JULIUS EVOLA

Viviamo in una società gynaecocratic?
Molto è stato scritto ultimamente in Italia su J.J.Bachofen, un pensatore di Basilea e contemporaneo di Nietzsche, il cui lavoro di genio passata quasi inosservata nel corso della sua vita, ma è particolarmente studiato oggi, soprattutto in Germania. Bachofen si dedicò principalmente all’esplorazione delle antiche civiltà del mondo classico e Mediterraneo, soprattutto nei loro aspetti etico-religiosi, simbolici e mitologici, e la sua idea fondamentale in quest’area era quella di un’opposizione originale tra eroica, ‘solare’, spiritualità olimpionico e virile e spiritualità ‘chthonic’, ‘lunare’ e femminile. È lungo queste linee, che ha interpretato le concezioni religiose, sistemi sociali, miti, simboli e forme politico-legale delle civiltà antiche, notando sempre più il contrasto e l’interferenza tra influenze legate alle varie forme di spiritualità che può oggi essere facilmente indicato componenti distinte razziale del mondo mediterraneo arcaico: il ‘solare’ o ‘Ouranic’ civiltà, ovviamente legate alla gare di Ariana e quella femminile e ‘chthonic’, di cui, al contrario, per le corse pre-Aryan o anti-ariana.
Viste di Bachofen, inoltre, non hanno solo un valore retrospettivo, spesso offrono importanti punti di riferimento per comprendere il significato più profondo di alcuni aspetti della civiltà moderna, attraverso spesso sorprendente relazioni di analogia. Ecco perché pensiamo che non può essere priva di interesse a sviluppare alcune considerazioni su questo argomento.
Prima di tutto, vorremmo indugiare oltre la natura e i vari aspetti di questa civiltà chiamato da Bachofen la madre o gynaecocracy (da ‘gyne’ e ‘krateia’, vale a dire: governo dalle donne) e che, per noi, è identificato con l’anti-ariana e pre-Aryan la civiltà del Mediterraneo arcaico.
La prima caratteristica distintiva di una tale civiltà è ‘tellurism’ (da ‘tellus’, che, proprio come ‘chthonos’ ‘ da cui l’aggettivo ‘ chthonic ‘ significa ‘terrena’). Questa civiltà ritiene la legge della terra sia la legge più alta. La terra è la madre. Sotto l’aspetto della donna divina, della grande madre della vita, essa incarna ciò che è eterno e immutabile. Esso rimane identico a se stesso e inesorabile, mentre tutto ciò che produce ha una nascita e un declino, ha una vita puramente individuale finita ed evanescente. Spogliato di ogni virilità spirituale e soprannaturale, tutto ciò che è forza e virilità assume così una natura oscura, selvaggia, infatti ‘chthonic’ e ‘tellurica’. E se ‘tellurico’ generalmente fa pensare a fenomeni sismici, questa associazione di idee, in una certa misura, è il suono. Nella visione del mondo in questione, virilità ha per i suoi prototipi figure divine come Poseidone, chiamato anche il ‘earthquaker’, il Dio delle divinità ctonie acque sotterranee e turbolente, analogicamente collegato dagli antichi per le forze di passionality e l’istinto. Più in generale, l’età o la civiltà della madre è ‘tellurico’, con riferimento a un senso del destino, della necessità, degli evanescence fatali, di vita mescolato con la morte, fonte di impulsi di selvaggi e incontenibile.
