BENTORNATO DIO

Alcuni anni fa, al tempo del confronto tra sordi , Ratzinger-Habermas, qualcuno accenno che al postmoderno avrebbe fatto seguito la postsecolarizzazione.
Nell’attuale scontro tra Europeisti Liberal/Progressisti e Identitari-Cristiani, come si definiscono i nuovi populisti a cominciare da Orbàn, pare di essere arrivati proprio a questo epilogo/passaggio.
Il rifiuto delle radici cristiane voluto dai francesi si sta rivelando distruttivo, come profetizzato da Wojtyla, e, quantomeno, nella forma suggerita da Ratzinger “Fate come se Dio ci fosse”, si sta’ affacciando un nuovo modello che, nell’abolizione dell’illimitatezza fluida, tradisce un primato che ritorna ad un essere ulteriore che ricolloca l’uomo alla sua giusta misura. “Essere ulteriore” da intendersi nell’eccezione di “Sacro” e non in senso ecclesiastico.
Società post-secolare e populismo appaiono fenomeni distinti ma convergenti nel contestare, in tutto o in parte, i fondamenti e le caratteristiche costitutive della democrazia liberale, in particolare i principi di laicità e neutralità dello stato, la centralità dell’autonomia individuale, l’istituto della rappresentanza politica, i processi di legittimazione del potere statuale.
O, almeno, io ritengo che nel sottosuolo dell’Europa si stia muovendo questo, perché Identità e Cristianesimo sono sinonimi, per tutti i popoli europei e in particolar modo per l’Italia.

