CYBORG & MARKETING

Donna Haraway porta alle estreme conseguenze la frattura tra natura e artificio, il gender sconfina nel postumano. Nel suo “Manifesto cyborg”, dopo aver concesso il proprio plauso alla possibilità di un miscuglio di carne e tecnologia, Haraway arriva ad annunciare l’alba di una nuova specie: il cyborg, «creatura di un mondo post-genere».

Si tratta, in altri termini, di denaturalizzare, anzi di distruggere la categoria stessa del sesso.

Il favore con cui le élites politiche e economiche sembrano guardare all’idea di natura infinitamente variabile patrocinata dai teorici del gender si spiega molto semplicemente.
La ragione di un tale endorsement va rintracciata nell’utilità pratico-sociale della corporeità flessibile, la tendenza ad adottare anche per il corpo quella «legge della variabilità» che ab immemorabili guida e caratterizza il funzionamento della moda.
Nella società contemporanea anche il corpo, entità biologica apparentemente irriducibile a una logica di mercificazione, è divenuto luogo di scambio dei flussi della comunicazione e del consumo.
E questo avviene associando al corpo non piú qualità personali — sempre meno rilevanti in una civiltà del consumo dove appare di gran lunga piú incisiva la capacità del singolo di scegliere tra i diversi beni offerti dal mercato.
La costruzione dell’identità, nella società del consumo, è agganciata piuttosto alle fluttuazioni dei mercati e delle mode. Si intreccia cioè al «potere della marca». Nella confusione generalizzata di un mondo sociale come quello attuale, sconnesso e disorganico, privo di stabili riferimenti, le marche paradossalmente si presentano e vengono percepite come personalità piú nette e definite. Il corpo si modella secondo le sembianze di un corpo-packaging: continuamente soggetto a ogni genere di manipolazione, esso diventa un feticcio pienamente investito dalla tendenza a dotarsi dei segni del consumo e a esibire i materiali provenienti dalle differenti merci.

Dal genderismo al cyborg — coerenti espressioni della rivolta contro l’ordine biologico — si palesa quindi, piú che autentica emancipazione, la falsa coscienza del consumismo sfrenato: l’ideologia perfetta per una società pubblicitaria. La retorica dei «diritti civili» collegata al gender assolve la piú classica funzione ideologica: rendere invisibili alla coscienza i reali meccanismi di sfruttamento .
Il logo si sostituisce al logos: è l’oscuramento dell’individualità.

Per cui sarà sempre più vero come “la Firma” sarà sempre più importante, come già ora, per le persone “la cui firma” non vale assolutamente nulla.

CYBORG & MARKETINGultima modifica: 2017-11-08T14:03:06+01:00da allan11
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