Mimesi (La Bibbia)

 

Abbiamo quindi visto come l'”omicidio fondatore” sia una costante universale delle prime comunità di ominidi
Ora prenderemo due “omicidi fondatori” noti a chiunque :
quello ebraico di Abele e quello romano di Remo.
Li accomuna l’aspetto fondativo della comunità cainita e romana.

Ma cosa invece li differenzia ?

Max Weber è il primo ad accorgersene nel suo incompiuto libro “Le judaisme antique”. Si accorge cioè che mentre all’omicidio romano non segue nulla di particolare o nuovo all’assassinio del gemello da parte di Romolo, a cominciare da quello di Caino, constata, a più riprese una indubbia tendenza degli scrittori biblici, nei testi visibilmente rimaneggiati e in quelli composti ex novo, o che lo potrebbero essere, a porsi moralmente dalla parte delle vittime, a prendere le parti e la difesa delle vittime.

Max Weber attribuisce a queste osservazioni una importanza puramente sociologica e culturale.
Ma se il mito è la visione retrospettiva dei persecutori sulla loro persecuzione, non possiamo ritenere insignificante un cambiamento di prospettiva che consiste nello schierarsi dalla parte della vittima, proclamando la sua innocenza e la colpevolezza dei suoi assassini.

Questo atteggiamento deve per forza avere delle ripercussioni non solo sulla mitologia, ma un po’ alla volta su tutto ciò che il fondamento occulta dell’assassinio collettivo comporta, i rituali, i divieti e la trascendenza religiosa. Ne dovrebbero gradatamente risentire tutte le forme e i valori culturali, anche quelli più distanti in apparenza dai miti.

Dietro il racconto biblico esistono certamente dei miti che possiamo supporre conformi alla norma mitologica universale; ma dobbiamo certo attribuire all’iniziativa dei redattori ebrei, al loro rimaneggiamento critico, l’affermazione che la vittima è innocente e che la cultura fondata sull’assassinio mantiene dall’inizio alla fine un carattere omicida che finisce per ritorcersi contro di essa e distruggerla, una volta esaurite le virtù ordinatrici e sacrificali dell’origine violenta.
Qui non si tratta di una congettura campata in aria. Abele non è che il primo di una lunga lista di vittime riesumate dalla Bibbia ed esonerate da una colpevolezza che a loro è spesso imputata dall’intera collettività.

Viceversa, la cultura mitologica e le forme culturali che vi si innestano, come la filosofia o l’etnologia, ai giorni nostri tendono dapprima a giustificare l’assassinio fondatore e poi a cancellare le tracce di questo assassinio, a convincere gli uomini che non esiste un assassinio fondatore.

Queste forme culturali sono perfettamente riuscite a convincerci che l’umanità è innocente per questi assassinii.

Nella Bibbia, invece, prende avvio il movimento inverso e si assiste a uno sforzo per risalire all’origine e per ritornare sui transfert costitutivi per screditarli e annullarli, per contraddire e in un certo senso demistificare i miti.

A riprova di ciò basterebbe poi solamente osservare come, da secoli, si accusi la Bibbia di *colpevolizzare* un’umanità che naturalmente, ci assicurano i nostri filosofi, non ha mai fatto male ad una mosca in quanto umanita.
All’apice di questa ottusa visione dell’uomo non possiamo far a meno di annoverare Jean Jaques Rousseau con il suo celeberrimo “Mito del buon selvaggio”
Il colmo è che poi, non paghi di cotanta corbellerie, definiscono l’epoca inaugurata da simili illusi …”disincanto” !!!

Mimesi (La Bibbia)ultima modifica: 2011-10-16T01:12:18+02:00da allan11
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