Per Bachofen, matriarcato, ‘gynaecocracy’, che di Demetra o di Afrodite, a quest’ultima di cui la madre divina, a differenza del Demeter antico, ha avuto caratteristiche contemporaneamente sensuale, è la conseguenza sociale di questa vista centrale. Ovunque il principio supremo è intesa come una grande madre (Magna Mater), la donna terrena, che appare come l’incarnazione più della stessa, viene ad assumere naturalmente una dignità religiosa e la più alta autorità. È lei che appare essenzialmente come datore di vita, e, in relazione a lei, l’uomo è solo uno strumento. Sotto il suo aspetto materno, incarna così la legge, lei è la vera base e centro della famiglia. Come amante, sotto il suo aspetto, quindi è di nuovo sovrano dell’uomo che è semplicemente schiavo dei suoi sensi e la sessualità, semplicemente la ‘tellurico’ che trova il suo riposo e sua estasi solo nella donna. Quindi i vari tipi di royal donne asiatiche con presenta, soprattutto in antiche civiltà di Semitic stock, e gli amanti della Regina dalle mani dei quali gli uomini ricevono il potere e che diventano il centro di un’estrema raffinatezza della vita, un segno di una civiltà essenzialmente basano sul lato fisico e sensuale dell’esistenza. Ma ovunque la donna ha caratteristiche ‘Demetrian’ più che ‘Qui’ (il mitico Demetra principalmente ha una natura materna casta), lei appare anche come un Initiatrix nel mondo antico, come quello che mantiene e partecipe dei misteri più alti. In una civiltà in cui virilità significa solo materialità, la donna, sia a causa dell’enigma della generazione o a causa della sua sottile abilità di devozione e di fascino, assume caratteristiche religiose, e lei diventa il punto di riferimento di culti e iniziazioni che promettono un contatto con la madre della vita, con la spiritualità cosmica, con il mistero del seno della terra generativa.
Altre due caratteristiche del tipo di civiltà in questione derivano da questo, vale a dire l’elemento ‘Dionisiaca’ e l’elemento ‘Luna’. Il mistero di questi elementi, che può essere mediato da una donna, non può essere il mistero della spiritualità Olympian, apollineo, solare, non può essere quello che è legato al radiance virile ed eroico dell’esistenza mortale, guidato dall’ideale di un’esistenza che, secondo il simbolo offerto dalle nature solare e stellare del cielo, è libera da qualsiasi commistione promiscua con la materia e diventando e sussista ancora e la luce radiosa in sé.
Questo, al contrario, era il ‘Ouranic’ ideale (da ‘ouranos’, ‘ cielo’) che era specifico per l’altro tipo di spiritualità. Il mistero della madre porta piuttosto a qualcosa di simile a una dissoluzione panteistica. È una liberazione informa, raggiunta, per non dire strappato, nelle esperienze disordinate in cui l’elemento sensuale e il suprasensual uno curiosamente mescolare e lato ‘tellurico’ riafferma se stesso nel senso prevalente di ‘orgia sacra’, nell’esaltazione mistica combinato con ogni eccesso e ogni sorta di manifestazioni selvagge. Tale era, in generale, ‘Dionysianism’.
Questo è perché, nel mito antico, Dionysos sempre significativamente è accompagnato da delle madri della natura, che si assumono per lo più caratteristiche di ‘Qui’; Storicamente, troppo, il suo culto era strettamente collegata con il sesso femminile e suoi proseliti più gioiosi e più entusiasti erano donne.
A questo proposito, è già stato detto ‘lunarity’. La luna usato per essere chiamato ‘terra celeste’. Così era inteso come una sublimazione dell’elemento terrena, vale a dire divinità ctonie. È luce, non come radiante ma come luce riflessa. È la luce senza un centro proprio; il suo centro, a differenza del sole, si trova di fuori di esso, è così passivo ‘femminile’ luce – è intimamente collegato con la spiritualità informa di estasi e liberazioni che si trova sotto il segno della donna, mentre, d’altra parte, si può pensare di un contemplativism, un’astrazione o una comprensione delle leggi astratte, invece di un’essenziale conoscenza ‘solare’.
Ora, era una caratteristica delle antiche civiltà della madre di conferire sulla Luna una preminenza sopra il sole – in loro, la luna diventa a volte addirittura maschile in genere, il Dio Lunus, per designare questo primato o per caratterizzare il presunto lato negativo della virilità. Ma anche ciò che è specifico per la civiltà che stiamo analizzando qui è l’idea di un primato della notte sul giorno, delle tenebre sulla luce. Tenebre e la notte sono l’elemento sacro materna, quella primordiale ed essenziale: nel mito, il giorno è prodotto da notte, in cui si scioglie nuovamente.
