Gender history

Sulla scorta della più classica filosofia *Esistenzialista francese* (French theory) del dopoguerra, si colloca la messa in discussione dei presupposti abituali di un determinato dominio discorsivo, che è alla base della attuale teoria Gender.

Si inizia con J.P.Sartre, dove, con “L’esistenza precede l’essenza”, alla *morte di Dio* segue ciò che si intende qui per “essenza”, cioè quella *natura umana* di cui si decreta la morte , che poi Faucoault e Derrida si preoccuperanno di sistematizzare amplissimamente.

Ma è dalla Fenomenologia che dobbiamo partire per decifrare il tutto, poichè è su di essa che poggiano le basi filosofiche del discorso *Esistenzialista* e , conseguentemente quindi, di tutto il resto ed Edmund Husserl è colui che la fonda.

Edmund Husserl decise infatti di restaurare la filosofia, provando a ricominciare da zero, un pezzo alla volta, ripartendo da pochi punti.
Il primo e più importante di questi punti è il concetto di *Intenzionalità*.
Cosa significa *Intenzionalità* ?
Semplicemente ciò a cui tendiamo con il nostro Desiderio, prima, e la nostra Volontà, subito dopo.
Ciò verso cui guardiamo con attenzione ed interesse, autenticamente nostro, fino in fondo.
Indiscutibilmente il nocciolo più profondo della psiche umana. L’essenza della psiche umana.

Si tratterà allora di correggere l’intenzionalità di questo sguardo che rivolgiamo al mondo della vita che ci circonda, orientarlo diversamente, al fine di saper cogliere ciò che in realtà si manifesta o appare nel *fenomeno*, nei fatti nudi e crudi, spogliandolo degli strati esterni e contemplandolo nella verità evidente del suo apparire, in cui giungeremo così, infine, a raggiungere la sua *essenza*, il nocciolo duro della sua e, conseguentemente, delle relazioni essenziali che costituiscono la realtà tutta .
Il termine era già presente in Kant e si trattava, ogni volta, di rispettare, in nome della cosa stessa, l’apparire della cosa come essa appare.

L’obiettivo iniziale di Husserl che, come abbiamo già detto, era quello di ripartire da zero, fece sì avvenisse poi, nella specificità dell’aspetto che assunse in Francia questa scuola di pensiero, uno spostamento dalla filosofia stessa vera e propria alla letteratura, per la ovvia ragione di ricercare un nuovo campo di indagine vergine da tutte gli infiniti *sistemi filosofici* sorti dall’antica grecia fino a quel momento. Bailame da cui sarebbe stato impossibile cavarci i piedi avendo questa nuova filosofia l’obiettivo di compiere principalmente esperienze dirette, personali, con questo nuovo metodo fenomenologico, ben più che confrontarsi con gli innumerevoli cavilli di tutte le filosofie che l’avevano preceduta.

Il primo a cogliere questo spostamento spontaneo verso “nuovi lidi” fu, nuovamente, Jean Paul Sartre, a cui seguiranno poi filosofi del calibro di Maurice Merleau-Ponty, Giles Deleuze, nonchè i famigerati Michel Foucault e Jacque Derrida che delle *parole vuote* faranno una vera e propria arte.

Ma ecco che per arrivare all’apice di ciò che porterà a quella aberrazione Gender che tutt’ora ci ammorda più che mai dobbiamo rivelare un nuovo passaggio, quello determinante ma in cui risiede però il suo tallone d’Achille : la Linguistica di De Saussure.

Ma andiamo per gradi.

Abbiamo detto che il passaggio alla Letteratura era dovuto al fatto che questi “french philosophers” non avevano il problema di *costruire sistemi* , ma solo di compiere esperienze dirette, personali. L’esperienza del fenomenologo è, al fondo, un certo modo di organizzare lo sguardo riflessivo su qualsiasi aspetto del vissuto, sul quotidiano nella sua forma transitoria.
Ma ecco che qui compare anche Nietzsche, che ci stà sempre meglio che il cacio sui macheroni, e, quindi, questi ora cercano ben più e solamente di giungere , tramite l’esperienza, a quel punto della vita che è il più vicino possibile all’impossibilità di vivere, al suo punto limite.

Inoltre, la fenomenologia, cerca di cogliere il significato dell’esperienza quotidiana per riaffermare il carattere fondatore del soggetto, dell’io.
Al contratio, l’esperienza, secondo Nietzsche, ha piuttosto il compito di “strappare” il soggetto a sè stesso, facendo in modo che non sia più tale, o che sia completamente altro da sè, che giunga al suo annullamento, alla sua dissociazione. E’ questa impresa de-soggettivante il loro vero e finale obiettivo, pregiudizialmente acquisito.