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RINASCITA DEL SACRO
Una quarantina d’anni fa mi laureai in Psicologia con una tesi dal titolo “Rinascita del Sacro”
Era appena avvenuta la rivoluzione komeinista in Iran e lo scandalo del suicidio di massa della setta del “People temples” di Jim Jones, e nei giornali non si parlava d’altro.
Nelle conclusioni ritenevo che nel decennio seguente una qualche forma di “rinascita del sacro” sarebbe avvenuta anche qui da noi.
Mi sbagliavo
Ma solo di qualche decennio
Profetizzai sì, da lì a poco, il crollo del comunismo, definendolo oramai finito, tra lo stupore della commissione esaminatrice con a capo Marco Boato, un leader sessantottino molto famoso all’epoca, ma questo lungi dall’inficiare il risultato finale mi fece guadagnare la votazione massima per una tesi che mi alzò notevolmente la media finale.
Non avevo previsto, però, che l’ultimo grande ostacolo per un ritorno del sacro era il Liberalismo.
Cioè quello che solo ora sta crollando.
In sintesi , anticipando le conclusioni, diciamo quindi che il POPULISMO ha a ché fare con la TRADIZIONE, e la TRADIZIONE con il SACRO
Alexanr Dugin, che all’epoca era un bambino, è stato molto più bravo di me e ora parla a ragion veduta del crollo di tutte le tre teorie politiche della modernità – liberalismo, fascismo e comunismo, le quali, dopo aver infiammato il Novecento, «secolo delle ideologie» par excellence, hanno perso forza propulsiva, dimostrandosi incapaci di interpretare il nuovo.
“Occorrono nuove ermeneutiche, nuove prassi, nuovi metodi: sono le sfide del nostro tempo a chiedercelo. E noi dobbiamo essere alla loro altezza. È da tutto ciò che nasce la “rottamazione” (volendo usare un termine à la page) delle tre precedenti teorie, sforzo titanico di aderire allo Zeitgeist, sguardo trasversale e anticonformista capace di coniugare Tradizione e modernità, universum e pluriversum – una «metafisica del populismo», insomma.”
“L’essenza della verità è di tipo sacro. Oggi domina il nulla, ma non è possibile che il nulla esista. Il nulla è solo una forma esteriore, al cui interno arde il sacro. È proprio quando è saltata la trasmissione regolare delle forme del sacro che appare.”
“Noi non vogliamo restaurare alcunché, ma far ritorno all’Eterno, che è sempre fresco, sempre nuovo: questo ritorno è dunque un procedere in avanti, non a ritroso.”
Filosoficamente, sulla scorta di Heidegger, possiamo dire che il *Dasein*, a tutti gli effetti, è il popolo.
Il popolo assicura infatti una lingua, una storia, uno spazio e un tempo. Tutto. Riflettendosi, il Dasein si fa popolo. Non mi riferisco al concetto di collettività, che è solo un insieme di individui. Al di fuori del popolo, noi non siamo niente. E il popolo esiste solo in quanto Dasein, non individualmente, né collettivamente. È una forma esistenziale di comprendere il popolo, che si oppone alle teorie dei liberali, con la loro idea vuota e insignificante di individuo; alle teorie dei comunisti, basate su classi e collettività, concetti altrettanto vuoti che non si oppongono affatto a quelli liberali, poiché questo tipo di collettività è solo un agglomerato di atomi individuali, come già detto; e, infine, alle teorie dei nazionalisti, che si rifanno al concetto di Stato nazionale, altra idea borghese antitetica all’Impero e all’idea del Sacro.
Quelli liberali, comunisti e nazionalisti sono tutti tentativi antiquati di interpretare il soggetto della politica.
L’aspetto importante del Dasein è che descrive l’uomo non come un’entità data. Di solito pensiamo all’uomo usando categorie come individuo, classe, società, nazione, che però sono solo forme secondarie. Volendo definire l’uomo nella sua radice più profonda, il Dasein è ciò che rimane quando lo liberiamo da tutti questi preconcetti culturali. Non è molto facile comprenderlo: bisogna operare una radicale distruzione – o decostruzione – di tutti gli aspetti socio-culturali, storici, religiosi (anche tradizionali) attribuiti all’uomo. Il Dasein non corrisponde a nessuna delle definizioni dell’uomo. Non è individuo, non è collettività, né Anima, Spirito o Corpo: tutto ciò è secondario. È invece una pura presenza dell’intelletto, che si schiude solo quando ci troviamo di fronte alla morte.
Non si può parlare di Dasein senza un confronto con la morte. In quel momento non ci sono più nomi, né individui: è allora che si spalanca l’essenza del Dasein. È necessario, come propone Heidegger, ripensare tutti i concetti della politica, della società, della filosofia, della cultura e dei rapporti con la natura prendendo le mosse da quest’esperienza radicale ed esistenziale, da tale momento pensante. Solo a partire da questo spazio esistenziale libero da tutto il resto è possibile ricostruire un’ontologia scientifica, un’ontologia politica, un’ontologia socio-culturale… Ma sempre e solo a partire da questo Risveglio esistenziale. E tale Risveglio non è un’idea trascendente, ma un’esperienza immanente, che deve tornare a essere la radice della politica.
E’ necessario, quindi, costruire una nuova visione del mondo, una politica in senso esistenziale capace di dare una risposta a tutte le sfide del presente
Il populismo è una reazione esistenziale dei popoli, che evidentemente non sono morti, come vorrebbero i liberali, i mondialisti e i globalisti.
Al populismo vengono applicate etichette di destra – fascista, nazionalsocialista – o di sinistra – comunista, maoista, trotskista…
Ma anticomunismo e antifascismo sono solo tentativi di spaccare il popolo.
“Il populismo propone di abbandonarli entrambi, insieme ai dogmi del nazionalismo e del comunismo, unendo le forze popolari – di destra e sinistra – per giungere al populismo integrale, facendo fronte comune contro i liberali, i globalisti, i mondialisti, residui ultimi del ciclo ultimo dell’Occidente. I mondialisti di oggi sono i peggiori – peggiori dei fascisti così come dei comunisti. Una rivoluzione contro di loro sarà l’ultima missione escatologica d’Occidente. Il popolo tenterà una resistenza organica, esistenziale.”
Inoltre, ciò apre la strada al recupero di tutto ciò che non è moderno né occidentale: il pre-moderno, il post-moderno, l’anti-moderno, l’Asia, la tradizione romana, il cristianesimo ortodosso, la Grecia, l’Islam.
La modernità occidentale è l’insieme di tutto ciò che vi è di più negativo, i Soros, i globalisti, i liberali…
Farla finita con il liberalismo significherà superare tutto ciò che nell’Occidente ha un carattere nefasto.
E tutti ciò si ricongiunge al recupero del tradizionalismo. Sempre, va da sé, con uno sguardo aperto al futuro.
Ma questa è una rivolta che non proviene da fuori, ma dal di dentro.
Per far questo è necessario abolire preventivamente la categoria di Individuo per sostituirla con quello di Persona.
Ricorrendo al concetto di Persona, anziché di individuo.
La persona è una forma che può essere assoluta o relativa, ma è sempre legata alle relazioni con gli altri – in senso orizzontale o verticale, è sempre l’intersezione di diverse relazioni.
Questa è l’idea tradizionale di selbst. Martin Heidegger parla ad esempio del selbst del Dasein
Decostruzione del liberalismo, dell’eurocentrismo e del modernismo., quindi.
Fascismo, comunismo e liberalismo sono del tutto intrisi di modernità.
Bisogna compiere una grande purificazione interiore per sviluppare in modo fruttuoso il tradizionalismo.

PS : …premesso che per SACRO non intendo certamente nessuna istituzione (che anzi, se questa Chiesa non importa preti dall’Africa e suore dalle Filippine resta a secco)….come per “Tradizione” la intendo nella eccezione di Gadamer, cioè che “solo il meglio diventa Tradizione”….cioè le Ferrari e non le Duna :)…premesso questo, dicevo, società post-secolare e populismo appaiono fenomeni distinti ma CONVERGENTI nel contestare, in tutto o in parte, i fondamenti e le caratteristiche costitutive della democrazia liberale.

POPULISMO
Sul piano antropologico riemergono le antiche realtà dei popoli, i territori, le nazioni, le loro culture; e il loro Dio

BENTORNATO DIOultima modifica: 2018-09-16T11:14:47+02:00da allan11
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