UNIVERSALISMO & DESIDERIO

Il dogma relativista nega che vi sia una verità sulla condizione umana in senso generale. Ma non parte dalla conoscenza di detta “condizione umana” per poi trarne le conseguenze. ignorandola bensì completamente, ma parte dalle “verità universali dell’uomo”, da lassù, dai “massimi sistema” del pensiero astratto, per poi scendere all’uomo ; o ancor peggio come Hegel , che declina una soggettività avulsa da qualunque moderna conoscenza delle profondità umane dopo Freud.
Tragitto opposto a quello che qui, invece, si vuol descrivere, cioè partendo proprio dal singolo uomo e le sue profondità psichiche.

Il punto di partenza è che la “condizione umana” è composta di bisogni e desideri.
Comunemente non vengono distinti.
E qui sorge, infatti, il primo autentico “universale”: la sola confusione tra queste due istanze psichiche.

Fossero chiaramente de-fuse, separate opportunamente, cioè, si potrebbe osservare, allora, che si potrebbe avere una ben maggiore chiarezza sulle “Verità Universali dell’uomo” che, restando invece a questo solo presente sarebbe ben più logico definire “verità totali dell’uomo” che di “Universale” non hanno proprio nulla.
Il “bisogno” è solo relativo al “basso” e non a quell'”alto” a cui si allude con il termine “Universali”.
Viceversa il Desiderio è l’unico autentico “Universale umano”, ma che così completamente ignorato nella sua base ed elevazione come è, la sua profondità, attualmente, non raggiunge neppure quella di una pozzanghera.

Il Desiderio è il contrario del Bisogno.
Il Desiderio è svuotamento e non riempimento.

Il primo a fraintenderlo è proprio Nietzsche che confondendolo, appunto, con il bisogno ne fa la “Volontà di potenza” quando, viceversa, il Desiderio è il suo opposto speculare.
Entrambi i filosofi, Lévinas e Nietzsche, interrogano la natura della soggettività e del senso della responsabilità dopo la “morte di Dio”.
Dice Nietzsche: “Abbiamo costruito male l’uomo, occorre ricostruirlo.”
Secondo Lévinas, il modo per ricostruire l’uomo è l’alterità.
 
L’esempio più emblematico è il figlio; colui per il quale tu “ti toglieresti il pane dalla bocca” e non ti ingozzeresti, invece, lasciando lui nella fame.
Questo per dire come il Desiderio, nella sua manifestazione più elementare e invisibile, quella del proprio figlio, per cui rinunceresti alla tua stessa vita per lui, è la riprova di questo “svuotamento” del desiderio, e non quello di “potere” o “possesso”.

Il Desiderio è sottrazione e non addizione.

LEVINAS & HUSSERL

Husserl, che è un grande del pensiero, è in realtà il primo e più illustre dei giapponesi del pacifico della filosofia contemporanea, il primo per cui la campana è già suonata da un pezzo ma che ancora non demorde rigettando questo richiamo e continuando a combattere una guerra già finita, una partita chiusa. Husserl, il quale ancora continua ad articolare il suo logos in termini di soggettività costituente, di soggetto e oggetto, noetico e noematico, insistendo a battere una strada ormai dissestata e destabilizzata nella sua legittimità storico-filosofica. L’esigenza del fare i conti con la crisi della soggettività non è, in altri termini, una possibilità filosofica tra le altre, un vezzo, un capriccio, un interesse peculiare tra i molti messi a disposizione sul mercato della disciplina filosofica, essa è piuttosto la topologia del pensiero contemporaneo, la sua necessità, la sua incombenza, la sua Cosa.

Lévinas si mantiene in una logica dell’intenzionalità dicotomica di stampo husserliano, ed è su queste basi radicalmente Fenomenologiche che inaugura la più profonda lettura del Desiderio esistente.

PADRE E FIGLIO NELLA RELAZIONE (PARTE PRIMA)

PADRE E FIGLIO NELLA RELAZIONE (PARTE SECONDA)

PADRE E FIGLIO NELLA RELAZIONE (PARTE TERZA)

PADRE E FIGLIO NELLA RELAZIONE (PARTE QUARTA)

UNIVERSALISMO & DESIDERIOultima modifica: 2017-10-25T13:29:23+02:00da allan11
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