Oggi, 15 Agosto

“…il dogma dell’Assunzione, che io, sia detto per inciso, ritengo il più importante avvenimento religioso dai tempi della Riforma…..La dichiarazione papale non potrebbe essere più coerente di quel che è e il protestantesimo col suo atteggiamento si acquista la taccia di una RELIGIONE PURAMENTE MASCHILE, la quale non conosce una RAPPRESENTAZIONE METAFISICA DELLA DONNA; un po’ alla maniera del mithraismo a cui questo pregiudizio è stato di gran danno. Il protestantesimo non ha evidentemente prestato sufficiente attenzione ai segni del tempo che richiamano l’attenzione sull’ EQUIPARAZIONE dei diritti a favore della donna. L’equiparazione dei diritti richiede infatti UN SUO ANCORAGGIO METAFISICO NELLA FIGURA DI UNA DONNA “DIVINA”….IL FEMMINILE ESIGE UNA RAPPRESENTAZIONE ALTRETTANTO PERSONIFICATA QUANTO IL MASCHILE. ”
Carl Gustav Jung
Vol 11
“Psicologia e religione”
pag: 444

PS: Purtroppo le persone sono estremamente stupide, e moltissime donne in particolare, e non capiscono assolutamente nulla di come la psiche agisca a loro ebete insaputa. Il modello attuale di “femminile” è STRUTTURATO su basi maschili-protestanti ed è quindi ben lungi dal potere essere AUTENTICAMENTE femminile mancando del SUBSTRATO PSICOLOGICO necessario e che solo il Cattolicesimo dà. Ma questo è troppo intelligente per essere capito dalle mongole che ci circondano !
Buon Ferragosto !!

PS: “«Oggi la sessualità è sempre concepita in modo fallico. La dimensione femminile della sessualità tende a scomparire. Anche il femminismo, in gran parte, si è dispiegato come rivendicazione di valori maschili da parte delle donne. Non si è ancora visto un femminismo che affermi i valori femminili contro il machismo. C’è stata piuttosto un’interiorizzazione del machismo da parte delle donne, attraverso l’idea che l’uguaglianza è tutto. Ma nell’atto carnale il tempo e lo spazio maschili non sono gli stessi del tempo e dello spazio femminili. L’uomo è in uno spazio che è quello dell’esteriorità: l’uomo penetra, genera ma fuori di sé, compie un atto all’esterno di sé. La donna, invece, è nello spazio dell’interiorità: riceve l’uomo, lo accoglie in sé ed è in grado di accogliere un essere umano intero dentro di sé. La donna è abitabile, cosa che non vale per l’uomo. Perciò il femminile implica l’affermazione che nella sessualità non c’è solo la vagina, c’è anche l’utero. Nei settimanali patinati c’è tantissimo sul sesso della donna, ma non c’è niente sull’utero. La cosa interessante è questa: quando domina la concezione fallica e anche il femminismo è fallico, la donna è percepita come ridotta alla vagina o al clitoride, ma l’utero scompare. Questo è molto interessante: l’isterectomia è la condizione, per così dire, del femminismo odierno.

Per quanto riguarda il tempo, l’uomo si colloca in un tempo corto dentro all’atto carnale. Il suo desiderio sorge immediato, mentre nella donna, si sa, ci vuole più tempo. In seguito, il tempo dell’uomo è quello dell’eiaculazione, dell’orgasmo. Mentre per quanto riguarda il tempo della donna, c’è un tempo femminile lungo, che è quello della gestazione. Nella donna c’è un seguito all’atto sessuale. Che consiste nel portare in sé un figlio, cosa che l’uomo non può fare. Oggi questo spazio dell’interiorità, questo tempo della gestazione, è stato spezzato e anche la donna vuole essere nell’esteriorità, col suo clitoride fra le gambe che tiene il posto del fallo, e nel tempo breve, che coincide con l’ossessione dell’orgasmo. Ma l’orgasmo non è essenziale per l’atto sessuale! Può esserci comunione fra i due anche senza orgasmo. Al limite, un fallimento rispetto all’orgasmo, addirittura rispetto alla penetrazione, può essere un momento di comunione più profonda fra gli sposi all’interno del dramma di quel fallimento.

Occorre ritrovare il vero maschile e il vero femminile: il maschile che è rivolto al femminile, il femminile che è rivolto al maschile. In modo che la donna orienti anche l’uomo verso il tempo lungo e l’interiorità. Questo femminismo della femminilità è una necessità. Quel che viene chiamato educazione sessuale in realtà è l’affermazione massiccia del fallico. Non solo è distruttivo, non solo fa della donna una preda dell’uomo, ma ne fa un sotto-maschio. Una specie di maschio difettoso che squilibra tutta la società».

Il natalismo ha confiscato la maternità, dunque per reazione la donna ha voluto emanciparsi. Ma bisognava emanciparsi dalla confisca della maternità da parte dell’uomo e dello Stato, non dalla maternità come tale, come è invece avvenuto. Poiché la maternità è una possibilità propriamente femminile, pensare il femminile in opposizione alla maternità come fanno certe femministe è arrivare alla distruzione della donna. E di conseguenza alla distruzione dell’uomo. Perché appunto noi uomini abbiamo bisogno della donna per aprirci al mistero dell’interiorità, della gestazione, della pazienza, del portare l’altro per metterlo al mondo. Quando cerca di definire che cos’è la responsabilità verso l’altro, Emmanuel Levinas propone un’espressione e un’immagine: portare l’altro. E dice: è il femminile che manifesta questo. L’etica ha la sua immagine più forte nella maternità, che è il luogo concreto della responsabilità.

Leggi di Più: Sesso, non genere. Intervista a Fabrice Hadjadj | Tempi.it
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Oggi, 15 Agostoultima modifica: 2012-08-15T15:48:36+02:00da allan11
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