Rimangono due altri aspetti da considerare: la promiscuità sociale, o egualitarismo e ‘Amazonism’. Bachofen, tra altri suoi meriti, ha quello di portare alla luce le origini ‘telluriche’ e matriarcale della cosiddetta dottrina del diritto naturale. L’iniziale premessa della tale dottrina è proprio che tutti gli uomini, come figli della madre e gli esseri anche sottoposto alla legge della terra, sono uguali, in modo che qualsiasi disuguaglianza è un ‘ingiustizia’, un oltraggio alla legge di natura. Da qui la connessione che antichità ci mostra tra l’elemento plebeo e sua madre e culti di divinità ctonie e il fatto che queste antiche feste orgiastiche e dionisiache, che, insieme con le forme più estreme di licenziosità e la promiscuità sessuale, dovevano celebrano il ritorno degli uomini allo stato di natura attraverso l’obliterazione momentanea di qualsiasi differenza sociale e di qualsiasi gerarchia , erano incentrate proprio su divinità femminili del ciclo ‘tellurico’, più o meno direttamente derivato dal tipo della grande madre della vita. Per quanto riguarda la ‘Amazonism’, Bachofen è visto come una variante di ‘gynaecocracy’. Ovunque la donna non riesce a imporsi attraverso il suo elemento religioso materna (‘Demetrian’), lei cerca di imporsi vis-à-vis uomo attraverso una contraffazione di qualità virili di potenza e combattività.
Quali sono dunque le caratteristiche fondamentali della “Civiltà della madre”, caratteristico, diciamo così, del substrato pre-ariana del mondo Mediterraneo antico. È stato sconfitto dal apollineo, Dorian e Olympian Grecia; Allora e ancora più completamente, dal ‘solare’ Roma, geloso custode del principio di diritto paterno e dell’ideale di spiritualità virile. Tuttavia, poiché le cose sono un processo di costante rinnovamento, le varietà di questa cultura ‘tellurica’ si manifestano nuovamente ovunque un ciclo si conclude, ovunque la tensione eroica e il costruttivo svanirà e forme di vita e spiritualità decadente e degradate iniziano a riapparire.
Ora, ciò che colpisce qui è la corrispondenza di molti aspetti della civiltà contemporanea alla civiltà della madre. Nelle sue manifestazioni esterne, questa corrispondenza è già stata notata. “Nelle strade di Berlino, Parigi o Londra,” come per esempio A.Baeumler, un famoso studioso di nazional-socialista, ha scritto, “tutto quello che dovete fare è quello di osservare per un attimo in un uomo o una donna a rendersi conto che il culto di Afrodite è quello dinanzi al quale Zeus e Apollo ha dovuto battere in ritirata… Età attuale suppone, infatti, tutte le caratteristiche di un’età di gynaecocratic. In una civiltà tarda e decadente, nuovi templi di Iside e Astarte, di queste dee madre asiatica che si celebravano in orge e licenziosità, nel disperato sprofondando nel piacere sensuale, derivano. La donna affascinante è l’idolo dei nostri tempi, e, con labbra dipinte, cammina attraverso le città europee come fece una volta attraverso Babilonia. E come se avesse voluto confermare l’intuizione profonda di Bachofen, il righello leggermente vestito moderno dell’uomo tiene a guinzaglio un cane, l’antico simbolo della promiscuità sessuale illimitata e forze infernali”. Ma queste analogie possono essere molto più sviluppate.
Tempi moderni sono ‘tellurici’, non solo nei loro aspetti meccanicistici e materialistici, ma anche ed essenzialmente, in molti dei loro aspetti ‘vitalista’, nelle loro varie religioni di vita, dell’irrazionale e di diventare, precise antitesi di qualsiasi ‘classico’ e ‘Olympian’ concezione del mondo. A Keyserling, molte delle correnti del cosiddetto ‘giro del mondo’ rivela una natura ‘tellurica’ – vale a dire irrazionale, soprattutto legata a forme di coraggio, di abnegazione, di fervore e di dedizione senza riferimento trascendente. In molti casi, ha ragione.