Ed ecco quindi che, dopo una bella spolverata di cacio nietzschiano sui maccheroni fenomenologici arriviamo, infine, all’ammazzacaffè linguistico servito su un piatto d’argento da De Saussure !

Ma ancora un attimo di pazienza che riassumiamo il tutto detto fin qui :
Operando al fine ideologico di una de-soggettivazione invece di cercare di cogliere quello che è propriamente fenomenologico ma dirigendosi senza indugio verso una *NEGATIVITA’ RADICALE*, al soggetto libero e cosciente si contrappone ora questa pregiudiziale e gratùita de-soggettivazione, per andare quindi verso una scrittura del *dis-astro*, in una interminabile messa in questione xhe è l’autentico spazio letterario che solo rimane e dove Faucoult & Derrida, questi novelli Cip & Ciop, svettano come nessuno mai sui sottostanti paperini. Per chi se la beve.

Ed è qui che entra in scena lo Strutturalismo linguistico de De Saussure.

Per cogliere appieno il confluire della “french theory” nella linguistica strutturalista di De Saussure dobbiamo però ripartire da quel J.P.Sartre che per primo, come già detto, aveva intuito la portata dello spostamento che si annunciava dalla filosofia propriamente detta alla letteratura come luogo dove l’esperienza personale, inaugurata dalla fenomenologia, si palesava maggiormente. Ed è dai suoi maestri, di Sartre ovviamente, a partire da Antonin …Artaud, Maurice Blanchot e infine siprattutto, da George Bataille e nei suoi scritti che troviamo i prodromi del programma che si annunciava come sviluppo perfetto di quella “Negatività radicale” che, se solo inaugurata da Nietzsche, come anche questo già detto, trovava poi il suo pieno sviluppo , fulgore ed estrinsecazione complementarmente perfetta in quella “Negatività inutilizzata”, come la definisce appunto Bataille, in cui si tuffano a capofitto tutti i “french phylosopher”, e che fa’, sembrerebbe quasi, di questo gruppo la più sofisticata, elaborata, articolata “banda” di cultori del male che si sia mai vista sulla terra.
Ma tant’è, ed è solo una impressione personale.
Resta il fatto che da quel momento, l’esperienza *Sovrana*, come la definiscono questa sorta di “Banda Bassotti” (che miglior definizione non potrebbe esserci visto il loro viaggiare rasoterra) che è detta *NEGATIVITA’ INUTILIZZATA* , si esprime come….il consumo, la perdita, lo sperpero come forme di trasgressione del principio di utilità; l’estasi e l’ebrezza, l’effusione erotica e il sacrificio come rifiuto delle prerogative dell’io cosciente, razionale e utilitarista; il riso come trasgressione degli imperativi logici del discorso; e l’effusione poetica come contestazione delle norme comunicative del linguaggio…il non -sapere (invertendo la logica della conoscenza utilitarista, che opera riducendo l’ignoto al noto); sull’equivoco e sull’ambiguità: il gesto anonimo realizzato nell’opera dell’artista de-soggettivizzato…eccetera eccetera….in sintesi un *MOVIMENTO NEGATIVO* senza dialettica, un'”AFFERMAZIONE NON POSITIVA” (Foucault) che va verso quella *scrittura del disastro dove la letteratura si consuma in questo delirio sistematizzato ma non perquesto meno delirante e rancoroso, alla faccia del Nietzsche che riteneva i cristiani quelli “risentiti” !! Lol !

Quindi, riassumendo ancora una volta prima di passare alla “svolta” linguistico strutturalista conviene ricordare che : dalla letteratura, dove in un ottica platealmente nietzschiana si previlegiano gli epigoni della disperazione e del nichilismo più becero fino all’apice del marchese De Sade, l’interrogazione attraverso l’essere del linguaggio, in quanto rivelazione della letteratura, troverò appunto nello Strutturalismo il luogo di ricezione previlegiato.

