo, invece, detto “segreto dell’esistenza” viene fatto dipendere da una “teoria oggettiva della società secondo la quale quest’ultima FUNZIONA meglio quando si lasciano andare le cose in modo liberale…cioè si farà dipendere la libertà da un certo tipo di di organizzazione, ossia da un SISTEMA DELL’EFFICENZA.
La libertà si trova così relativizzata e perfino assorbita all’interno dei giudizi sull’EFFICENZA e sul suo FUNZIONARE, riducendo così l’uomo solo ad un ingranaggio STRUMENTALE intercambiabile e spersonalizzato di detto sistema “tecnologico scientifico”

Ma il soggetto non si trova nel fare di sé stesso l’astro di riferimento dell’universo che confluisce, inevitabilmente, ora nel totalitarismo ora nel liberalismo dell’efficienza in un analogo DIS-ASTRO che priva l’uomo della sua suprema DIGNITA’, cioè di essere UNICO e irripetibile (a differenza dell’intercambiabilità funzionale liberale o nell’annullamento nell’indifferenziato dello Stato totalitario)…ma solo SVUOTANDOSI della propria “Volontà di potenza”.

Si può ritenere che questa deposizione e questa soggezzione dell’io siano una dismissione dalla propria persona.
AL CONTRARIO :
la persona viene investita di ritorno dalla stessa DIGNITA’ dell’UNICO che gli ordina di diventare responsabile non solo di sé ma dell’Altro, degl’Altri, seguendo tutto sé stesso in quel Desiderio che lo trascina, quando soggiorna nell’AUTENTICITA’, fuori dalla propria singola e misera stellina per abbracciare bensì il “siderio” tutto e Infinito !!

L’uomo senza dignitàultima modifica: 2013-03-05T04:06:00+01:00da allan11
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