VOLTI

Quando ci innamoriamo ci innamoriamo di un volto.
Solo poi viene un corpo.
Ma ben prima è solo un volto.
Quello che fra mille e mille supera tutti gl’altri per bellezza ai nostri occhi.
Nasce così il “primo amore”.
Un volto, quel volto.
Poi si cresce e perdiamo ogni giorno di più la magia di quell’inizio.
All’innocenza subentra la cupidigia che rovina tutto.
Dimentichiamo quel volto per due seni o poco più, un po’ alla volta, per sempre.
Solo l’adolescenza resta l’epoca dei volti.
Quell’adolescenza che rimpiangiamo tutta la vita.
A cui vorremmo tornare per sempre.
Quando un bacio era tutto.
Di quel tempo non ci rimane più nulla.
I volti si perdono.
Restano le persone soltanto.
Il prestigio, il sexappeal, l’immagine che ci costruiamo, il potere, il denaro…
Il volto, i volti lasciano il posto a delle costruzioni.
Quel primo contatto con ciò che rende unico e irripetibile ogni essere umano si ferma lì.
Ora ci massifichiamo sempre di più.
Le persone divengono un agglomerato indistinto, misurabile, quantificabile, calcolabile.
Diventano quelli che votano questo o quello.
Frammenti di percentuali incasellati per potere di acquisto.
Valutati per capacità di consumo.
Ora non vediamo proprio più i volti di nessuno.
Guai.
Affari e cuore non possono convivere.
E quel cuore che si nutriva di volti muore.
Spersonalizzati, solo “immagine e logo”, oramai, resta l’invidia a farla da padrone, e quel desiderio nato con quel viso si perde in mille e mille oggetti inutili a cui affidiamo il nostro essere deforme.
A completare il tutto ci pensano gli onnipresenti mass-media, poi.
L’immagine ridotta a pubblicità soltanto.
Il pensiero fagocitato da capricci; nient’altro che rantoli di un desiderio esangue.
Se smettessimo di pensare e ci tornassimo a guardare in volto, invece che alle vetrine di un outlet, forse ritroveremmo noi stessi.
Quello che autenticamente siamo.
Ognuno diverso ma non per questo meno liberi.
Anzi.
Se uscissimo da questa malsana, falsa, ridicola gabbia d’acciaio in cui ci hanno rinchiusi ipnotizzandoci di solo “spettacolo” potremmo ritrovare quel “tempo perduto” forse non per sempre.
Se solo ci svegliassimo da questo sonno della ragione collettivo.
Tornare a quel tempo si può.
Siamo barche dalla ghiglia infestata da batteri che non ci fanno più navigare.
Sono i mille parassiti di cui ci hanno infestato il cervello per il tornacconto di pochi.
Basta la volontà.
La volontà di dire “Basta !”
La volontà di ricominciare a chiederci chi siamo veramente.
Cos’è, veramente, quel desiderio che ci contiene.
Perché questo Sistema ce lo nasconderà sempre.
Perché se sapessimo chi siamo lui ne resterebbe schiacciato.
Perchè niente del presente è ciò di cui abbiamo bisogno.
Abbiamo solo ed esclusivamente bisogno di essere amati da qualcuno.
Di nessun oggetto.
Solo di questo.
Un volto di qualcuno che ci ami per cui essere quel volto che da un senso alla sua esistenza.
E se Dio vorrà, il volto di un figlio.
Per rivivere, infine, in quel figlio, lo stesso volto del “primo amore”.
Nient’altro è importante.
Solo quei volti.

VOLTIultima modifica: 2018-02-20T00:22:54+01:00da allan11
Reposta per primo quest’articolo