Ecco quindi che ora siamo arrivati al punto centrale dove, tutto quello che abbiamo detto fin qui, è solo la doverosa premessa per poter comprendere la gigantesca menzogna dell’insieme. Il grande bluff !! L’enorme costrutto di parole vuote atte solamente a mascherare l’inconsistenza dell’apparato e la sua natura esclusivamente ideologico-nietzschiana il cui solo scopo non è altro che quello di dare una apparente sistematicità al complesso con tonnellate di disquisizioni di cui, la storia della Linguistica, ha oramai dimostrato la sua totale inconsistenza.
Vero e proprio insieme di “Imposture intellettuali” come già dimostrò lo “scandalo Sokal” sul finire degli anni ’90.
https://it.wikipedia.org/wiki/Affare_Sokal
http://www.garzantilibri.it/default.php…

Ma che sopravvive ancora, nonostante la sua mancanza di scientificità e obiettività, negli ambienti accademici, esclusivamente per la sua accondiscendenza verso il Potere, per il quale non solo non è una minaccia ma anzi una utile “arma di distrazione di massa” con le sue oscurità assolutamente inutili e solo fuorvianti. “A livello universitario, un professore che non è conforme in materia di femminismo, multiculturalismo, ecc crea dissonanza cognitiva tra i suoi coetanei.” http://www.americanthinker.com/…/what_chomsky_got_right.html

Stiamo ovviamente parlando dello STRUTTURALISMO, nella fattispecie linguistica di Ferdinand de Saussure.
Una “macchina del fango” di proporzioni talmente colossali che domina tutt’ora il panorama culturale umano.
Basti solo pensare al concetto più che mai imperante di *Post-moderno*; oppure il *Politicall correct*; e/o i *Gender study*, di cui descriveremo la genesi tra poche righe.

L’indiscutibile successo, comunque, di questa applicazione dei procedimenti propri della linguistica, è dovuta al fatto che sembra promettere una via di accesso allo studio dell’uomo, una via finalmente, inconfutabilmente (sic) scientifica, titolo di cui, fino ad allora, potevano fregiarsi le scienze naturali. (Stiamo parlando dell’inizio degli anni ’50. Le date sono fondamentali per comprenderne l’inganno.) Una scienza che poggia su un metodo come quello della linguistica capace di elaborare cartografie dei fatti umani, cartografie in grado di soddisfare tutti i requisiti imposti alle scienze naturali. Si giunge perfino a sperare che la linguistica possa svolgere, per le scienze umane, la funzione che la matematica ha svolto per le scienze naturali. Così, in piena esplosione del boom strutturalista si arriva ad affermare :

“Saussure rappresenta la grande rivoluzione copernicana nell’ambito degli studi sull’uomo, per averci insegnato che non è tanto la lingua cosa dell’uomo, quanto l’uomo cosa della lingua. Con ciò bisogna intendere che la lingua è un oggetto che ha le sue leggi, leggi di cui l’uomo stesso non è consapevole, ma che determinano rigorosamente il suo modo di comunicare e quindi il suo stesso modo di pensare. E’ isolando la lingua, il linguaggio articolato, come il principale fenomeno umano che, a uno studio rigoroso, riveli leggi dello stesso tipo di quelle che regolano lo studio delle scienze esatte e naturali. Saussure ha elevato le scienze umane al livello di vere e proprie scienze. Quindo dobbiamo tutti diventare linguisti, e solo muovendo dalla linguistica, e grazie a una estensione dei metodi della linguistica ad altri ordini di fenomeni, possiamo cercare di far progredire le nostre ricerche” C. Lévi-Strauss

Va’ osservato, a questo punto, la totale differenza tra questo modo di parlare del mondo umano adottato da questo approccio strutturalista, e le due posizioni precedenti che abbiamo visto all’origine del tutto : fenomenologia e esistenzialismo.

La scienza fenomenologica cerca la via di accesso alla verità del mondo umano attraverso un’operazione della coscienza, il cui oggetto viene spogiato mentalmente di tutte le stratificazioni esterne finchè riesce a mostrarsi nel suo senso essenziale, la verità delle cose.
Ora, invece, sono le leggi inconsce del linguaggio stesso ciò che occorre determinare, e il senso “probabilmente non è altro che una sorta di effetto superficiale, un luccichio, una schiuma”.
Ecco da che cosa e come sorge l’ANTIUMANESIMO che costraddistingue il tutto.

Questo linguaggio che nasce per “Immacolata concezione”, come critica René Girard la sua genesi agli occhi di Lévi-Strauss, assume poi su queste basi astratte una dimensione predominante sul tutto al punto che, come ben esplicitato da Jacques Lacan, parla pressochè da solo, inconsciamente : “Ca parle”, “Lui parla”, non noi, soggetti umani, noi uomini, ma “lui” attraverso di noi: ci domina, ci sovrasta come un nuovo Dio venuto dal nulla e miracolosamente comparso senza nessuna ragione ma così, solo per “differenziare” le cose…bianco-nero, donna-uomo, …gatto-cane eccetera. Un po’ poco come spiegazione !!