Con l’avvento della democrazia, con la proclamazione della «immortali principi» e i «diritti dell’uomo e del cittadino’ e lo sviluppo successivo di queste ‘conquiste’ in Europa nel marxismo e del comunismo, è esattamente il ‘diritto naturale’, la legge anti-aristocratica e livellamento della madre, che l’Occidente ha scavato, rinunciando a qualsiasi valore di Aryan ‘solare’ virile e confermando, con l’onnipotenza così spesso concesso all’elemento collettivista , l’antica irrilevanza dell’individuo per il ‘ telluric’conception.
Dionysos riappare con romanticismo moderno: qui abbiamo lo stesso amore per l’informe, il confuso, l’illimitato, la stessa promiscuità tra sensazione e lo spirito, l’antagonismo stesso verso l’ideale virile e apollinea di chiarezza, di forma e di limite. La natura ‘Luna’ del tipo più diffuso di cultura moderna può forse dubitare? Vale a dire cultura basata su un intellettualismo pallido e vuoto, sterile cultura separata dalla vita, capace solo di critica, la speculazione astratta e vana educati ‘creatività’: cultura che ha preso la raffinatezza del materiale fino all’estremo e in quale donna e sensualità spesso diventano predominanti motivi quasi ad un grado patologico e ossessivo.
E ovunque la donna non diventa il nuovo idolo delle masse sotto le forme moderne del film ‘star’ e di simile affascinante apparizioni, lei spesso afferma suo primato in nuove forme ‘Amazzoniche’. Così vediamo la nuova sportiva di masculinised, la garçonne, la donna che si dedica allo sviluppo folle del proprio corpo, tradisce la sua vera missione, diventa emancipata e indipendente fino al punto di poter scegliere gli uomini che lei vorrebbe avere e utilizzare. E questo non è tutto.
Nella civiltà anglosassone e specialmente in America, l’uomo che esaurisce la sua vita e il tempo nel lavoro e la ricerca di ricchezza, una ricchezza che, in larga misura, serve solo a pagare per il lusso femminile, capricci, vizi e perfezionamenti, ha concesso alla donna il privilegio e anche il monopolio di trattare di cose ‘spirituale’. Ed è proprio in questa civiltà che vediamo una proliferazione di ‘spiritualista’, sette spiritistica, mistici, in cui il predominio dell’elemento femminile è già significativo di per sé (quello principale, la setta teosofica, era puramente e semplicemente creato e gestito da donne, Blavatsky, Besant e, infine, Bailey). Ma è per un motivo molto più importante che il nuovo spiritualismo ci appare come una sorta di reincarnazione di antichi misteri femminili: è l’evasione informe in esperienze suprasensual confuso, la promiscuità del mediumism e lo spiritismo, l’evocazione inconscia di influenze veramente ‘infernale’ e l’accento posato sulle dottrine come la reincarnazione, che confermano, in tali correnti pseudo-spiritualiste , la corrispondenza che abbiamo già accennato e dimostrare che, in questi desideri sbagliati per andare di là di ‘materialismo’, il mondo moderno non ha riuscito a trovare nulla che avrebbe collegato con le tradizioni più elevate, olimpionico e ‘solare’ di spiritualità Ariana.
Non la psicoanalisi, con la preminenza concede all’inconscio sopra il conscio, la ‘notte’, al lato sotterraneo, atavica, istintiva e sensuale dell’essere umano su tutto ciò che è waking life, sarà e vera personalità, confermare ancora una volta esattamente l’antica dottrina del primato della notte sopra giorno di materna, delle tenebre sopra forme, presumibilmente evanescente e irrilevante , che sorgono da esso alla luce?
