Il “Tallone di Achille” che decostruisce tutto il castello di carte della Teoria Queer e i suoi epigoni culturali : Foucault, Lacan, Kristeva, Deleuze e Guattari è già perfettamente espresso ne “L’Anti-Edipo” di questi ultimi e si basa su di una lettura del Desiderio umano volutamente delirante perchè priva di qualunque freno inibitore (Super-io) vissuto sempre e comunque come espressione di un Potere….con il risultato non solo di una deriva Psicotica ma anche, come se non bastasse, con quella della regressione ad un Super-io arcaico quindi violentissimo !
Foucault :”Le parole e le cose”…base teorica su cui si innesta la “Teoria queer”
http://www.swif.uniba.it/lei/filpol/ktbo/13.html
La “Teoria queer”
http://it.wikipedia.org/wiki/Teoria_queer
CONFUTAZIONE :
Psicoanalisi “francese” : Lacan , Kristeva, Guattari, Deleuze e diversità da Freud
http://oltreilvuotorelativista.myblog.it/archive/2012/09/11/un-desiderio-devastante.html
E’ artificiosa, pertanto, l’opposizione natura/libertà o natura/cultura, mentre vale ed è significativa l’antitesi umano/non
umano, che indica ciò che nella cultura riflette e rispetta adeguatamente o meno la sua dignità di persona.
http://www.scienzaevitafirenze.it/cms/images/file/atticonvegnogender08.pdf
POST SCRIPTUM :
Giudizio di Costanzo Preve su Faucoult
http://www.youtube.com/watch?v=YOv-QVYGNBc
Potere & Violenza nella lettura di Girard
http://oltreilvuotorelativista.myblog.it/archive/2012/04/04/vittimismo-potere.html
Carmelo Vigna
http://oltreilvuotorelativista.myblog.it/archive/2012/04/29/sull-ipocrita-retorica-del-potere.html
http://oltreilvuotorelativista.myblog.it/archive/2012/04/29/sull-ipocrita-retorica-del-potere.html
Deliri queer
http://oltreilvuotorelativista.myblog.it/archive/2013/04/14/strano-mondo-quello-queer.html
Estratto su cui si basa quest’ultima asserzione :
“Numerosi commentatori e commentatrici rispondono a queste critiche affermando che non tutti gli individui sono nettamente classificabili come “maschi” o “femmine”, anche su basi strettamente biologiche[20]. Ad esempio, i cromosomi che determinano il sesso (X e Y) possono esistere in combinazioni atipiche (come nella sindrome di Klinefelter [XXY]). Ciò rende difficoltoso l’uso del genotipo come mezzo per definire esattamente due generi distinti. Gli individui intersessuati possono avere, per varie e diverse ragioni biologiche, genitali ambigui.” http://it.wikipedia.org/wiki/Teoria_queer
L’ERRORE DI FOUCAULT
“La prospettiva teorica da cui si muove Foucault, in questa primissima fase del suo percorso di ricerca, è una prospettiva antropologica, interamente concentrata sull’Uomo, nella sua dimensione esistenziale ed ontologica. Successivamente la lettura di Nietzsche e di Heidegger, e l’influenza delle correnti strutturaliste lo porteranno ad allontanarsi sempre più da questa prima posizione così vicina alla fenomenologia. Attraverso la filosofia di Heidegger soprattutto (5), Foucault supererà il discorso fenomenologico di Husserl, ma anche quello di Merleau-Ponty, poiché sposterà l’attenzione – e lo farà in maniera sempre più radicale – dalla soggettività ai regimi epistemologici; l’Uomo-soggetto verrà svuotato di tutta la sua pienezza ontologica ed esistenziale, diventerà una pura costruzione culturale, un prodotto dei discorsi, di quelle strutture epistemiche – del tutto impersonali e dotate di una sorta di onnipotenza rispetto all’individuo – che troveranno la loro piena elaborazione in Les mots et les choses e nell’Archéologie du Savoir. L’essere di Heidegger infatti – che supera l’individuo in quanto c’è già prima ancora che questo parli o conosca – è in qualche modo analogo ai regimi epistemici del Foucault successivo. L’essere sempre già gettato dell’uomo in una situazione storico-culturale, l’essere sempre necessariamente situato fa sì che il soggetto che conosce venga ad essere prodotto dalle pratiche che si propone di analizzare, dal linguaggio che egli utilizza; si trova sempre su di uno sfondo che lo precede. Già in Folie et Déraison è presente questa inversione di tendenza e l’eliminazione di ogni ricorso alla fenomenologia, che comunque giungerà al suo apice nella fase più “strutturalista”, quella appunto di Les mots et les choses (6).”
http://www.gianfrancobertagni.it/materiali/filosofiacritica/panaccione.htm
Il punto di forza, la scoperta dell’ombrello del buon Lévinas è che va superata l’ontologia, il discorso sull’essere, perché bisogna distrarsi (dis-trarsi!) dall’essere che dice “io” e aprirsi all’”altro”, all’amore del prossimo, da aiutare e con cui parlare faccia a faccia, perché etica e socialità sono questo.
La filosofia di Levinas è caratterizzata da una forte riflessione sull’esistenza che cerca un senso non tanto dell’essere, come per Heidegger, ma degli esserci, delle persone. Nell’essere di Heidegger, secondo Levinas, c’è qualcosa di anonimo, un “ordine oggettivo al quale non ci si può sottrarre” (Totalità e infinito, 19) Per dare un senso all’esistenza bisogna deporsi, deporre la propria sovranità come io, per aprirsi all’altro. L’esistenza è “un-essere-per-l’altro” (Für-andere-Da-sein). Comincia una forte presa di posizione con il grande filosofo del XX secolo: Heidegger. Per Heidegger il tempo si dà nella relazione all’essere, mentre per Levinas il tempo è dato nella relazione tra gli esseri.
http://www.pardesedizioni.it/SchedaAppunti.asp?IDLibro=11&IDIntervento=20