“Fra tutte le mutazioni che alterarono il sapere delle cose e del loro ordine […] una sola, quella che prese inizio un secolo e mezzo fa e che forse sta chiudendosi, lasciò apparire la figura dell’uomo […] L’uomo è una invenzione di cui l’archeologia del nostro pensiero mostra agevolmente la data recente. E forse la fine prossima. Se tali disposizioni dovessero apparire come sono apparse […] come al volgersi del XIII secolo accadde per il suolo del pensiero classico, possiamo senz’altro scommettere che l’uomo sarebbe cancellato, come sull’orlo del mare un volto di sabbia” M.Foucault

Resta il fatto che, come un tempo era accaduto con il Surrealismo e con l’esistenzialismo, i nuovi pensatori della teoria francese ora in voga cominciarono ad essere invitati negli Stati Uniti.
Siamo nel pieno degli anni ’60, conviene ricordarlo per quando arriverà la confutazione del tutto che avverrà nel 1975.
Ma ora ricordiamo i principali di loro con, a fianco, la data della loro ascesa all’empireo degli strutturalisti celeberrimi
Il primo fu Claude Lévi-Strauss gia nel ’49 ma ben più a partire dal ’58. Michel Foucault (’61), Louis Althusser (’65) ; Jacques Lacan (’66) Roland Barthes (’66); Jacques Derrida (’67) Gilles Deleuze (’68) Felix Guattari (’72). Jean-François Lyotard (’74)

Dicevamo di questi viaggi negli Stati Uniti. Il primo è del ’66 presso il dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università Johns Hopkins di Baltimora. A partire da questo momento l’espansione è crescente, anche se principalmente nei dipartimenti universitari di Lingue romanze ma mai in quelli di Filosofia, restii come sono sempre stati i filosofi analitici di matrice anglosassone ai procedimenti “troppo speculativi” dei francesi. Ma fu soprattutto dal ’75 che, da quel momento, con la sola eccezione di Deleuze, tutte queste personalità frequentarono in modo assiduo gli ambienti intellettuali americani.
Ed è proprio a questo punto che si fonda la saldatura tra la “Franch Theory” e quel “Center for Contemporary Cultural Study” fondato da Richard Hoggart nel 1964 a Birmingham, dove nascono, appunto, quei “Cultural Study”, oggi ben più noti con il famigerato nome di “GENDER STUDY” o “Gender Theory”.
Dato che gli elementi definitori dei “Cultural Studies” ruotano intorno a nozioni come “identita” e “cultura” (non dimentichiamo come Lévi-Strauss sia, praticamente, il fondatore dello Strutturalismo stesso con i suoi studi delle “culture” aborigene), si comprende facilmente che la loro politicizzazione non richiede troppe mediazioni per manifestarsi. Il pensiero francese dimostra allora la sua capacità di generare contenuti suscettibili di passare a far parte del patrimonio dei “Cultural Studies”. Questioni come il post-colonialismo, le politiche identitarie o lo statuto delle minoranze non avrebbero oggi il profilo teorico che hanno all’interno dei”Cultural Studies” senza la riflessione a cui furono indotti dall’incontro con il pensiero francese.

Nel prossimo post parleremo proprio dell’INCONSISTENZA del tutto avvalendoci di una messa in luce di tutte le sciocchezze che compaiono nel suo più noto e, forse prestigioso esponente.
Quel Jacques Lacan che, parlando di “inconscio” della struttura tutta del linguaggio, è quello in cui viene in luce più platealmente la sciempiaggine del tutto.

Per prima cosa, Saussure basa la sua teoria su una divisione del linguaggio in langue e parole. Quindi Saussure (e Lacan) presenta un secondo problema linguistico: significanti e significati.

E’ una concezione molto primitivo del linguaggio, ragionevole per il 1890, ma non per 1990.

Ma cosa si fa con parole astratte?
Come può un tale modello di Saussure fare i conti con il costante cambiamento nel linguaggio?
Come si può utilizzare la linguistica di Saussure a spiegare l’ambiguità?
Come spiega la nostra capacità di comprendere una frase che non hai mai sentito prima?
Come si fa a trattare con il fatto che anche i bambini molto piccoli possono creare frasi complesse che non hanno mai sentito parlare prima?
E possono comprendere frasi complesse che non hanno mai sentito prima. Come si può spiegare questi fatti usando solo significanti e significati, già traballante come concetti anche a livello di singole parole?

