SHERPA

Il pervicace restare arenati alla categoria di pensiero “rivoluzionario” inaugurata dal ’68 e ribadita nel ’92, che vedono sempre gli stessi “interpreti”, solo un po’ cresciuti di età ma non di cervello, lo si può constatare nella *decostruzione* del modello giuridico imperante, in tutto e per tutto bloccato sul modello inaugurato da Franco Basaglia negl’anni tra gli argini di quelle due date e che decentrò, per primo, l’attenzione portandola sulle *minoranze*; nello specifico quella dei folli.
Tutt’ora questo modello impera nelle aule giudiziarie, osannate come salvatrici della patria, passando dal modello di “malattia” a modello di “pensiero” tutto e, come tale, ridotto a questa unica categoria.
Tale è la struttura intrinseca dell’odierno *Pensiero unico* che si vuole imporre attraverso quel linguaggio politically correct che ne è figlio e divulgatore tra le masse decerebrate da tv, giornali e cinema.
Questo di Franco Basaglia fu infatti l’archetipo di quel catto-comunismo che si inaugurò in quel tempo tra uno psichiatra comunista e il parlamentare democristiano Bruno Orsini che, insieme, vararono la legge sulla chiusura dei manicomi.
Questo solo per sottolineare come quell’origine si perpetui tutt’ora nei principali *sherpa* al servizio degli scalatori del sistema capitalistico-finanziario imperante : quel PD e quella Sinistra che oltre a quel misero pensiero, qui sotto sinteticamente riportato, non seppero, né sanno, né sapranno né potranno mai andare, pena la loro estinzione.
Il modello sociologico della malattia mentale
Intorno agli anni Settanta del secolo scorso si afferma il paradigma della malattia mentale, c.d. sociologico, secondo il quale la malattia mentale è disturbo psicologico avente origine sociale, non più attribuibile a una causa individuale di natura organica o psicologica, ma a relazioni inadeguate nell’ambiente in cui il soggetto vive. Esso nega la natura fisiologica dell’infermità e pone in discussione anche la sua natura psicologica e i principi della psichiatria classica, proponendo, in sostanza, un concetto di infermità di mente come malattia sociale.
Da questo originario nucleo della psichiatria sociale hanno avuto origine indirizzi più radicali che hanno estremizzato il ruolo dei fattori sociali . In particolare, si inizia a parlare di crisi del concetto di malattia mentale e si sviluppa una corrente di pensiero definita antipsichiatria, la quale, ponendosi in netto contrasto con la psichiatria tradizionale, giunge a negare l’origine psicopatologica dell’infermità mentale. Posizioni più estreme considerano la malattia mentale, addirittura, un’invenzione degli psichiatri e del potere cui questi erano asserviti e il sofferente psichico viene inteso come frutto della stigmatizzazione sociale e dell’istituzione manicomiale, con la conseguenza che qualunque deviazione sociale potrebbe determinare una situazione di non imputabilità.

SHERPAultima modifica: 2017-04-08T16:32:03+02:00da allan11
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