Si deve riconoscere che queste analogie, lungi dall’essere stravagante o arbitrarie, basate su motivi che sono ampi e sostanziale e pertanto gravemente disturbante, poiché una nuova ‘età delle madri’ può essere solo il segno della fine di un ciclo. Questo non è, ovviamente, il mondo a cui apparteniamo e che è in armonia con le forze della nostra rivoluzione riparatoria. Tuttavia, le infiltrazioni e le deviazioni possono essere notato anche dove sarebbe minimo previsto. In Germania, potremmo menzionare Klages e Bergmann, pensatori che, anche se Aryan, ancora proclamare in un modo sorprendentemente estremo gynaecocratic e ‘tellurico’ le concezioni della vita. In Italia, noi sceglieremo solo due casi. Ecco ciò che si può leggere nella pagina 185 di una recente pubblicazione ‘Inchiesta sulla Razza’ (‘inchiesta sulla gara’): “l’ulteriore avanzamento dell’umanità verso la perfezione è costituito dalla donna. La donna è davvero l’interprete del Regno dei puri spiriti. Lei è più puro e più perfetto di uomo. E l’uomo si sente un’attrazione irresistibile verso lei, la stessa attrazione, ma cosciente, che un essere meno puri si sente per quello più puro”. Il PP. 152-153 di un altro libro, ‘Valori della Stirpe Italiana’ (‘valori della razza italiana”), viene aggiunto un altro strato di ‘gynaecocracy’:”intorno alla donna, come la Santa madre, ruota l’intero paradiso. Seno di innumerabili vite, è dalla madre che è nato tutto ciò che vive nel mondo. Di notte è vita nasce, da madre terra che tutto sia diffusa. Lei è il Sacramento vivente, così come il pane contiene implicitamente il Dio vivente. La donna è così il guardiano e il simbolo della razza: suoi effetti possono essere visto in tutte le creature, ma è in lei che la sostanza fondamentale è adorato “.
Il fatto che, in Italia, all’interno del movimento romano e Aryan ricostruttivo, idee di questo tipo possono essere proclamate, anche come sporadiche espressioni, dimostra in quale misura la confusione dei valori a volte può avvenire. Le antitesi definite da Bachofen sono di fondamentale importanza per un giusto orientamento. Abbiamo visto che le forme contenute nell’antica civiltà della madre potrebbero consentirci di identificare con precisione tutto ciò che è crepuscolare nel mondo moderno. I valori e gli ideali della civiltà ‘Olympian’ e virile solare contrari al contrario ci possono dare, con più precisione, le direttive per una vera ricostruzione europea, su un modo davvero Ariano, base romana e fascista, un punto per cui potremmo avere l’occasione di tornare.
Julius Evola ha scritto l’introduzione alla traduzione italiana di ‘Das Mutterrecht”di Bachofen, pubblicato da Bocca nel 1949 come ‘Le Madri e la Virilita Olimpica’ (‘The Mothers e virilità Olympian’). Questa introduzione, che costituisce un vero saggio, è stata pubblicata dalla Fondazione Julius Evola nel 1990 come ‘Il Matriarcato nell’ Opera di J.J.Bachofen’ (‘matriarcato nel lavoro di J.J. Bachofen’). Evola adottato, mentre liberare loro di loro evoluzionismo, la sua teoria del matriarcato e sua tipologia delle culture, suoi ‘intuizioni del genio’ per quanto riguarda la storia dell’antichità, in molte delle sue opere, da ‘ The Dawn of the West a ‘tuoi e Krur’ alla ‘Rivolta contro il mondo moderno’ e così via. ‘Viviamo in una Societa Ginecocratica?’, pubblicato nel 1936 nel libro Augustea, può essere trovato, con pochi altri articoli pubblicati da Evola nella varie altre carte dal 1936 al 1951, nel ‘ Critica del Costume (Scritti su Sesso e Donna nel Mondo Moderno’) ‘, Edizioni il Cinabro, 1988 («critica della dogana (scritti sul sesso e la donna nel mondo moderno)».

http://www.gianfrancobertagni.it/materiali/reneguenon/rivolta.pdf

JULIUS EVOLAultima modifica: 2016-11-28T02:53:52+01:00da allan11
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