Fu lui (Chomsky) che nel 1957 ha finalmente smentito Saussure e la linguistica strutturale che si sono sviluppate da Saussure.

Notate come Chomsky si è concentrata sul linguaggio come fenomeno psicologico.
Al contrario, Saussure considera il linguaggio come un fenomeno “là fuori” in una sorta di spazio platonica. Il problema è che la “langue” non è una cosa reale, ma un ideale platonico.

Molto prima di Chomsky, tuttavia, i linguisti si erano già resi conto che ci sarebbe voluto qualcosa di più che la linguistica di Saussure per mettere in relazione le parole in frasi e frasi.
La questione fondamentale è che l’uso e la comprensione delle nuove frasi viene lasciato senza alcuna spiegazione.

Lacan apparentemente ha cercato di affrontare il problema delle frasi in Saussure aggiungendvi un’idea linguistica di Roman Jakobson.
Jakobson era un linguista distinto, ma ha sviluppato queste idee particolari prima della rivoluzione in linguistica di Chomsky del 1957.
Chomsky ha sostituito la metafora e metonimia di Jakobson con un sistema molto più sottile di trasformazioni di frasi; un sistema che Chomsky stesso e molti altri linguisti hanno poi ulteriormente raffinato.

Ma Lacan, tuttavia, resta bloccato con Jakobson, anche se scrive molto tempo dopo il 1957. Questo è il primo “guaio con Lacan.”

A Lacan va storto basandosi (piuttosto acriticamente!) sul significante-significato. Concezione di Saussure del linguaggio.
E ‘comprensibile che Lacan, quando cominciò a scrivere nel 1930, dovesse imparare quasi un secolo di linguistica da Saussure. Ma anche alla fine della sua vita, e ora i suoi seguaci scrivono di significanti e significati, come se la rivoluzione chomskiana in linguistica non fosse mai accaduta.

I teorici della letteratura contemporanea instancabilmente citano Saussure.
Ma perché ?
I linguisti di oggi non utilizzano il modello di Saussure più che i fisici di oggi usino il concetto di flogisto.

Non intendo suggerire che i linguisti hanno tutti adottato il punto di vista di Chomsky. Essi sono ancora controversi, e lui sarebbe stato il primo a riconoscere che essi sono soggetti a revisione alla luce di ulteriori prove.
I linguisti che rifiutano le idee di Chomsky, tuttavia, stanno cercando di offrire alternative o di andare oltre Chomsky. Essi non si rivolgono di nuovo a Saussure.
Il mio punto di vista non è che Chomsky ha ragione ma certo che Saussure e Lacan sono sbagliati.

Chomsky non è eccessivamente duro quando chiama la linguistica di Saussure una «concezione impoverita e completamente inadeguata della lingua,” al meglio adeguato per i suoi tempi, ma che alla fine porta alla ricerca e a feedback poco importante.
Una teoria (come come quella di Saussure) dove la comprensione del linguaggio è puramente semantica , riferisce Mitchell Marcus,
è “fondamentalmente insufficiente per elaborare l’intera gamma del linguaggio naturale” e “tenuta in nessun conto dai ricercatori attuali, che io sappia.” .
Nello scrivere queste considerazioni, per esempio, ho avuto difficoltà a trovare testi linguistici che fanno anche solo riferimento a Saussure.
La visione di Saussure è tenuta in alcun conto, per quanto ne so, dai linguisti moderni. Solo da critici letterari, lacaniani, e dal filosofo occasionale.
“Sbagliato su grande scala”, lo chiama il linguista cognitivo Mark Turner .

Ed ha suscitato, infatti, pellicole sbagliate e teoria letteraria su grande scala.
Si possono trovare decine di libri di teoria letteraria impantanati in significanti e significati, ma solo una manciata dove viene menzionato Chomsky.
Si dirà — è stato detto a me da amici lacaniani — che “…questa obiezione a Lacan, che usa una linguistica sbagliate e fuori moda, non conta perché Lacan utilizza solo Saussure per i propri scopi psicologici. Saussure è soltanto una metafora nel pensiero di Lacan. Lacan lo ha portato a stabilire se stesso nella comunità intellettuale parigino……Ma questo non è quello che fa Lacan quando usa Saussure.”

Ma Lacan usa un ancora il misterioso soggetto, la lingua, per comprendere un argomento che Freud, e molti altri, hanno reso già comprensibili; i processi, cioè, inconsci.
Invece di chiarire una opacità nella psicoanalisi, li ha solo resi più opachi e arcani.
Sarebbe strano sostenere che Lacan spiega le cose in modo chiaro……….

Saussure deliberatamente abbandonato l’elemento umano .
Ma Chomsky fa notare, come faccio io, i legami tra la psicologia comportamentista e questo “linguistica strutturale.”
Sia la linguistica strutturale che la psicologia comportamentista evitano la nozione di individuo attivo o autonomo in favore di un essere soggetto solo alle leggi linguistiche o le leggi di stimolo-risposta. Nel 1964, Chomsky ha identificato correttamente (come sto facendo io) la linguistica strutturale che deriva da Saussure come “radicale riduzionismo comportamentista.”
E ‘uno stimolo-risposta estrema, immagine comportamentista della mente che tra gli psicologi, anche i più devoti di skinneriani potrebbe non approvare.
Ora arriva Lacan e confonde ulteriormente le cose.
Saussure stava cercando di de-psicologizzare la linguistica ma Lacan ri- psychologizza la linguistica di Saussure.
Lacan sta usando una teoria formale del linguaggio per spiegare gli eventi empirici nella mente.
Saussure, invece, stava proprio cercand non cercando di non-dire ciò che accade nella vostra o mia mente quando abbiamo capito una parola o facciamo una frase, e, nei limiti della sua teoria, è riuscito.
Lacan, tuttavia, si applica alla teoria accuratamente apsicologistica di Saussure per descrivere esattamente ciò che Saussure stesso aveva evitato di descrivere.
Il risultato è una psicoanalisi che è davvero, al di sotto, solo un comportamentismo stimolo-risposta.
Lacan combinando linguistica di Saussure con Freud riporta Freud a quella psicologia del 1890, proprio ciò che invece Saussure aveva avuto abbastanza buon senso da evitare.

Chomsky ha dimostrato che è logicamente e empiricamente impossibile spiegare competenza linguistica in termini di catene stimolo-risposta.
Eppure questo è proprio ciò che Lacan assume .
Nonostante le affermazioni di un “ritorno a Freud” e l’oggetto psicoanalitico, Lacan, dal ri-psicologismo di Saussure, postula una linguistica stimolo-risposta del tipo più radicale.

In altre parole, Lacan assume che il linguaggio si combina e si ricombina sa de stesso e a parte il soggetto parlante

L’unica giustificazione per Saussure e l’idea di Lacan che i significanti si impongono sulle persone è solo la necessità, apparentemente convincente di alcuni intellettuali ,di sentire che l’individuo non è autonomo.

Questa premessa è semplicemente ed inequivocabilmente falsa per gli standard odierni.

Per prima cosa, è troppo semplice.
La dove la nostra conoscenza dell’architettura e chimica del cervello suggerisce continuità , il flusso e il feedback, questi sono sostituti da Lacan con discontinuità brusche e semplici yes-nos. In tal modo, egli sostiene di salvare la psicoanalisi dalle psicologi dell’Io, che egli ritrae come predicare adattamento alla società e in fuga dalle verità sovversive scoperti da Freud . (Cioè, Lacan fraintende il concetto biologico di Heinz Hartmann di adattamento come quello sociale.) Ma in realtà, quello che Lacan ha fatto è convertire le verità complesse di Freud in un semplice sì-no,, sistema binario on-off.

.A dire il vero, il Saussure del tutto-o-niente, gli insonorizzanti concetti e dicotomie hanno un certo fascino alla moda. Essi sono certamente più facile da capire che Chomsky e modelli post-Chomskyan. Ma essi non possono sostituire l’elemento umano nello spiegare come si crea e capisce la lingua. Portano a una falsa psicologia e una falsa psicoanalisi.

Quando Lacan dà al modello formale di Saussure della lingua validità psicologico, Lacan costruisce il suo pensiero sull’idea di un linguaggio auto-esecutivo. Infine che rende il suo pensiero profondamente anti-psicoanalitico.

http://users.clas.ufl.edu/nholland/lacan.htm
https://en.wikipedia.org/wiki/Norman_N._Holland

Gender historyultima modifica: 2015-10-13T01:15:37+02:00da allan11
Reposta per primo quest’articolo